Il nuovo piano industriale 2023-2025 di Tim, presentato in concomitanza con il bilancio 2022, punta sullo sviluppo dell’FTTH e sull’aumento dei prezzi Consumer e su un’inversione di tendenza sul fronte ricavi nel mercato domestico dopo sei mesi di flessione. Manca però un impegno dichiarato sullo switch off del rame, che costituisce ancora lo zoccolo duro dei ricavi da fisso della compagnia, come dimostra l’ultimo Osservatorio Agcom.
Il piano è in continuità con quello presentato dall’ad Pietro Labirola il 7 luglio 2022, al netto delle trattative in corso per la cessione della NetCo dopo l’offerta non vincolante di KKR e in attesa di una potenziale controfferta di CDP-Macquarie.
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FY22 Preliminary Results 2023-25 Plan
Obiettivo del nuovo piano, ricavi in aumento
Gli obiettivi del nuovo piano sono in primo luogo la crescita dei ricavi da servizi a livello di gruppo per tutti gli anni del piano: “TIM prevede ricavi di gruppo da servizi in crescita low single digit nel 2023 con il business domestico sostanzialmente stabile e il Brasile in crescita high single digit; ricavi di gruppo da servizi in crescita low single digit; Ebitda organico di gruppo in crescita mid single digit nel 2023, con il business domestico stabile o in crescita low single digit e il Brasile in crescita low double digit; Ebitda organico in crescita nel periodo di piano mid single digit; Ebitda organico after lease di gruppo in crescita low to mid single digit per il 2023; Ebitda organico after lease di gruppo in crescita mid single digit”, si legge nella nota aziendale.
Investimenti annui annunciati per 3,1 miliardi: bastano per gli obiettivi di ‘Italia a 1 Giga’ al 2026?
Ancora, “il Capex di gruppo è atteso a circa EUR4,0 miliardi nel 2023, stabile nell’arco di piano; a livello domestico, sono previsti EUR3,1 miliardi di investimenti annui; l’equity free cash flow after lease di gruppo cumulato è atteso leggermente positivo in orizzonte di piano”, prosegue la nota.
Resta da capire se questo livello di investimenti, spalmato su fibra e 5G, sia sufficiente per garantire gli obiettivi di copertura del piano Italia a 1 Giga, che ha fissato al 2026 la data per la copertura ultraveloce di tutta la popolazione. Un target molto ambizioso, che chiama gli operatori (tutti, non soltanto Tim) ad uno sforzo economico non indifferente in un contesto economico difficile.
Nuova configurazione
Assieme al piano basato sull’attuale modello organizzativo e di business, la configurazione aziendale ottimizzata composta da specifiche entities prevede quattro linee strategiche:
“TIM Consumer, in cui proseguono le iniziative volte a implementare la strategia di posizionamento premium “Value vs. Volume”, con l’obiettivo di una differenziazione rispetto ai concorrenti. Proseguirà, altresì, il progressivo repricing della base clienti, assieme all’introduzione di meccanismi di adeguamento all’inflazione”, si legge.
Ciò significa che Tim punterà su un aumento dei prezzi nel segmento consumer, per adeguarsi all’inflazione e per rialzare la testa in un mercato altamente competitivo com’è l’arena del mobile.
Tim riuscirà a differenziarsi dalla concorrenza?
In che modo?
La vecchia idea di puntare sui contenuti di Timvision, in particolare sul calcio e sui diritti della Serie A in tandem con DAZN, è fallita. A questo punto ci si chiede, ad esempio, se Tim intenda partecipare nuovamente alla gara per l’assegnazione dei diritti della Serie A per il prossimo triennio. In caso contrario, in che modo la compagnia intende rilanciare il business Consumer per alimentare l’Arpu.
Tim Enterprise, NetCo e Brasile
“TIM Enterprise: per il 2023-2025, è prevista una crescita superiore al mercato di riferimento, con un CAGR dei ricavi pari al 6% in orizzonte di piano, grazie a un’accresciuta standardizzazione e industrializzazione delle offerte e al consolidamento di una proposta in bundle per la pubblica amministrazione”, si legge.
“Per TIM Brasil, l’azienda mantiene la sua focalizzazione su una strategia di valore e trarrà un’ulteriore spinta alla crescita dall’integrazione degli asset di Oi, continuando nel suo percorso verso una “Next Gen Telco””, si legge.
Infine, “per NetCo (se resterà nel perimetro aziendale, il che è tutto da vedre ndr), le priorità strategiche di TIM sono una forte spinta alla migrazione delle linee su tecnologia FTTH, associata a un ambizioso piano di copertura delle reti fissa e mobile. Entro il 2025, il gruppo ha l’obiettivo di raggiungere in FTTH il 48% delle unità immobiliari del Paese. Sul segmento mobile la priorità è la massimizzazione della copertura in 5G, che entro il 2025 raggiungerà il 90% della popolazione”, si legge.
Basteranno gli investimenti complessivi di 3,1 miliardi di euro all’anno per raggiungere questi obiettivi di copertura in fibra fino alle case?
A quando lo spegnimento del rame?
“Sul fronte ESG, il piano 2023-2025 definisce le priorità per tutte le aree di business e le operations, con l’obiettivo di migliorare l’impatto a livello ambientale e sociale e al contempo i risultati di business. Tutto ciò tramite la ricerca di efficienza, l’utilizzo dell’economia circolare nei processi, gli acquisti innovativi e sostenibili, la fornitura di nuovi servizi per la PA e le imprese, guidando la transizione digitale.
Il consiglio di amministrazione ha altresì deliberato di non procedere alla cooptazione di un consigliere in sostituzione di Arnaud de Puyfontaine, tenuto conto dell’approssimarsi dell’assemblea (prevista il prossimo 20 aprile) che sarà chiamata a decidere sulla nomina”, chiude la nota.
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