Schiavitù e abuso sessuale su minori: due nuove proposte legislative per proteggere ‘i cittadini più vulnerabili contro le più orribili forme di criminalità’

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Il vicepresidente Barrot, ‘Il nostro messaggio è chiaro: queste forme di criminalità senza frontiere sono inaccettabili. L'Europa continuerà a emanare le norme più elevate e più ambiziose per combatterle’

Unione Europea


Pedofilia

Nel 2008 sono stati individuati più di 1.000 siti internet commerciali e circa 500 non commerciali con contenuti pedopornografici, il 71% dei quali negli Stati Uniti. Si calcola che il 20% circa dei siti pedopornografici sia di tipo non commerciale (prevalentemente “Peer-to-Peer”).

Secondo stime, il 20% circa in media degli autori di reati sessuali tende a commettere nuovamente il reato dopo la condanna, mentre stime scientifiche documentate indicano che in Europa una minoranza significativa di bambini – tra il 10% e il 20% secondo – sarà vittima di violenze sessuali nell’infanzia.

 

Al fine di proteggere “i cittadini più vulnerabili contro le più orribili forme di criminalità” la Commissione europea ha adottato oggi due nuove proposte legislative dirette a inasprire la lotta contro la tratta degli esseri umani, l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia.

Destinate a sostituire l’attuale normativa in vigore rispettivamente dal 2002 e dal 2004, le due proposte garantiranno il pieno allineamento con le norme europee più elevate, una migliore assistenza alle vittime e un’azione penale più dura contro gli autori del reato, tenendo conto anche della rapida trasformazione delle tecnologie nel ciberspazio.

 

Tre i fronti d’intervento: perseguire gli autori del reato, proteggere le vittime e prevenire i reati.

 

La proposta relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori agevola l’applicazione di sanzioni nei confronti degli autori del reato, rendendo penalmente perseguibili nuove forme di abuso come il cosiddetto “grooming“, ovvero l’adescamento di minori su Internet a fini di abuso, il fatto di visionare materiale pedopornografico anche senza scaricare i file o di indurre un minore a posare in atteggiamenti sessualmente espliciti di fronte a una webcam.

 

I “turisti sessuali” che si recano all’estero per abusare di minori saranno perseguiti una volta tornati in patria. I bambini vittime di abusi potranno testimoniare senza doversi trovare di fronte all’autore del reato in tribunale, in modo da evitare traumi aggiuntivi, e riceveranno consulenza e assistenza legale gratuita. Ogni colpevole dovrà sottoporsi a un esame individuale e avere accesso a un trattamento personalizzato onde evitare il rischio di recidiva. L’interdizione del condannato dall’esercizio di attività che comportino contatti con minori deve essere effettiva e applicata non solo nel paese in cui è stata pronunciata la condanna, ma in tutta l’Unione. Saranno poi introdotti sistemi per impedire l’accesso alle pagine Internet contenenti materiale pedopornografico.

 

 

La proposta relativa alla lotta contro la tratta degli esseri umani ravvicina tra loro le normative e le sanzioni penali nazionali e provvede affinché gli autori del reato siano perseguiti anche se hanno commesso il fatto all’estero. La proposta permetterà alla polizia di disporre di strumenti investigativi, come le intercettazioni telefoniche, usati per combattere la criminalità organizzata. Le vittime riceveranno alloggio e cure mediche e, se necessario, protezione da parte della polizia in modo che possano ristabilirsi e che non abbiano timore di testimoniare contro gli autori dei reati. Saranno poi protette da ulteriori traumi durante il procedimento penale derivanti, ad esempio, dal ripetersi di audizioni sulla loro esperienza di vittime dello sfruttamento sessuale. Le vittime riceveranno consulenza giuridica gratuita nel corso dell’intero procedimento, anche ai fini di una domanda di indennizzo. La proposta incoraggia l’introduzione di sanzioni contro i clienti delle persone costrette a offrire servizi sessuali e contro i datori di lavoro che sfruttano le vittime della tratta e istituisce organi indipendenti di monitoraggio incaricati di misurare i risultati delle azioni previste.

 

Le due proposte saranno esaminate dal Consiglio dei Ministri dell’UE e, una volta approvate, dovranno essere recepite nelle normative nazionali.

 

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, sono 225 milioni le persone nel mondo vittime della tratta a livello transnazionale o nei loro paesi, la maggior parte a fini di prostituzione (43%) o di lavoro (32%). Tra le vittime dello sfruttamento sessuale forzato a fini commerciali, la stragrande maggioranza (98%) è costituita da donne e ragazze. I dati a disposizione lasciano supporre che ogni anno siano diverse centinaia di migliaia le persone vittime della tratta in direzione dell’UE o all’interno dell’UE. (a.t.)

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