L'accordo

Banda ultralarga, la ricetta di Butti: l’ultimo miglio wireless con l’FWA?

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Alessio Butti, sottosegretario all'Innovazione, al Forum PA: 'Chi meglio degli antennisti per chiudere il gap di copertura dell'ultimo miglio e raggiungere il building?'. Resta da vedere perché l'ultimo tratto rimane scoperto. Chi doveva coprirlo? Cosa prevede la convenzione?

Ogni mezzo è lecito per accelerare la copertura a banda ultralarga del Paese e superare i ritardi accumulati negli anni, in primo luogo nella realizzazione del Piano BUL nelle aree bianche da parte di Open Fiber. Resta da vedere perché l’ultimo tratto rimane scoperto. Chi deve coprirlo?

La ricetta individuata da Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione tecnologica, è pragmatica: supplire ai ritardi coinvolgendo gli ordini professionali, come già fatto la settimana scorsa, e ora anche attraverso un accordo con gli antennisti, coinvolti per chiudere il gap di copertura in fibra sfruttando la tecnologia wireless (Fixed Wireless Access) per l’ultimo miglio, e arrivare così finalmente fino al building.

Problema di connettività  

“Noi abbiamo veramente un problema di connettività in questo paese. Abbiamo la necessità di accelerare la connettività e la copertura delle reti veloci”, ha detto Butti intervenendo al Forum Pa. sottolineando che in questo senso “stiamo ragionando con una associazione, sono 4.000 in Italia, di antennisti disponibili a collegare sulla connettività l’ultimo miglio”.

“Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha esteso il tema dei ritardi agli ordini professionali (vedi accordo con ordini di ingegneri, geometri della scorsa settimana ndr) così da mettere a disposizione della progettualità forza lavoro specializzata – ha detto Butti – Stiamo ragionando con una associazione -sono 4mila in Italia – di antennisti disponibili a collegare sulla connettività l’ultimo miglio”.

Butti: ‘Fibra si ferma a 40 metri dal building’

“Ci hanno raccontato che uno dei problemi era la progettazione delle reti, abbiamo visto che quello messo in campo dai concessionari non era sufficiente, allora il Dipartimento si è fatto carico di estendere questa preoccupazione agli ordini professionali e la settimana scorsa abbiamo raggiunto un’intesa: queste sono figure disponibili per la progettazione che manca sulla connettività – ha aggiunto il Sottosegretario –   Poi ci è stato detto che c’è anche un problema di collegamento finale: portare la fibra dal roe al building è determinante ma la convenzione esistente ferma tutto a 40 metri dal building. Non è possibile. Allora ci siamo ricordati che ci sono le figure degli antennisti: chi meglio di questa figura professionale possiamo interpellare per ultimare questo tratto?”.

In pratica, l’idea di Butti è di colmare il gap di connessione dell’ultimo miglio, dei bandi vinti da Open Fiber nelle aree bianche, sfruttando la tecnologia FWA e l’intervento degli antennisti.

“Serve migliorare il rapporto tra pubblico e privato oggi indispensabile ma ci sono modalità di formalizzazione per rendere questo rapporto più proficuo. Ognuno ha le sue competenze e ruoli. Il privato deve avere condizioni utili per investire. È necessaria una formula virtuosa grazie alle leve strategiche del Pnrr – ha aggiunto Butti nel suo intervento La natura del Pnrr è quello di uno strumento fondamentale per l’Italia per poter superare il gap anacronistico che ha. Il Pnrr non è la panacea di tutti i mali del covid e dell’emergenza sanitaria. È dal 2008 che il pubblico e il privato hanno iniziato di nuovo a relazionarsi di più a livello locale che centrale”.

PA digitale

“Tra gli altri successi del rapporto pubblico/privato c’è l’AppIO che vede la presenza di 12mila amministrazioni e 202 servizi, funziona anche perché ci sono i privati. Sul tema identità digitale, abbiamo avviato un percorso sempre con i privati per valorizzare ciò che è stato fatto finora. Il governo per questo ha messo 40mln per i privati per continuare la digitalizzazione della PA”.

Digitale: Butti, ‘Sul PSN farò ricorso al Consiglio di Stato’

Sul polo strategico nazionale “c’è un ricorso davanti al Tar, il Tar si è pronunciato e ora verrà proposto un ricorso al consiglio di Stato perché ci sono delle questioni da risolvere nel minor tempo possibile. Ma il Polo Strategico Nazionale è li ed è una realtà importante dove dobbiamo far migrare tutti i dati della Pa centrale e locale. Non è una cosa semplice e la stiamo facendo insieme, pur con qualche difficoltà. Infine, le competenze digitali sono un tema di collaborazione più pubblico con pubblico, ma allo stesso tempo i privati ci aiutano a dare un supporto, ad esempio con il fondo repubblica digitale, per tutti quei lavoratori che sono anagraficamente svantaggiati e hanno bisogno di tornare sul mercato essendo portatori di competenze”. C’è da dire che se il Consiglio di Stato darà ragione al Tar, confermando la sentenza, a quel punto scatterà un risarcimento a favore della cordata che ha perso, formata da Fastweb e Aruba.

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