Trovato l’accordo sull’AFIR
Secondo recenti dati Acea, nell’Unione europea le vendite di veicoli a batteria sono aumentate di 17 volte in sei anni circa. Il problema però è che non c’è un’adeguata disponibilità di punti ricarica. Il numero di stazioni pubbliche nell’Ue è cresciuto di meno di sei volte tra il 2016 e il 2022. Ciò significa che le vendite di auto elettriche sono cresciute quasi tre volte più rapidamente rispetto all’installazione di punti di ricarica.
Un tema critico, su cui sostenitori e detrattori della mobilità elettrica si sono confrontati per molto tempo, a cui però sembra che l’Unione europea (Ue) abbia trovato un punto di mediazione. È stato infatti raggiunto l’accordo politico tra Parlamento europeo e Consiglio per incrementare maggiormente l’infrastruttura europea di ricarica di vetture elettriche, si nel numero, sia nell’ampiezza, soprattutto lungo le principali arterie e i corridoi del trasporto dell’Unione.
Il nuovo regolamento sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi (Alternative Fuels Infrastructure Regulation, o AFIR) non riguarda solamente le stazioni di ricarica per veicoli elettrici, ma anche la rete di stazioni di rifornimento di idrogeno, sia per automobili, sia per camion di varia grandezza o altri mezzi. L’accordo, inoltre, propone ugualmente un’infrastruttura di ricarica /rifornimento anche nei porti e gli aeroporti per ricaricare/rifornire aeromobili e imbarcazioni.
Rete di stazioni di ricarica per veicoli elettrici
Partiamo dalla mobilità elettrica su strada. A partire dal 2025 l’infrastruttura di ricarica elettrica deve crescere allo stesso ritmo della diffusione dei veicoli. A tale fine, per ciascuna autovettura elettrica a batteria immatricolata in uno Stato membro deve essere messa a disposizione una potenza di uscita di 1,3 kW nell’infrastruttura di ricarica accessibile al pubblico.
In aggiunta, sempre a partire dal 2025, lungo la rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) devono essere installate ogni 60 km stazioni di ricarica rapida di almeno 150 kW.
Riguardo ai veicoli pesanti, è necessario realizzare, a partire dal 2025, stazioni di ricarica con una potenza di almeno 350 kW. Queste stazioni devono essere dislocate ogni 60 km lungo la rete centrale TEN-T e ogni 100 km sulla più ampia rete globale TEN-T, assicurando entro il 2030 la completa copertura della rete. Le stazioni di ricarica devono inoltre essere installate in aree di parcheggio sicure per la ricarica notturna e all’interno dei nodi urbani per i veicoli addetti alle consegne.
Stazioni di rifornimento per veicoli ad idrogeno
Secondo il regolamento, a partire dal 2030 deve essere realizzata un’infrastruttura di rifornimento di idrogeno in grado di servire sia autovetture che furgoni in tutti i nodi urbani e ogni 200 km lungo la rete centrale TEN-T, le reti transeuropee di trasporto.
Punti ricarica/rifornimento anche nei porti e gli aeroporti
Nei porti marittimi, in cui il numero di scali effettuati da navi da passeggeri di grandi dimensioni è almeno 50 o in cui il numero di scali effettuati da navi portacontainer è almeno 100, entro il 2030 si deve fornire a tali navi ricarica tramite elettricità in uscita da terra.
Gli aeroporti, infine, devono fornire sistemi di ricarica agli aeromobili in stazionamento presso tutte le postazioni con pontile (gate) entro il 2025 e presso tutte le postazioni remote entro il 2030.
Standard uguali per tutti per accedere ai servizi e ai sistemi di pagamento
Il nuovo AFIR stabilisce anche degli standard per un’esperienza all’insegna della massima facilità d’uso per la ricarica e il rifornimento, grazie alla completa trasparenza dei prezzi, a requisiti minimi per l’armonizzazione delle opzioni di pagamento e all’obbligo di fornitura di informazioni coerenti ai clienti in tutta l’Unione.
L’accordo è già stato definito “storico”, anche se ci sarebbe poco da festeggiare, visto il ritardo incredibile con cui arriva questo provvedimento (che poi dovrà essere realizzato e i tempi sono piuttosto stretti), che consentirà la transizione verso un trasporto a zero emissioni e contribuirà al nostro obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, come previsto dal piano Green Deal di neutralità climatica entro la metà del secolo.
Ora manca solo l’adozione formale dell’accordo politico. Una volta completato tale processo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, le nuove norme saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entreranno in vigore dopo un periodo transitorio di 6 mesi.