Europa
“Dobbiamo ‘disinquinare’ l’economia delle pratiche sleali, così come dobbiamo fermare l’inquinamento dell’ambiente”. Così il Commissario Ue alla Protezione dei consumatori, Meglena Kuneva ha espresso la sua soddisfazione per l’operato dell’Antitrust italiano, che lunedì ha comminato multe complessive per 2,2 milioni di euro a società telefoniche e fornitori di contenuti per pratiche commerciali scorrette riguardanti i servizi legati alle suonerie.
La Kuneva – ricordando che la mega ammenda ha origine da un’inchiesta condotta in tutti i 27 paesi Ue dai rispettivi regolatori nazionali – si è detta “molto soddisfatta” della decisione del Garante Antonio Catricalà, definendola un “esempio concreto di come possono funzionare bene le norme europee sulle pratiche commerciali sleali, sia per la protezione dei consumatori e che per garantire la concorrenza”.
Con 4 provvedimenti distinti, l’Antitrust ha colpito diverse società fornitrici dei servizi – Dada ha subito una sanzione di 125.000 euro, Buongiorno di 115.000 euro, Zed di 95.000 euro e Zeng di 55.000 euro – ma anche gli operatori mobili che hanno tratto vantaggi economici dalle offerte in questione.
Telecom Italia e Vodafone le più colpite, con multe pari, rispettivamente, a 640 mila euro 560 mila euro.
A Wind è stata quindi comminata una sanzione di 480 mila euro e ad H3G di 155 mila euro.
Le sanzioni di lunedì, tra l’altro, si aggiungono a quelle comminate lo scorso ottobre per 1,16 milioni di euro sempre in relazione a messaggi promozionali per la vendita di suonerie, giochi, loghi e sfondi che non mettevano in adeguata evidenza le informazioni relative all’effettivo contenuto del servizio, ai costi e alle modalità di fruizione, inclusa la disattivazione.
Quello delle suonerie e dei loghi per i cellulari è un business fiorente, che frutta alle compagnie coinvolte introiti calcolati in 800 milioni di euro all’anno, con l’80% dei siti che vendono suonerie al di fuori delle norme Ue.
Il presidente Codacons Carlo Rienzi ha stimato che il prezzo medio di una suoneria va dai 3 ai 5 euro e ha sottolineato che tra le principali scorrettezze a danno degli utenti vi è “la prassi di non specificare l’avvenuta adesione ad abbonamenti settimanali, nonché quella di non indicare chiaramente come disdire il servizio di invio suonerie direttamente sul cellulare”.
L’indagine relativa alle suonerie è la seconda inchiesta condotta a livello europeo dopo quella nei confronti delle biglietterie aeree online, condotta per verificare il rispetto della normativa vigente a tutela dei consumatori e di informare gli operatori e i consumatori per dissuadere i primi dall’adozione di comportamenti scorretti e rassicurare i secondi riguardo all’effettiva tutela dei loro diritti.
L’inchiesta ha riguardato i prezzi ingannevoli, la disponibilità delle offerte e le clausole abusive dei contratti e ha coinvolto 15 autorità nazionali della Ue, nonché la Norvegia, evidenziando “problemi gravi e persistenti a danno dei consumatori” in tutta l’industria dei trasporti aerei.
Il 35% dei 386 siti web oggetto dell’indagine è stato infatti sottoposto a provvedimenti coercitivi nel corso degli ultimi sette mesi a motivo della violazione delle norme comunitarie per la protezione dei consumatori.
Riguardo la nuova indagine a tappeto relativa all’ecosistema delle offerte per personalizzare il cellulare, anche in altri Paesi ci sono stati provvedimenti amministrativi e sono stati chiusi dei siti internet che offrivano suonerie.
Truffe odiose soprattutto perché le principali vittime sono i più giovani, che credendo di scaricare una suoneria si ritrovano invece abbonati a un servizio da cui è difficilissimo liberarsi. Tanto più che dalle segnalazioni giunte alle associazioni dei consumatori risulta che gli operatori mobili consentano di acquisire i contenuti anche a debito: se il credito è finito, in sostanza, il costo del contenuto acquistato verrà scalato alla ricarica successiva.
Il Commissario Kuneva ha concluso auspicando che Europarlamento e Consiglio Ue approvino al più presto una proposta di direttiva volta ad armonizzare i diritti dei consumatori europei, soprattutto in ambito internet.
“Norme europee di questo tipo – ha dichiarato – possono servire molto a ripristinare la fiducia dei consumatori nei mercati”.