Apple ha presentato lunedì scorso la sua prima innovazione di prodotto da sette anni a questa parte. Si tratta di un visore, un caschetto per la realtà “mista” (insieme virtuale e aumentata) che di fatto secondo diversi analisti potrebbe portare il colpo di grazia al metaverso, un concetto ancora piuttosto nebuloso di un Internet immersivo in 3D professato dalla rivale Meta.
La prima domanda è quindi se il nuovo visore di Apple rappresenti o meno un attacco al concetto stesso di metaverso. Il quesito resta aperto sul tavolo.
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Tim Cook non parla mai di metaverso
Quel che è certo è che Tim Cook, Ceo di Apple, non ha mai menzionato nemmeno per sbaglio una sola volta il termine “metaverso” durante l’intera presentazione del nuovo “Vision Pro”, un caschetto che assomiglia in tutto e per tutto a una maschera da sci che consente all’utilizzatore di scegliere il grado di immersione desiderato, grazie ad una rotellina che passa dalla realtà aumentata (AR, sovrapposizione di elementi virtuali sulla realtà) alla realtà virtuale (VR, full immersion).
“Tim Cook ha detto pubblicamente che non gli piace usare quella parola (metaverso ndr), che non pensa che abbia alcun significato reale”, ha dichiarato James Whatley, direttore della strategia di Diva, un’agenzia di marketing.
Apple, invasione di campo nel metaverso di Meta
Resta però il dato di fatto che con questo “nuovo prodotto rivoluzionario”, in vendita a partire da 3.499 dollari dall’inizio del 2024, il gigante californiano del tech mette un piede (se non due) sul terreno del suo concorrente Meta (Facebook, Instagram) e del suo visore Quest Pro, che parte da 1.199 euro.
La realtà virtuale oggi è un campo dominato dal social media di Mark Zuckerberg – i visori della sua marca Quest rappresentano l’80% del mercato alla fine del 2022 – secondo dati della società specializzata Counterpoint.
Alla fine del 2021 Facebook ha cambiato nome in Meta, con l’idea di diventare a tutti gli effetti una società del metaverso, la nuova dimensione descritta da Mark Zuckerberg come il futuro di Internet, dopo l’era del web e del mobile.
Metaverso flop da abbandonare?
Ma questa nuova priorità strategica è stata afflitta da lanci sbagliati, grafica oscena, mancanza di un chiaro percorso verso la redditività e la sensazione generale che poche persone sappiano ancora di cosa si tratta.
“Prima Meta si allontana da quella parola, meglio sarà in grado di combattere l’invasione di Apple in quello spazio”, ha detto James Whatley, mentre Reality Labs, la divisione “metaverso” di Meta, ha dichiarato di aver perso 4 miliardi di dolllari finora.
Tuttavia, secondo Tom Ffiske, che gestisce la newsletter specializzata Immersive Wire, Apple sta adottando una strategia diversa.
“Apple non sta cercando di costruire un grande ecosistema (…) con un dispositivo più economico, come Meta con la gamma Quest”, dice l’analista. “L’azienda cerca invece di monetizzare una sottosezione già redditizia del suo pubblico con abbonamenti e software ad alto margine”.
Apple, spazio virtuale ancorato alla realtà
“Apple ha giustamente e in modo molto tradizionale radicato questa tecnologia nelle esperienze del mondo reale”, aggiunge Whatley. Una visione che contrasta, secondo lui, con quella di Meta, consistente nel “creare un avatar 3D di se stessi con gambe che possono esistere o meno in un mondo dove non c’è niente da fare”.
Tanto da far dire a Martin Peers, del sito dedicato alle nuove tecnologie The Information, che Apple aveva appena fatto somigliare Meta a BlackBerry, il defunto produttore canadese di smartphone, fornendo “una visione credibile del potenziale a lungo termine della realtà aumentata”.
Tuttavia, gli analisti rimangono divisi sulla prospettiva se tali prodotti decolleranno mai con il mainstream, anche se la tecnologia immersiva è ancora agli inizi e alla fine ci sarebbe abbastanza spazio per entrambi i giganti della Silicon Valley.
Soprattutto da quando Google ha abbandonato definitivamente i suoi Google Glass il mese scorso: occhiali per realtà aumentata che non hanno mai trovato il loro pubblico.