Rai: siamo ancora all’empasse. Tra Vigilanza e Cda si cerca l’accordo, unica certezza Villari resta fuori dal Pd  

di Raffaella Natale |

Italia


Walter Veltroni

“…In merito alla costituzione della ‘nuova’ Commissione di Vigilanza sulla Rai, con dolore ma senza stupore constatiamo come i Presidenti delle Camere sembrino rassegnati ad attendere eventuali accordi tra i partiti, esattamente come avviene da circa 8 mesi”.

E’ quanto ha dichiarato Marco Beltrandi, Radicale componente della commissione di Vigilanza Rai.

Beltrandi è anche intervenuto sulla nomina del nuovo Cda: “…Non ha alcuna importanza che i prossimi componenti del Cda Rai siano uomini dell’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo o meno, ma è importante che il metodo di scelta, a legislazione vigente, sia trasparente tramite un confronto dei curricola dei candidati in commissione di Vigilanza, con la loro audizione”.

 

Continua intanto la polemica su Riccardo Villari, dopo lo scioglimento della commissione da parte dei presidenti Schifani e Fini.

Questa volta a parlare è Walter Veltroni che, riguardo all’uscente presidente della Vigilanza ha commentato: “…Sono pienamente d’accordo con Villari, può rientrare nel Pd solo con un Pd diverso e un segretario diverso”.

 

Insomma, l’ipotesi di riammetterlo nel partito non esiste: “…Ma che scherziamo?! Stiamo parlando di un personaggio che si è incollato alla poltrona col Vinavil, mentre al telefono mi aveva detto subito dopo essere stato eletto che si sarebbe dimesso”.

Il segretario del Pd, che durante la registrazione di ‘Porta a Porta’ ha confermato che “…il candidato alla presidenza della Vigilanza Rai resta Sergio Zavoli”, ha ribadito di “…sperare che la situazione si risolva in pochi giorni”.

Quanto ai tempi per il rinnovo del Cda di viale Mazzini, ha affermato: “…Poi vedremo… una cosa alla volta“.

 

Idv dalla sua, per voce del leader Antonio Di Pietro, ha ribadito di non rivendicare per sé alcun posto nel Cda della Rai: “…questo organismo deve essere composto da persone che stanno al di fuori e al di sopra della politica”.

E ha spiegato che il servizio pubblico deve avere il compito di “informare correttamente i cittadini“, mentre “non è giusto che siano i controllati a scegliere i controllori”.

Pertanto, ha affermato ancora Di Pietro, l’Italia dei Valori rimarrà fuori dalla commissione di Vigilanza Rai “…fino a quando non verrà garantita, dai gruppi parlamentari, la certezza che nel Cda non ci vadano ex-parlamentari, i soliti porta bandiera e persone con palesi interessi di parte. Chiediamo che il Cda abbia grandi professionalità, al di sopra e al di fuori delle parti, e che siano garanti di terzietà e indipendenza”.

 

Giovanna Melandri, ministro ombra delle comunicazioni, ha invece commentato stupita: “…Mi meraviglio che Idv rinunci a sfidare la maggioranza sulla riforma della legge Gasparri, cioè dei meccanismi di nomina dello stesso Cda”.

“…Non voglio fare la predica a Idv – ha detto parlando con i giornalisti alla Camera – e queste parole le rivolgo anche a noi. Ma la vera priorità di chi ha a cuore il servizio pubblico oggi è far uscire la Rai dalla paralisi in cui è stata gettata dalla legge Gasparri con il suo meccanismo di elezione del Cda”.

“…L’esperienza del Cda uscente – ha insistito l’esponente del Pd – al di là della qualità delle persone, è quella di un organismo che ha paralizzato l’emittente pubblica. Con la Gasparri si nomina un Cda che riflette i rapporti di forza di maggioranza e opposizione, un Cda che e’ solo una piccola Vigilanza. Così la Rai non va avanti, non riesce a competere; questo lo ha denunciato lo stesso presidente uscente e il presidente dell’Authority per le comunicazioni Catricalà”.

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