Criminalità audiovisiva: la Ue fa un passo indietro? Al vaglio della Commissione la proposta francese sul p2p  

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Nicolas Sarkozy

Il Commissario europeo per la protezione dei consumatori, Meglena Kuneva, ha annunciato che la Commissione europea esaminerà la proposta francese per la regolamentazione del peer-to-peer.

“…La Commissione vuole cercare un equilibrio tra la libertà di informazione e il diritto d’autore al fine di sviluppare politiche efficaci contro la pirateria online – ha sottolineato la Kuneva -. Valuteremo la situazione Paese per Paese perché le legislazioni dei singoli Stati sul peer-to-peer e le conseguenti sanzioni non sono le stesse ovunque”. 

 

La cosiddetta proposta Sarkozy si basa sul controllo dei contenuti degli utenti da parte dei provider per rilevare l’eventuale violazione del diritto d’autore e prevede anche la sospensione del servizio internet per l’utente fuorilegge.

Il progetto prevede la creazione di un’Alta Autorità per la Protezione del Copyright su Internet (HADOPI), nella quale confluiranno alcuni importanti poteri attualmente spettanti all’autorità giudiziaria e al CNIL (Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà) e l’attuazione di un meccanismo di punizione ‘graduale’ basato sul concetto dei ‘tre strikes’: gli internauti sospettati di scaricare illegalmente si vedranno recapitare un primo avvertimento via email, seguito da una sospensione cautelativa per un’eventuale successiva violazione e, infine, dal ‘taglio’ della linea da tre mesi a un anno se beccati per la terza volta con le mani nel sacco.

 

La disconnessione potrà essere ridotta da uno a tre mesi se l’utente si impegnerà per iscritto a non reiterare il reato e a non contestare la sentenza.

Verrà inoltre creata un ‘lista nera’ degli internauti, che eviterà ai ‘colpevoli’ di aggirare la punizione cambiando provider.

 

La nuova legge dovrebbe portare a una riduzione della pirateria del 70-80%, ma ha da subito suscitato forti critiche, innanzitutto per la possibile violazione dei diritti fondamentali per la libertà dei cittadini. Le sanzioni, secondo i detrattori, sarebbero ‘sproporzionate’ e rispondenti a una logica troppo ‘repressiva’, fatta di interdizioni e black-list. La sospensione della connessione internet poi sarebbe oltremodo dannosa per chi vive nelle zone rurali che si vedrebbe privare della linea telefonica.

 

Lo scorso 24 settembre, nell’ambito del Pacchetto telecom, il Parlamento Ue ha deciso una sorta di “censura preventiva” nei riguardi di questo progetto di legge, approvando a grandissima maggioranza (573 voti contro 74) l’emendamento 138 in cui si chiede ai regolatori nazionali di applicare il principio secondo il quale, salvo il caso di minaccia per la pubblica sicurezza, “…nessuna restrizione può essere imposta sui diritti e le libertà fondamentali degli utenti finali, senza la previa autorizzazione delle autorità giudiziarie, segnatamente in accordo con l’Art.11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue sulla libertà d’espressione e d’informazione”.

 

Secondo il parere dell’Europarlamento, il collegamento internet rientra nella libertà d’espressione e non può essere negato solo per evitare atti di criminalità informatica.

 

Sarkozy ha chiesto alla Commissione di bocciare la posizione dell’Europarlamento, ma il Commissario Ue Viviane Reding ha fatto sapere di aver preso nota della lettera del presidente francese ricordando però il risultato schiacciante del voto in Plenaria sull’emendamento in questione.

 

Adesso la Commissione potrebbe rivedere il tutto e aprire una nuova via per la regolamentazione del file-sharing illegale.

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