Italia
Alla fine la Rai, dopo aver perso quasi un anno con il dubbio amletico sul tipo di gara da indire, ha deciso di dar seguito a quanto concordato circa otto mesi fa con il Comitato Scientifico, avviando la procedura prevista dal Contratto di Servizio per selezionare gli istituti che dovranno svolgere le indagini sulla qualità della programmazione.
I tempi “tecnici” previsti per la “selezione” degli istituti, però, si preannunciano molto lunghi. Se a questo aggiungiamo il contenuto della minacciosa lettera inviata dal Direttore Generale Cappon ai dirigenti Rai (bisogna “Intervenire sui meccanismi di spesa già a partire dal 2008, avviando nel contempo il budget 2009 con logiche di profonda discontinuità rispetto al passato”), non c’è da aspettarsi nulla di buono.
Nel frattempo è partita – sempre in grave ritardo – la ricerca sulla “corporate reputation” che, in quanto affidata allo stesso istituto che ne svolgeva una analoga, non aveva bisogno di “gare”.
Ma i primi risultati di tale ricerca – che insieme a quella sulla qualità, avrebbe dovuto costituire la base per lo sviluppo del “sistema di misurazione degli obiettivi di programmazione e della qualità dell’offerta” – non hanno soddisfatto completamente nemmeno i rappresentanti Rai nel Comitato, che hanno chiesto “approfondimenti“.
Molto difficile per i membri del Comitato, comunque, “approfondire” i dati, poiché pare che non possano essere loro consegnati, ma soltanto visionati, in quanto riservati. Tutto ciò nonostante il Contratto di Servizio preveda (all’art. 3, comma 7) che i risultati dei monitoraggi vengano “diffusi al pubblico con periodicità regolare e con un adeguato risalto comunicativo”.
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