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Che sarà del vertice di Open Fiber, dopo la nomina di Barbara Marinali in Acea?

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Audit mancati? Al contrario, relazioni istituzionali molto efficaci. Ora resta da vedere quale sarà la direzione di Open Fiber, alla luce dei lacunosi risultati e delle disordinate vicende sul futuro della rete.

Verso l’azzeramento dei vertici di Open Fiber?

In Open Fiber si respira un’aria inedita, in attesa dell’ormai prevedibile azzeramento del vertice e della nomina di un nuovo CdA, circostanza che potrebbe essere ulteriormente accelerata dall’uscita di Barbara Marinali, che è stata indicata qualche giorno fa alla presidenza di ACEA dal sindaco Roberto Gualtieri.

Da un po’ di tempo, stando ad autorevoli fonti interne ad Open Fiber, la sua presenza era considerata “imbarazzante”, a causa di alcune circostanze che vogliamo qui ricordare. Da sempre sponsorizzata dal PD, Barbara Marinali era stata nominata nel dicembre del 2021 alla Presidenza di Open Fiber, a titolo risarcitorio per la mancata nomina alla presidenza di WeBuilt.

Barbara Marinali su, Franco Bassanini giù

Ne ha fatto le spese Franco Bassanini, rimosso e silurato senza alcuna grazia dal suo ruolo di presidente, perché considerato da Mario Rossetti troppo “divisivo” e soprattutto troppo “visibile” e per questa ragione aveva chiesto espressamente al vertice di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) di non rinnovarlo. Per salvare le apparenze, si disse che la rimozione di Franco Bassanini era dovuta alla necessità di rispettare la divisione tra generi. E quindi, presidenza ad una donna. Ma era una foglia di fico. E non è certo un segreto che Barbara Marinali e Mario Rossetti non hanno perso occasione per criticare oltre misura Franco Bassanini all’interno dell’azienda e metterlo da parte (a partire dalla cerimonia di insediamento, dove Bassanini non fu neanche invitato per il normale commiato dall’azienda ed il passaggio formale di testimone).

I poteri assegnati alla Marinali in Open Fiber

Barbara Marinali ha sempre dato l’idea di essere assente in azienda, anche se ha avuto deleghe pesanti. Le stesse che aveva Franco Bassanini. Vediamo allora quali erano i suoi poteri formali.

Le viene attribuita innanzitutto la responsabilità dell’audit. I fatti ci diranno se l’ha esercitata e se l’ha esercitata correttamente, visti i fin troppo evidenti problemi aziendali, come ad esempio l’enorme ritardo nei lavori e la qualità del cablaggio.

Poi la responsabilità delle relazioni istituzionali, dove sfrutta inevitabilmente i propri legami con il PD.

Ed ecco come bypassare il Codice degli Appalti?

Open Fiber è in notevole ritardo e piena di problemi ed ecco che la presidente Barbara Marinali tira fuori dal cilindro il coniglio delle “scorciatoie creative” per velocizzare le procedure. Cosa di cui non manca di vantarsi.

Come si attua la scorciatoia creativa? Bypassando il Codice degli Appalti, in modo da poter assegnare lavori pubblici per miliardi sì, ma senza i controlli dell’Autorità anti Corruzione (ANAC).

Due gli episodi che si possono ascrivere a questa strategia.

Open Fiber costituisce un Consorzio, di cui possiede l’80%, insieme al Gruppo ASPI (Autostrade per l’Italia), che ha il 20%, in particolare tramite la società controllata Amplia Infrastructures (ex Pavimental). Peccato che l’ex Pavimental sia specializzata in grandi opere e non in piccoli cantieri comunali. Ma anche con un ulteriore grave errore: l’essersi dimenticati di chiedere un parere all’ANAC. Nessuno si era infatti posto il problema.

Viene da chiedersi come sia stato possibile che soggetti del calibro di CDP ed Autostrade (tutte a controllo pubblico) abbiano messo in campo un tale dispendio di risorse di tempo e di denaro, senza aver verificato prima la fattibilità e la validità di quanto proposto dal vertice di Open Fiber. Perché l’ANAC, una volta consultata, ha espresso un parere negativo ed ha costretto l’azienda a bloccare l’iniziativa.

È a questo punto che, per aggirare l’ostacolo, salta fuori un’altra idea geniale sempre della presidente Barbara Marinali: chiedere aiuto al Governo per emanare una norma speciale ad hoc, per consentire il subappalto e scavalcare l’ANAC (inserito nel Decreto Energia/Ucraina).

Il secondo episodio ancor più grave si verifica quando il Senato durante la discussione sul DL PNRR II approva degli emendamenti proposti dal PD, e suggeriti dalla stessa Marinali, che permetteranno di bypassare completamente il Codice degli Appalti e, di fatto, spendere i soldi pubblici senza nessun alcun controllo.

Gli emendamenti proposti dal PD prevedevano infatti, tra gli altri, l’esclusione di Open Fiber dai controlli previsti dal Codice degli Appalti delle concessioni per le Aree bianche e dei lavori per le Aree grigie. 

La presidente Barbara Marinali se ne prende il merito e ringrazia con una mail tutti i collaboratori interni per il successo ottenuto.

Adesso auguriamo a Barbara Marinali un buon lavoro nel suo nuovo incarico in ACEA, nella speranza che assolva più attentamente i suoi compiti, valutando con accuratezza anche i possibili conflitti di interesse tra Open Fiber ed ACEA, visto che eseguono congiuntamente lavori sulla città di Roma.

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