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Tiscali brinda al rientro del fondatore Renato Soru nel Cda dell’Isp sardo, registrando in tarda mattinata a Piazza Affari un rialzo dell’1,6%.
Ieri il fondatore e principale azionista di Tiscali, con circa il 20% del capitale sociale, è rientrato in consiglio di amministrazione. Dovendo scegliere tra politica e azienda, l’ex governatore della Sardegna ha deciso di tornare alle origini e il consiglio di amministrazione lo ha cooptato “…accogliendo con grande favore il ritorno”.
“Il suo sarà certamente un contributo importante nel percorso intrapreso di ridefinizione del piano industriale e finanziario del gruppo”, ha commentato al termine della riunione Mario Rosso, presidente e amministratore delegato di Tiscali.
Nella stessa riunione, si legge inoltre nella nota, il Cda “…ha esaminato e preso atto del positivo andamento del processo di rinegoziazione del debito con i principali finanziatori”.
Jp Morgan e Intesa Sanpaolo stanno trattando i termini dell’accordo di sospensione dei pagamenti di interessi, quote capitali e dei covenant finanziari e avrebbero chiesto garanzie di continuità per il processo già avviato.
Soru intanto ha partecipato ieri alla riunione del Consiglio regionale seduto tra i banchi della minoranza. Era la sua prima uscita pubblica dopo la sconfitta alle elezioni del 15 febbraio, ma ai giornalisti che lo aspettavano fuori dalla sala consiliare non ha rilasciato nessun commento.
E’ stata probabilmente anche la sua ultima seduta, perché la legge statutaria approvata il 10 luglio 2008 che regola i casi di conflitto di interessi obbliga Soru a una scelta dicotomica. E Soru ha scelto Tiscali.
Secondo indiscrezioni provenienti da ambienti finanziari, Soru, anche se per ora è stato cooptato solo come consigliere, assumerà la presidenza mentre Rosso dovrebbe mantenere la carica di amministratore delegato. Il manager, da un anno alla guida del gruppo, sta lavorando anche al nuovo piano industriale e al connesso piano finanziario la cui presentazione è all’ordine del giorno del consiglio del 27 marzo.
Le nuove linee guida avrebbero dovuto tenere in considerazione la cessione degli asset inglesi.
Infatti giusto qualche settimana fa sono saltate le trattative con
Secondo stime ufficiose, gli asset d’oltremanica sono valutati in 500 milioni di euro.
“…Il mercato ha frainteso la rottura della trattativa con BSkyB come il primo passo per l’insolvenza – ha commentato un operatore – ma successivamente è arrivato il rimbalzo“. La comunicazione non era, infatti, stata ben accolta in Borsa e solo successivamente alla decisione delle banche di sospendere il pagamento dei debiti si è registrata una netta ripresa.
A pesare sulle negoziazioni anche la querelle col premier Silvio Berlusconi che a più riprese ha attaccato Soru, impegnato nella competizione elettorale in Sardegna, come politico e imprenditore, citando tra l’altro il licenziamento di 250 dipendenti su 800.
Un atteggiamento, quello del presidente del Consiglio, poco condivisibile visto che colpiva una società quotata in Borsa che comunque rappresenta un’interessante realtà sul mercato italiano dell’Ict.