Anoressia: il ministro Meloni presenta Timshel.it, portale di riferimento per assistere e prevenire i disturbi del comportamento alimentare

di Alessandra Talarico |

Italia


Giorgia Meloni

È stato presentato stamani presso la Sala Stampa di Palazzo Chigi, ‘Timshel.it‘ (in ebraico ‘Tu puoi’), un nuovo portale che vuole porsi come punto di riferimento delle azioni di assistenza e prevenzione sui disturbi del comportamento alimentare, quali anoressia e bulimia.

Il progetto è stato presentato dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, dai sottosegretari alla Salute Francesca Martini e Ferruccio Fazio, dal presidente dell’ospedale Bambin Gesù Giuseppe Profiti, da Laura Dalla Ragione, coordinatrice del comitato congiunto del ministero della Salute e della Gioventù, e dal portavoce del governo Paolo Bonaiuti.

 

“Un mondo che tanti giudicano e pochi ascoltano”, così definisce l’anoressia una ragazza che l’ha vissuta sulla sua pelle, quando quasi solo questa gli era rimasta attaccata alle ossa per aver voluto inseguire la fede effimera nella dea ‘ana’, signora del digiuno.

L’anoressia è un disturbo alimentare che si innesca di solito con una dieta, affrontata per migliorare il proprio aspetto, ma di cui si finisce pian piano per restare schiavi, perché non si riesce mai a vedersi abbastanza magri da soddisfare i canoni estetici imposti dalla società e si finisce per rifiutare il cibo per perseguire un ideale di magrezza irraggiungibile.

La patologia – che trasforma il corpo nella manifestazione evidente di un disagio che le parole non riescono ad esprimere – finisce in realtà per stravolgere l’aspetto di chi ne rimane vittima e produce gravissime conseguenze fisiche quali insufficienza renale, osteoporosi, alterazioni cardiovascolari, perdita dei denti e dei capelli.

 

L’idea di realizzare timshel.it, ha spiegato il ministro Meloni, nasce non solo dal fatto che il web e strumenti come le chat, i forum, i siti di social networking siano sempre più utilizzati dai giovani, ma soprattutto dal fatto allarmante che in rete si trovino sempre più spesso cattivi consiglieri: negli ultimi anni, i blog che dispensano consigli su come conquistare la magrezza, istigando all’anoressia, si sono moltiplicati, spesso gestiti da ragazze già anoressiche che dispensano trucchetti su come fare a vomitare dopo aver mangiato.

Secondo il ministro, i siti italiani che inneggiano al culto di ‘ana’ sono oltre 300 mila, mentre secondo i dati forniti da Google Analytics, tra il 27 settembre e il 15 novembre dello scorso anno, oltre 2 mila internauti hanno rivolto al motore di ricerca domande quali “come faccio a vomitare per dimagrire?” o “Come faccio a vomitare senza farmi male?” e ancora “Quali sono i cibi che fanno vomitare più facilmente?”.

Chi fa queste domande, evidentemente, non è ancora entrato nel tunnel auto-distruttivo dell’anoressia: bisognerebbe dunque puntare di più sulla prevenzione, anche via web, dirigendo la persona che digita queste domande verso siti di ascolto che gli facciano comprendere che ha bisogno di aiuto, al pari che se chiedesse “Come faccio a suicidarmi”?

 

Lo scorso anno, in Spagna, le Autorità hanno imposto l’oscuramento di un blog chiamato “La principessa di porcellana”, che aveva lanciato una sorta di competizione per ragazze anoressiche che premiava chi riusciva a mangiare di meno.

La tabella punti fa venire i brividi solo al pensiero: a chi riusciva ad accontentarsi di 50-150 calorie al giorno sarebbero stati assegnati 9 punti. Dieci punti invece a chi riusciva a non mangiare affatto.

 

Timshel vuole rappresentare – ha sottolineato quindi il ministro – “un’alternativa” ai ‘cattivi maestri’, cioè a quelle centinaia di “migliaia di siti che istigano all’anoressia, dispensando anche consigli su come ingannare le famiglie illudendole che si continui a mangiare, o diffondendo gli standard di magrezza perfetta”.

 

La redazione del portale www.timshel.it – certificata Iso 9000 e composta da esperti di comunicazione integrata con i medici dell’ospedale Bambin Gesù – fornirà dunque informazioni mediche e pratiche in un linguaggio che si avvicini il più possibile a quello degli adolescenti, la fascia d’età più colpita dall’anoressia, attraverso ogni forma di comunicazione che la rete internet possa offrire: email, forum, videoconferenze, chat.

Attraverso il sito sarà possibile effettuare prenotazioni di visite specialistiche e  richiedere in via telematica un consulto specifico a cui risponderanno esperti.

 

Spiega inoltre il ministro Meloni che in Italia, contrariamente a quanto avviene negli Usa, non esistono norme che pongano fuori legge i siti che inneggiano all’anoressia, anche se vi sono delle proposte – come quella avanzata della deputata Beatrice Lorenzin (Pdl) – finalizzate ad affrontare la questione.

“In tutta Europa – dice il Ministro – si sta iniziando ad affrontare il problema, con Paesi che stanno predisponendo norme ad hoc. Il Parlamento europeo ha inoltre incluso nei di 55 milioni di euro di risorse dedicate alla lotta contro la pedopornografia e il traffico di droga, anche la battaglia contro questo problema”.

La Lorenzin, da canto suo, ha definito positiva l’iniziativa di Timshel, e ha aggiunto che la proposta di legge presentata con gli on. Contento, Costa, Rizzoli ed altri, per l’istituzione del reato di istigazione all’anoressia mira a  “oscurare anche in Italia, come già accaduto in Francia ed in altri paesi, i circa 300.000 siti pro anoressia e pro bulimia accessibili dai minori”.

 

Un altro aspetto decisamente allarmante del fenomeno anoressia è che fino a poco tempo fa si credeva che il problema fosse appannaggio esclusivo delle ragazze, ma purtroppo non è così e la patologia si sta estendendo in maniera sempre più massiccia anche tra i ragazzi e tra gli over 30.

Secondo i dati resi noti questa mattina dal ministro Meloni, “circa due milioni di persone tra giovani e giovanissimi sono interessati da questa patologia: il 5% dei ragazzi tra i 13 e i 35 anni”.

Si tratta inoltre di un fenomeno – ha aggiunto la Meloni – “che si sta allargando, coinvolgendo sempre più i maschi e le quarantenni. I maschi colpiti sono 1 su 10”.

 

Sempre più bassa, inoltre, l’età in cui la patologia si manifesta per la prima volta: fino a qualche anno fa cominciava a colpire intorno ai 13 anni, oggi la soglia si sta ulteriormente abbassando, arrivando a coinvolgere bambini di dieci anni.

Per questo è essenziale aiutare le famiglie, dando loro supporto ed educando i genitori a capire quali possano essere i primi segnali di rischio: “Penso – ha sottolineato il sottosegretario Martini – alla scomparsa del ciclo mestruale nelle ragazze, al vomito o alla difficoltà ad assumere alimenti”.

Secondo Martini è cruciale  “una diagnosi precoce, proprio per evitare la cronicizzazione della malattia, che può portare alla morte. E la famiglia non può essere lasciata sola”.

 

Laura Dalla Ragione, coordinatrice del comitato congiunto del ministero della Salute e della Gioventù, sottolinea però che “ci sono regioni in cui manca tutto il livello di assistenza necessario, i centri, gli ambulatori, i day hospital, le residenze. Altre in cui ci sono solo alcuni di questi. C’è una carenza strutturale di centri di riferimento. Soprattutto al sud, mentre questa è una vera e propria epidemia sociale”.

 

Il Governo, comunque, ha iniziato a muoversi riprendendo in parte iniziative già avviate dal precedente Governo con il protocollo ‘Guadagnare salute’ e avviando un percorso organizzativo per istituire in ogni regione centri pilota di riferimento, con ambulatori ad hoc accreditati a livello regionale, e servizi di ricovero in day hospital o in emergenza.

“Il primo livello di intervento – ha spiegato  il sottosegretario Ferruccio Fazio – è stata la creazione di cinque centri pubblici sentinella, per procedere a una mappatura dei servizi di assistenza esistenti e aggiornare le linee guida”.

Il secondo livello di intervento – ha aggiunto Fazio – “sarà dedicato alla prevenzione, in quattro settori”, partendo dall’industria alimentare e dalla misurazione dell’impatto che i regimi alimentari ipocalorici hanno sulla popolazione, per proseguire nelle scuole con il progetto ‘Alimentare il desiderio’, volto a stimolare “un pensiero critico nei confronti dell’immagine”

“La terza area di intervento sarà quella dello sport: si tratta – ha aggiunto Fazio – dell’unico caso in cui l’attività’ fisica può diventare pericolosa, come emerge da indagini effettuate in sottopopolazioni femminili”.

Lo sport più a rischio è la danza: occorre dunque intervenire, ha concluso il sottosegretario,“sensibilizzando e formando gli insegnanti sportivi”.

A questo scopo sta per essere avviato un progetto in Piemonte, mentre da Milano partirà un altro progetto che si concretizzerà nelle palestre e nelle piscine.

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