La videointervista al Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, che ieri a Torino, ha partecipato all’inaugurazione del “Cyber Harbour”, il laboratorio per la cybersicurezza inaugurato dal gruppo Enel, dal fondo Planven e da Nozomi.
Che cos’è il “Cyber Harbour” lanciato da Enel, Planven Entrepreneur Ventures e Nozomi Networks
Il “Cyber Harbour”, lanciato da Enel, Planven Entrepreneur Ventures e Nozomi Networks, è un vero e proprio laboratorio di innovazione e luogo di incontro dove i maggiori esperti di cybersecurity, le aziende, gli investitori e il mondo accademico possano unire le forze per promuovere la ricerca e lo sviluppo nel settore, favorendo la nascita di un centro di eccellenza. L’obiettivo è trasformare un rischio in un’opportunità per il Paese attraverso progetti concreti in grado di creare risposte per il mercato. La gestione della cybersecurity richiede infatti ad aziende e istituzioni ingenti risorse non solo professionali ma anche economiche per l’acquisto di soluzioni e strumenti di protezione, ad oggi in gran parte provenienti dall’estero.
Il “Cyber Harbour” mira a diffondere la consapevolezza sull’importanza strategica della sicurezza informatica delle infrastrutture critiche, dell’industria e delle tecnologie dell’informazione, secondo un approccio aperto ed inclusivo che stimoli l’innovazione, la ricerca e la nascita di start-up e valorizzi le esperienze sul campo.
L’iniziativa è stata presentata ieri a Torino presso il Lingotto con un evento che ha coinvolto i protagonisti italiani della Cybersecurity. All’evento hanno partecipato: Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, Luca Nicoletti, Capo del Servizio Programmi industriali, tecnologici, di ricerca e formazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Carlo Bozzoli, Responsabile Global Digital Solutions di Enel, Rosario Bifulco e Giovanni Canetta Roeder, rispettivamente Presidente e CEO di Planven Entrepreneur Ventures, Andrea Carcano e Moreno Carullo, fondatori di Nozomi Networks, oltre a rappresentanti del mondo accademico e dell’impresa.
Tra gli obiettivi del “Cyber Harbour” c’è anche la volontà di coinvolgere aziende, investitori, start up, università, mondo della ricerca e istituzioni per dar vita a un lavoro condiviso e trasversale, nella convinzione che l’Italia possa diventare un punto di riferimento per competenza, know-how e innovazione.
Successivamente, Butti ha visitato il CERT di Enel.