Italia
Sono partite le prime audizioni del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale, secondo l’ordine già indicato sul forum dell’organismo costituito presso la presidenza del Consiglio.
Il Presidente di FIMI,
Il presidente di FIMI ha illustrato i dati di crescita della diffusione di musica in rete in Italia, oggi il 10% del mercato ma anche l’enorme grado di penetrazione della contraffazione digitale, con un danno di oltre 300 milioni l’anno, che supera l’intero mercato legale di cd e file musicali originali
Nel corso dell’audizione, Mazza ha anche evidenziato l’assoluta necessità di trovare la collaborazione dei service provider nella lotta al fenomeno illecito e ha proposto l’adozione di un provvedimento amministrativo simile a quanto previsto per i teppisti allo stadio (DaSPO) che consentirebbe di sospendere temporaneamente
Ieri è stata ascoltata anche l’AESVI (Associazione Editori Software Videoludico Italiana), come pure le principali associazioni (Anica, Frt, Fimi, Afi e Fapav) di categoria e antipirateria dei produttori di contenuti.
Dopo aver ricordato l’impatto della pirateria sul mercato dei videogiochi (+ 64% nel 2007 con un mercato illegale – 817,0 milioni di dollari – che vale ormai quanto il mercato legale – euro 557,6 milioni), con particolare riferimento al file-sharing illegale e ai dispositivi di elusione delle misure di protezione tecnologica delle console e dei videogiochi, il Segretario Generale Thalita Malagò, intervenuta in rappresentanza dell’Associazione, ha rilevato come negli ultimi anni la lotta alla pirateria, soprattutto su Internet, sia stata fortemente ostacolata in Italia da una serie di criticità a livello legislativo, di interpretazione della normativa vigente e di percezione dell’illegalità delle violazioni online.
Ha inoltre sottolineato come la pirateria dei videogiochi non comporti soltanto un danno per l’industria, ma abbia un impatto negativo anche rispetto alla tutela dei consumatori – soprattutto dei minori – nell’uso dei videogiochi. I videogiochi disponibili per lo scaricamento illegale da Internet non riportano infatti le raccomandazioni PEGI, elaborate per rendere più trasparenti contenuti ed età consigliata del videogioco aumentando così il rischio di esposizione dei minori a contenuti non adatti alla loro età.
Sulla base di queste premesse, il segretario generale ha chiesto al Comitato di voler adottare una serie di misure urgenti per rafforzare la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, con particolare riferimento alla pirateria su Internet. In questo specifico contesto, infatti, l’Italia risulta infatti tra i primi paesi al mondo per quanto riguarda lo scaricamento illegale di videogiochi dalla rete con il 17%, prima di Spagna (15,1%), Francia (7,9%), Germania (6,9%), e Polonia (6,1%). Più precisamente:
* Favorire un dialogo tra gli Internet Service Provider e i titolari dei diritti di proprietà intellettuale al fine di trovare soluzioni, di carattere legislativo o basate su codici di condotta, atte a consentire la più spedita rimozione dei contenuti illeciti conservati o ospitati su un sistema o su una rete dagli stessi controllata o operata, attraverso l’implementazione di appropriate procedure di notice and take down.
* Supportare l’adozione, anche in Italia, del modello della”risposta graduale”, attraverso l’implementazione di soluzioni che possano partire da appositi avvisi agli utenti che scarichino illegalmente alla sospensione della connessione Internet a coloro che compiono ripetutamente atti illeciti gravi e a cui siano stati prima rivolti un numero di avvisi a desistere da tale attività.
* Realizzare una campagna istituzionale di sensibilizzazione e informazione con indicazioni chiare e precise sulle norme e sanzioni che regolano l’utilizzo dei contenuti digitali protetti dal diritto d’autore.
“Negli ultimi due anni si è aperto un dibattito a livello europeo sulle possibili forme di cooperazione tra gli Internet Service Provider e i titolari dei diritti di proprietà intellettuale, grazie al quale si è creata una nuova consapevolezza sulla pirateria Internet“, ha dichiarato la Malagò, aggiungendo “Ci auguriamo che, anche sotto questa spinta, il Governo italiano possa raccogliere le istanze dell’industria dei contenuti e definire anche per l’Italia soluzioni condivise per la tutela della proprietà intellettuale in rete e per lo sviluppo del mercato digitale nel rispetto dei diritti degli utenti”.
Si registra intanto la protesta di Adiconsum contro il presidente del Comitato Antipirateria Mauro Masi, per il metodo utilizzato nella scelta dei rappresentanti dei consumatori convocati per le audizioni a partire dal 5 marzo a Palazzo Chigi
Adiconsum, dopo aver appreso dal comunicato stampa della Commissione Masi che la stessa aveva convocato, come rappresentanti dei consumatori, “Intesa Consumatori e Beuc (Bureau Europèen des Consommateurs), il cui presidente è Paolo Martinello di Altroconsumo”, ha inviato un telegramma alla stessa per chiedere l’annullamento della convocazione in quanto le sigle convocate non sono rappresentative di tutte le associazioni dei consumatori ma solo di una piccola parte. Per il dialogo tra istituzioni e Associazioni Consumatori esiste il Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU), organismo peraltro voluto proprio dallo Stato e presieduto da un suo rappresentante. È la seconda volta che Adiconsum scrive alla Commissione per sollecitarla al confronto, insieme a tutti gli altri stakeholder.
Il Comitato Tecnico contro
L’organo conta di terminare i propri lavori “in circa due mesi” e l’obiettivo è quello di contrastare le conseguenze economicamente negative derivanti dalla violazione dei diritti di proprietà intellettuale.
Parliamo di oltre 5 miliardi di euro di danni – la forchetta è tra i 4,6 e i 5,3 miliardi – , di cui circa 2 miliardi di pirateria riguarda il diritto d’autore.
Nei giorni scorsi, l’on. Luca Barbareschi ha presentato una nuova proposta di legge che presto passerà all’esame delle commissioni. Si tratta di pirateria multimediale: il testo regolamenta la diffusione telematica delle opere dell’ingegno. La novità più rilevante riguarda la delega al governo sulle piattaforme telematiche: lo Stato dovrà incentivare la realizzazione di provider per l’immissione e l’utilizzo legittimi e gratuiti di opere dell’ingegno.
“E’ un primo passo – ha detto Barbareschi – verso la regolamentazione del mondo telematico. Oggi viviamo una situazione di assoluto caos legislativo e la proposta di legge di cui sono primo firmatario vuole riempire un vuoto normativo e cercare di mettere ordine, tenendo in considerazione ogni singolo aspetto, per una materia difficile e in continua evoluzione”.