Pedofilia: giro di vite del Parlamento Ue. La Angelilli punta il dito contro il grooming e invita gli Stati a leggi più severe

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Unione Europea


Roberta Angelilli

Punire il “grooming” e i gestori di forum pedofili, disattivare i siti web pedopornografici, ostacolare i loro sistemi di pagamento online e promuovere l’uso di filtri per i siti porno. E’ quanto raccomanda il Parlamento per combattere lo sfruttamento sessuale dei bambini. Chiede anche di adottare norme comuni sul turismo sessuale, di sanzionare ogni atto sessuale con minori non consenzienti e i matrimoni forzati, ampliare le circostanze aggravanti, favorire le denunce e tutelare le vittime.

 

Approvando con 591 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni la relazione di Roberta Angelilli (UEN, IT), il Parlamento rivolge al Consiglio una serie di raccomandazioni per lottare contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e contro la pedopornografia. Anzitutto chiede di incoraggiare gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto a sottoscrivere, ratificare e attuare tutte le convenzioni internazionali pertinenti, in particolare quella del Consiglio d’Europa (firmata dall’Italia nel novembre 2007, ndr), e ad aiutarli a migliorare la loro legislazione, anche sancendo che i reati a sfondo sessuale nei confronti delle persone di età inferiore a 18 anni “siano sempre classificati in tutta l’Unione europea come abuso di minori” e penalizzando tutte le forme di abuso sessuale nei confronti dei minori.

 

Il Parlamento chiede poi al Consiglio di assistere gli Stati membri che non hanno ancora completamente attuato la decisione quadro relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile a farlo “nel più breve tempo possibile”. In tale contesto, l’accento dovrà essere posto sull’adozione di testi legislativi relativi alla definizione di pornografia infantile, prevedendo meccanismi per la protezione delle vittime e applicando le disposizioni sulla giurisdizione extraterritoriale. A quest’ultimo proposito, affinché i bambini siano tutelati efficacemente dallo sfruttamento sessuale, tutti gli Stati membri dovrebbero classificare come reato il turismo sessuale infantile e far sì che tutti i cittadini dell’UE che compiono un reato a sfondo sessuale nei confronti dei bambini in uno Stato membro dell’Unione europea o in un paese terzo “siano assoggettati a un diritto penale extraterritoriale uniforme, applicabile in tutta l’Unione europea”.

 

Ma i deputati chiedono anche di rivedere la decisione quadro in modo da elevare il livello di protezione almeno sino a quello previsto dalla Convenzione del Consiglio d’Europa e da concentrare l’attenzione sugli abusi connessi a Internet e ad altre tecnologie della comunicazione.  Più in particolare, chiedono di punire la partecipazione ad attività sessuali con una persona di età inferiore a 18 anni ricorrendo a coercizione, forza o minaccia, oppure abusando di una posizione riconosciuta di fiducia, autorità o influenza, o di una disabilità mentale o fisica del minore, o ancora dando in pagamento denaro o altre forme di compenso in cambio del coinvolgimento del bambino in attività sessuali. La nuova decisione quadro dovrebbe anche penalizzare il matrimonio forzato di un bambino nonché la partecipazione intenzionale a esibizioni di carattere pornografico che coinvolgano bambini e li costringano intenzionalmente ad assistere ad abusi o attività sessuali.

 

Lotta agli abusi on line

 

Il Parlamento chiede poi che la nuova decisione quadro penalizzi il “grooming” (ossia l’adescamento online dei minori a scopo sessuale) e la gestione di chat room pedofile o di forum di pedofili su Internet. Raccomanda agli Stati membri di adottare anche misure volte a ritirare da Internet qualsiasi materiale illegale legato allo sfruttamento dei bambini, e ad agire di concerto con i gestori di Internet per disattivare i siti web utilizzati per commettere, o per pubblicizzare la possibilità di commettere i reati contemplati dalla decisione quadro. Ma anche di esaminare la possibilità di chiudere o ostacolare i sistemi di pagamento online per i siti web coinvolti nella vendita in rete di materiale pedopornografico. Occorre inoltre incoraggiare gli Stati membri a fornire ai genitori programmi di facile gestione che consentano loro di bloccare l’accesso a siti pornografici da parte dei minori. L’Aula ha però respinto la richiesta di poter obbligare i gestori di Internet a bloccare l’accesso a tali siti web e, in caso di inadempienza, di esigere la cancellazione dei nomi di dominio registrati utilizzati a tali scopi.

 

Punire gli istigatori e ampliare le circostanze aggravanti

 

I deputati ritengono che la nuova decisione quadro debba anche penalizzare l’istigazione, la pubblicità, il favoreggiamento, la complicità e il tentativo di commettere tutti i reati in essa previsti. Suggeriscono inoltre l’ampliamento del catalogo di circostanze aggravanti nel determinare le sanzioni e la classificazione come circostanza aggravante dello sfruttamento di una posizione dominante da parte di chi commette un reato (in un contesto familiare, educativo, professionale, ecc.).

 

Impedire la recidiva e promuovere le denunce

 

I deputati raccomandano la creazione di sistemi nazionali di gestione per gli autori di reati a sfondo sessuale che comprendano la valutazione del rischio, nonché programmi di intervento per prevenire o ridurre al minimo il rischio di recidiva, e la disponibilità di terapie per gli autori di reati a sfondo sessuale, eventualmente finanziati dall’UE. Chiedono anche di modificare la decisione quadro per imporre agli Stati membri l’obbligo di garantire che i candidati a determinate attività professionali attinenti alla cura dei bambini siano soggetti a controlli del casellario giudiziario, compresa la creazione di regole chiare o linee guida per i datori di lavoro quanto ai loro obblighi.

 

Il Parlamento propone inoltre l’obbligo per le persone che operano regolarmente a contatto con i bambini di segnalare situazioni in cui vi sono fondati motivi per sospettare un abuso e suggerisce l’adozione di misure volte a incoraggiare le vittime di abusi sessuali a sporgere denuncia presso i tribunali nazionali affinché siano avviate azioni civili e penali contro gli autori di reati a sfondo sessuale. L’Aula ha però respinto (293 sì, 333 no e 8 astensioni) la richiesta di svincolare specifiche categorie professionali dall’obbligo di riservatezza nei casi in cui le informazioni su un reato provengano direttamente da una vittima di sfruttamento sessuale.

 

Tutelare le vittime, anche potenziali

 

La nuova decisione quadro, secondo i deputati, dovrebbe prevedere il miglioramento dell’identificazione dei bambini maltrattati attraverso la formazione del personale che ha contatti regolari con loro, nonché del personale delle forze dell’ordine che potrebbe avere contatti con i bambini maltrattati. Dovrebbe anche contemplare la garanzia della maggiore tutela possibile dei bambini nel corso dei procedimenti giudiziari e delle indagini al fine di evitare traumi, prevedendo un regime specifico per la raccolta, attraverso colloqui, di elementi di prova da bambini vittime. I deputati, inoltre, incoraggiano gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie volte a scongiurare la discriminazione e la stigmatizzazione delle vittime di abusi minorili.

 

Infine, il Parlamento raccomanda al Consiglio di incoraggiare gli Stati membri a istituire un sistema di allerta per i minori scomparsi al fin di migliorare la cooperazione a livello europeo e di istituire un programma d’azione volto a fornire un livello di protezione e di sostegno adeguati ai bambini che sono stati identificati come vittime di abusi sessuali in immagini pornografiche.

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