Alla sua nomina era contrario anche Emmanuel Macron. In Italia il caso era stato sollevato dal Consorzio Italia Cloud. Così il passo indietro e un sospiro di sollievo per molti. Infatti, l’economista americana Fiona Scott Morton ha deciso di rinunciare all’incarico di capo economista nella Direzione generale Concorrenza alla Commissione europea. L’ha reso noto la vice presidente della Commissione, Margrethe Vestager, responsabile della Concorrenza.
“Ho ricevuto una lettera dalla professoressa Fiona Scott Morton che ha deciso di ritirarsi e non assumere l’incarico di capo economista della Concorrenza. Avendone parlato anche con lei, accetto la sua decisione, con rammarico e pieno rispetto per la sua integrità. Le auguro tutto il meglio per il futuro e che continui a usare le sue straordinarie competenze ed esperienza per spingere verso una forte applicazione della concorrenza e di una regolamentazione su entrambe le sponde dell’Atlantico“, ha affermato Vestager in una nota.
“Data la controversia politica che è sorta a causa della selezione di un non europeo per ricoprire questa posizione, e l’importanza che la Direzione generale abbia il pieno sostegno dell’Unione europea nella sua azione, ho deciso che la migliore linea d’azione è ritirarmi e non assumere la posizione di capo economista“, ha scritto Scott Morton nella sua lettera.
Le critiche di Macron: “I nodi sono autonomia strategica, reciprocità e efficacia”
Come detto, il presidente Emmanuel Macron aveva criticato la decisione della Commissione europea di incaricare l’economista americana Fiona Scott Morton alla guida dell’antitrust europea. “Cosa significa questo per la ricerca accademica europea?”, ha affermato, segnalando che su questo genere di incarichi “dobbiamo chiedere reciprocità” interrogandosi infine se sia “davvero la candidata più efficace”.
“Come noto mi impegno per l’autonomia strategica dell’Europa. Quindi sto valutando le cose e allo stesso tempo sono favorevole a reclutare le persone con le maggiori competenze e legittimità accademica – ha affermato Macron – . Innanzitutto, non c’è nessun grande ricercatore europeo che abbia le competenze accademiche per svolgere questo lavoro? Se questa è la nostra conclusione, è estremamente preoccupante e dobbiamo investire massicciamente nella ricerca accademica in economia”. “Mi aspetto delle risposte dalla Commissione – ha aggiunto -: se non abbiamo ricercatori di questo livello da assumere da parte della Commissione, significa che abbiamo un problema molto grande con tutti i sistemi accademici europei”.
“In secondo luogo, sono molto legato alla reciprocità – ha proseguito -. E sarei abbastanza aperto a questa configurazione se vedessi gli americani assumere un ricercatore europeo”, “o se i cinesi facessero lo stesso. Osservo che la legge impedisce loro di farlo”
“Infine”, ha concluso Macron, “ho molto rispetto per questa ricercatrice americana, ma si dà il caso che sia stata impiegata in molte aziende e quindi abbia dovuto esprimersi su molte situazioni” su cui “dovrebbe prendere le distanze da queste situazioni, il che rende piuttosto inefficace ciò per cui è stata assunta”.
L’accusa nel Parlamento francese del deputato Latombe: “Mettiamo in discussione la sua attività di lobbying per Amazon, Apple o Microsoft“
Infatti, l’americana Fiona Scott Morton ha lavorato per le Big Tech. Il primo a denunciarlo è stato al Parlamento francese il deputato Philippe Latombe.
“…non è in alcun modo una messa in discussione della brillante carriera accademica di questo professore di Yale, ma quella della sua attività di lobbying per Amazon, Apple o Microsoft, tra gli altri, e del suo comprovato tropismo a favore delle grandi aziende. Non abbiamo qui il profilo di un futuro funzionario al servizio dell’Unione europea, ma piuttosto di un conflitto di interessi latente. Questa nomina avviene nel contesto dell’adeguamento da parte del Parlamento della nostra legge nazionale sulla legge sui mercati digitali e della legge sui servizi digitali; Regolamenti europei che prevedono di limitare il predominio economico delle grandi piattaforme e la diffusione online di contenuti e prodotti illegali. Parlare di una sfortunata coincidenza è un eufemismo. “Copriamo questo conflitto di interessi che non possiamo vedere”, sembra dire la Commissione che, per salvare la sua decisione, propone che il nuovo capo economista si ritiri dalla sua missione ogni volta che sorge un conflitto di interessi. La maggior parte degli argomenti che verranno affrontati riguardano i GAFAM. Ci si può quindi interrogare sulla credibilità di una tale scelta; sull’interesse di collocare in tale funzione una persona che sarà in ogni caso in grado di esercitarla solo molto parzialmente. Signor Ministro, il gruppo democratico non capisce questa nomina. L’Europa non ha forse la capacità di trovare, tra i suoi 447 milioni di abitanti, una competenza degna di questa posizione? Quindi vogliamo sapere come intendete convincere la Commissione europea a revocare la sua decisione”.