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Domanda mondiale di cobalto
La transizione energetica ed ecologica è legata a doppio filo con alcuni tra i metalli e minerali più preziosi al mondo. Ad esempio cobalto e grafite, fondamentali per realizzare batterie e sistemi di accumulo, ma anche i semiconduttori, che sono alla base dei dispositivi elettronici, degli elettrodomestici e delle auto (elettriche e non) di cui disponiamo quotidianamente.
Stando al nuovo Cobalt Market Report, diffuso dal Cobalt Institute, il 40% della domanda mondiale di cobalto arriva esclusivamente dall’industria automotive per produrre auto elettriche e dalle gigafactory per produrre batterie. Il cobalto, d’altronde, è il materiale protagonista del catodo della batteria (il polo positivo).
“Il successo del cobalto nell’industria dei metalli duri e delle superleghe, a anche nella manifattura automotive per la mobilità elettrica con le batterie che ne garantiscono sicurezza e stabilità nelle prestazioni, garantirà un aumento costante della sua domanda a livello mondiale nei prossimi anni”, ha spiegato Caroline Braibant, direttore generale ad interim del Cobalt Institute.
Chi ne produce di più al mondo?
Oggi a livello globale il Paese primo produttore di cobalto è la Repubblica Democratica del Congo (120 mila tonnellate nel 2020), con una quota del 73% sul totale, ma al secondo posto secondo lo studio è salita l’Indonesia, con una quota del 5% (9.500 tonnellate) e una stima di un incremento di 10 volte della produzione entro il 2030.
Altri Paesi produttori, secondo la US Geological Survey (USGS), sono la Russia (120.000 tonnellate), l’Australia (5.600), le Filippine (4.500), il Canada (4.300) e Cuba (3.900). La Cina è al decimo posto (2.200 tonnellate).
Anodo delle batterie, tutta grafite
Ora passiamo all’anodo della batteria (polo negativo), che è realizzato principalmente grazie alla grafite, che garantisce elevata resistenza e rappresenta un ottimo conduttore di calore ed elettricità.
Ogni batteria contiene fino al 35% di grafite, ma a causa delle perdite durante il processo di lavorazione ne serve il 40% in più rispetto ad esempio al litio per completare il prodotto.
Ad oggi, secondo la Banca mondiale, la grafite rappresenta il 54% della domanda di minerali critici per realizzare sistemi di accumulo e batterie, il litio solo il 4%.
Un’auto elettrica mediamente contiene circa 100 kg di grafite. Per produrre un milione di veicoli elettrici servono 75.000 tonnellate di grafite naturale. Se nel 2021 abbiamo estratto un milione di tonnellate di grafite per tutti gli usi industriali possibili, entro il 2025 questo dato salirà a 1,25 milioni di tonnellate solo per le batterie!
Secondo stime BloombergNEF, la domanda di minerali nell’industria della mobilità elettrica passerà dagli attuali 4,2 milioni di tonnellate a quasi 14 milioni di tonnellate del 2030. La domanda di grafite aumenterà di un fattore 4, quella del cobalto di un fattore 1,5.
La Cina è il primo produttore al mondo di grafite (650 mila tonnellate, il 60% del totale globale) secondo dati USGS, seguita dal Mozambico (120 mila tonnellate, l’11% del totale globale) e dal Brasile (95 mila tonnellate, l’8,6% del totale globale).
Bisogna aumentare il riciclo e il riuso di questi minerali
A questo punto non resta che valutare l’impatto dell’aumento delle vendite di veicoli elettrici e di batterie per vari utilizzi sul mercato mondiale di questi minerali.
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), per raggiungere vari obiettivi climatici, la domanda di minerali da utilizzare per produrre veicoli elettrici e batterie potrebbe crescere almeno di 30 volte entro il 2040.
Fastmarkets si attende che le vendite di veicoli elettrici registreranno un tasso di crescita annuo composto del 40% fino al 2025, quando la penetrazione globale dei veicoli elettrici potrebbe raggiungere il 15%. Successivamente, la quota di mercato dei veicoli elettrici dovrebbe aumentare ulteriormente, raggiungendo il 35% entro il 2030.
L’IRA (Inflation reduction act) voluto dal Presidente americano Joe Biden potrebbe avere un ruolo nella gestione della domanda mondiale di questi minerali così preziosi e strategici. Le catene mondiali di approvvigionamento potrebbero essere rimodellate ed ottimizzate, anche in Europa, dove nuove leggi, anche a tutela dei lavoratori nei Paesi di estrazione e della sostenibilità ambientale, potrebbero riconoscere molti fornitori attuali come non conformi (vedi la Russia).
C’è poi il riciclo. Apple è stata tra le prime ad annunciare che entro il 2025 utilizzerà solo 100% di cobalto riciclato per realizzare le batterie dei propri dispositivi mobili.
Sardegna hub europeo per il riciclo e il riuso delle componenti di batterie esauste
Un importante progetto per il riciclo di litio dovrebbe prender vita in Sardegna, grazie ad un accordo tra la Li-Cycle, una delle più grandi aziende del settore del riciclo dei minerali contenuti nelle batterie agli ioni di litio negli Stati Uniti, e la Glencore International.
Il centro di recupero e riciclo del minerale dovrebbe essere realizzato a Portovesme, che produrrà materie prime critiche per le batterie, tra cui nichel, cobalto e litio, a partire dal contenuto delle batterie esauste.
Il centro dovrebbe diventare il più grande hub europeo per il riciclo di minerali, con una capacità di lavorazione potenziale tra le 50.000 e le 70.000 tonnellate di black mass all’anno. Lo studio di fattibilità definitivo inizierà entro l’estate del 2023.