Altro che “spegnimento di SPID”, al momento. Un contributo di 40 milioni di euro è riconosciuto ai gestori di SPID a fronte di adeguamenti tecnologici e miglioramento della qualità dei servizi. Lo prevede un emendamento del governo al decreto legge sulla governance del PNRR, approvato in Commissione Bilancio del Senato.
A cosa servono i 40 milioni di euro?
Per raggiungere i target previsti dalla missione 1 del PNRR (digitalizzazione, innovazione, competitività), in sede di rinnovo degli accreditamenti da parte di AgID, i gestori di Spid, oltre ai servizi già erogati, dovranno garantire:
- la verifica dei dati mediante l’accesso all’Anagrafe nazionale della popolazione residente
- e provvedono agli adeguamenti tecnologici per assicurare l’innalzamento dei livelli di servizio, della loro sicurezza e interoperabilità.
L’interoperabilità sarà “lo spegnimento” di SPID?
L’interoperabilità di SPID consentirà ai suoi utenti di migrare l’identità digitale da un gestore all’altro (per esempio, dal 23 aprile Intesa non sarà più gestore SPID) o verso la carta d’identità elettronica o nel futuro European Digital Identity Wallet. Così l’interoperabilità rappresenta “lo spegnimento” di SPID?
Butti: “Iniziativa che ho voluto fortemente. I gestori con i 40 milioni dovranno garantire interoperabilità e identità digitali più sicure”
“La presentazione dell’emendamento governativo che riconosce un contributo di 40 milioni di euro a sostegno dei gestori di Spid è un primo passo avanti fondamentale verso il processo di razionalizzazione del sistema dell’identità digitale”, ha commentato Alessio Butti, Sottosegretario all’Innovazione tecnologica.
“Si tratta di un’iniziativa che ho voluto fortemente”, ha concluso Butti, “non solo per assicurare la continuità operativa del servizio, ma anche e soprattutto per garantire gli adeguamenti tecnologici necessari affinché tutti i cittadini possano beneficiare di una identità digitale sempre più sicura, affidabile ed efficiente”.