Terminazione mobile: nessun passo indietro della Ue.  Deadline per le nuove tariffe fissata al 2012

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Vivianne Reding

Il Commissario Ue Viviane Reding va avanti con il suo piano per il taglio delle tariffe di terminazione mobile entro il 2012, nonostante l’opposizione manifestata da molti Stati membri.

 

Le tariffe di terminazione sono i prezzi che gli operatori si praticano l’un l’altro all’ingrosso per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti. I costi di questo servizio – che consente a un operatore di ‘consegnare’ una chiamata a un cliente quando questa arriva dalla rete di un altro gestore, fisso o mobile che sia – si ripercuotono ovviamente sui prezzi praticati ai consumatori e rappresentano una grossa fetta dei guadagni dell’industria (tra il 15% e il 20% delle entrate degli operatori più grandi).

 

Secondo le stime della Commissione, le tariffe di terminazione mobile si aggirano mediamente sui 9 centesimi di euro per ogni chiamata, contro 1 centesimo di euro per le reti fisse. Ne consegue che quando si chiama un numero di cellulare da un telefono fisso si arriva a spendere una cifra sproporzionata rispetto a quanto si spende per chiamare da rete fissa un altro numero fisso.

 

Gli operatori avevano però chiesto alla Commissione quantomeno di rimandare l’entrata in vigore dei tagli, che si tradurrebbero in una riduzione delle tariffe di terminazione di almeno il 70% rispetto ai livelli attuali, ossia fra 1,5 e 3 centesimi al minuto e andrebbero a impattare sulla salute di un’industria che, come tutte le altre, è in difficoltà per la contrazione dei consumi causata crisi economica.

Nelle scorse settimane, pareva che la Reding avesse acconsentito a questo rinvio, spostando la deadline per l’adeguamento alle nuove tariffe al 2014.

 

Ma il portavoce della Reding, Martin Selmayr, ha smentito questa ipotesi, ribadendo che il Commissario “intende fissare la deadline al 1° febbraio 2012″ , andando così contro le pressanti sollecitazioni di Paesi come la Germania e la Spagna, che insistono nel difendere gli interessi degli incumbent nazionali, Deutsche Telekom e Telefonica.

La proposta verrà formalizzata ad aprile.

 

Con il taglio alle tariffe di terminazione, Bruxelles intende eliminare la disomogeneità dei prezzi medi della terminazione e degli approcci normativi dei vari Stati membri, nonché porre fine a quello che viene percepito come un sussidio all’industria mobile non più concepibile: le tariffe di terminazione mobile sono state infatti fissate a livelli elevati per contribuire al finanziamento delle reti mobili e al contenimento dei costi dei servizi nelle fasi di partenza dell’industria mobile.

Secondo la Reding, dunque, non c’è più necessità di mantenerle a livelli così elevati, dato che le reti sono state in gran parte ammortizzate e i servizi mobili hanno raggiunto una penetrazione molto elevata in quasi tutta Europa.

 

La Ue ritiene inoltre che il taglio alle tariffe di terminazione potrà servire a raccogliere denaro per realizzare i pesanti investimenti necessari per le reti Next generation in fibra ottica.

 

Selmayr ha infine rifiutato le tesi di chi vede in questo nuovo duro intervento dell’esecutivo la risposta all’ostracismo mostrato dai ministri nazionali delle tlc verso l’approccio della Reding alla riforma del quadro normativo del settore, che dovrà essere votata in seconda lettura nella prossima seduta plenaria del Parlamento europeo ad aprile. Il Consiglio dovrebbe adottare le nuove regole a giugno, alla fine della presidenza Ceca della Ue, ma sono ancora molti i punti su cui ancora Parlamento, Commissione e Consiglio non hanno trovato un accordo.

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