Festival Internazionale del Film di Roma: la manifestazione entra nel vivo e l’home video chiama a raccolta i player dell’audiovisivo

di di Bruno Zambardino (Docente di economia del cinema e della tv alla Sapienza di Roma e Direttore Osservatorio Media di I-Com) |

Italia


Festival Internazionale del Film di Roma

In queste frenetiche giornate in cui si moltiplicano eventi e convegni di valenza e spessore differenti a seconda che siano collocati istituzionalmente all’interno del Festival Internazionale del Film di Roma o che semplicemente gravitino attorno ad esso per ottenere una maggiore visibilità, rischiano di passare quasi inosservate alcune iniziative promosse in tono minore ma che mettono in luce problematiche di non secondario interesse.

 

E’ il caso della convention promossa da Univideo (Unione Italiana Editoria Audiovisivo) dal titolo “Agire subito per combattere la crisi” (sottotitolo “Il mercato italiano dell’editoria audiovisiva, gli scenari futuri, le problematiche fiscali e legali, la lotta alla pirateria e al download selvaggio”) che ha avuto luogo mercoledì scorso 23 ottobre presso le scuderie Ruspoli alla Fontanella Borghese di Roma.

Abbattimento dal 20% al 10% dell’Iva a carico dei prodotti di videonoleggio. Chiara e precisa è stata la richiesta avanzata al governo (in particolare al Ministero dell’Economia) per fronteggiare, seppure parzialmente, la progressiva erosione di fatturati dovuta all’avanzata delle nuove forme di fruizione online di prodotti audiovisivi e alla dilagante piaga della pirateria.

 

Alla base della richiesta (che tecnicamente presuppone una rettifica della classificazione dei codici Ateco 2007 sui prodotti soggetti ad IVA), vi è la convinzione che l’attività di noleggio di supporti audiovisivi (videocassette, CD e Dvd) ricada nei “servizi della società dell’informazione”, categoria per la quale è previsto un regime agevolato al 10% a differenza della sezione attuale “Attività Immobiliari, Noleggio, Informatica, Ricerca e Servizi all’Imprese”, per la quale l’Iva è al 20%.

 

A sostegno di questa proposta volta a correggere quella che Univideo non esita a definire una “distorsione fiscale“,  un ragionamento che prende le mosse dai dati dell’ultimo Rapporto annuale Univideo-Prometeia, secondo il quale nel 2007 in Italia oltre 14 milioni di famiglie disponevano di un lettore DVD  e gli atti di noleggio di DVD riportanti opere cinematografiche e audiovisive hanno toccato quota 75.4 milioni. Gran parte delle famiglie italiane, in altre parole, ha scelto di vedere per ragioni di risparmio un film a noleggio, il cui prezzo medio è stato di 3,60 euro, una forma di consumo quindi meno onerosa rispetto alla fruizione da pay tv o di servizi online via banda larga (l’acquisto di un film in pay-per-view può costare dai 6 ai 10 euro).

 

Perché assoggettare ad un Iva del 20% prodotti consumati da ampie fasce della popolazione (15 milioni) orientate ad un maggiore risparmio, mentre quelli fruiti attraverso canali più evoluti e da una utenza socialmente più elevata e quantitativamente più limitata (poco più di 7 milioni tenendo conto delle sovrapposizioni) ad una Iva del 10%?

 

Questa la domanda posta sul tappeto e che legittimerebbe – secondo Univideo – un intervento per eliminare l’iniquo aggravio a carico del consumatore dovuto ad una classificazione “asimmetrica” e che attenuando l’effetto disincentivante per il consumatore potrebbero ridare ossigeno alla stessa industria dell’Home-video.

Per una migliore comprensione della proposta, Univideo ricorre ad un esempio dagli effetti paradossali

 

“Nella medesima serata, la famiglia A decide di vedere il film “Gomorra” noleggiando un DVD e spende una media 3,6 (di cui 0,72 centesimi dipendono dall’IVA). Per fare questo un componente della famiglia deve uscire di casa,  recarsi in un punto di videonoleggio, ritirare il DVD e riconsegnarlo entro 24 ore; invece la famiglia B decide di vedere il film “Gomorra” acquistando la visione dello stesso in modalità PPV da un operatore televisivo satellitare o terrestre o IPTV. Spende una media di 7 (di cui 0,70 centesimi dipendono dall’IVA). Per fare questo deve disporre di un decoder digitale terrestre, oppure di una parabola e di un decoder digitale satellitare, oppure di un computer con un adeguato schermo e collegamento oltre a un abbonamento alla banda larga e al servizio offerto.”

 

Sebbene i due comportamenti di consumo risultino equivalenti ai fini del gettito fiscale per singolo atto di spesa (circa 0,70 centesimi per visione), resta lo svantaggio arrecato alla famiglie di tipologia A, che paga una imposta doppia rispetto al prezzo del servizio fruito dalla famiglia di tipologia B.

 

Per gli editori di DVD e i circa 3000 video-noleggiatori, già in seria difficoltà, tutto ciò si traduce – questo l’elemento più rilevante – in una sorta di svantaggio competitivo rispetto agli operatori che puntano alle famiglie tecnologicamente ed economicamente più evolute. Ad aggravare la situazione si tenga conto che siamo appena entrati in una fase economica di pre-recessione con un calo generalizzato dei consumi che andrà ad incidere anche sui prodotti audiovisivi.

 

Pur ammettendo la validità dell’impostazione della proposta ed apprezzandone l’approccio imprenditoriale (e non assistenzialista) l’iniziativa ha i contorni di una battaglia di retroguardia che mira a difendere uno spazio di mercato destinato comunque ad una inesorabile crisi per l’effetto combinato di una serie di fenomeni, dalla progressiva penetrazione della banda larga nel nostro Paese, alla diffusione sempre più massiccia di servizi vod multipiattaforma (in alcuni casi anche gratuiti in quando foraggiati dalla pubblicità o dal servizio pubblico), dalla riduzione delle windows commerciali, alla pirateria che sta portando al fallimento numerose società con gravi danni in termini occupazionali.

 

Sulle misure antipirateria si sono soffermati a lungo gli intervenuti all’evento, tra i quali l’Onorevole Gabriella Carlucci (che ha proposto un sistema di warning sulla base di un efficace modello operante negli Stati Uniti) e i Presidenti di Univideo e Fapav, Davide Rossi e Filippo Roviglioni, che hanno ribadito la necessità di associare in modo sempre stretto il concetto di pirateria a quello del furto nel quadro delle compagne di sensibilizzazione.

     

 

Consulta il profino Who is Who di Bruno Zambardino

  

 

 

Dal 27 ottobre gli Stati Generali del Cinema Italiano:

   

* World Going Digital, 27 ottobre 2008

Per registrarsi segreteria@apicinema.it

   

* Cinema: nuove norme per lo sviluppo. Tax Shelter e Tax Credit, la via italiana agli incentivi, 28 ottobre 2008

Per registrarsi cinema@key4biz.it

  

* L’attualità del Diritto d’Autore tra analogico e digitale, 29 ottobre 2008

Per registrarsi dirittodautore@key4biz.it

  

* Pirateria e criminalità audiovisiva: quando la copia danneggia il mercato, 30 ottobre 2008

Per registrarsi pirateria@key4biz.it

   

 

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