Telemedicina

IA, quest’anno nel mondo saranno monitorati da remoto 75 milioni di pazienti

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La diffusione delle tecnologie di monitoraggio da remoto (Rpm) con intelligenza artificiale di pazienti oncologici, o con problemi cardio-vascolari, o del sistema circolatorio e respiratorio, farà progressivamente aumentare il numero di coloro che ricevono assistenza e cura sanitaria a domicilio. Lo studio.

Nel 2027 l’1,4% della popolazione mondiale sarà curata con soluzioni IA-RPM

I notiziari riportano, ormai, quasi settimanalmente degli ospedali e delle strutture sanitarie sotto pressione per l’aumento dei ricoveri, della mancanza di personale qualificato e della necessità di trovare delle soluzioni alternative per la cura delle persone, magari in casa, magari sfruttando le tecnologie avanzate di monitoraggio da remoto dei pazienti (Remote patient monitoring, o Rpm), sempre più potenziate dall’intelligenza artificiale (IA).

Un nuovo studio di Juniper Research ha stimato in 75 milioni i pazienti che quest’anno, in tutto il mondo, saranno seguiti da remoto tramite tecnologie Rpm. L’aumento degli investimenti in questo settore farà sì che entro il 2027 il numero di persone la cui salute sarà monitorata tramite soluzioni avanzate di telemedicina saranno non meno di 115 milioni in tutto il mondo, l’1,4% della popolazione umana.

Frequenza cardiaca, flusso sanguigno e variazioni dello sforzo respiratorio, saranno parametri da monitorare semplicemente stando a casa, tramite soluzioni tecnologiche che integreranno sempre più l’IA.

Entro il 2027 saranno investiti a livello globale in queste soluzioni 175 miliardi di dollari

Tra le soluzioni maggiormente adottate troviamo monitor di diversa grandezza, tecnologie indossabili per la raccolta dei dati, sistemi wireless e applicazioni mobili, mentre per convogliare e organizzare le informazioni provenienti da tutte queste fonti è disposto un apposito repository (o più semplicemente archivio digitale dei dati).

Queste applicazioni utilizzano una vasta gamma di dati relativi alla salute del paziente, tra cui pressione sanguigna, peso, altezza, livelli di zucchero nel sangue, indice di massa corporea e frequenza cardiaca. Le informazioni vengono quindi ben documentate e inviate ai medici che forniscono teleassistenza. Gli operatori sanitari in seguito, con l’uso di vari programmi, tra cui unità di terapia intensiva, strutture di controllo sanitario preventivo, reparto infermieristico, faciliteranno il paziente con la diagnosi e il trattamento corretti.

Il mercato americano sarà il più dinamico nei prossimi anni, con investimenti crescenti in soluzioni di AI-RPM stimati in 308 milioni di dollari entro la fine di quest’anno, fino a 1,58 miliardi di dollari attesi entro il 2030.

Secondo uno studio Market and Markets, il valore globale del mercato AI-RPM dovrebbe raggiungere i 175 miliardi di dollari entro il 2027.

Più tecnologia, ma anche educazione all’utilizzo di tali servizi. La cura di un essere umano non si delega alle macchine

L’autrice della ricerca per M&M Researrch, Cara Malone, ha commentato: “Esiste una gran varietà di dispositivi connessi che possono essere utilizzati per il monitoraggio cardiaco dei pazienti, ad esempio per il controllo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Alcuni di essi possono risultare di difficile utilizzo per i pazienti meno preparati tecnologicamente. I fornitori devono quindi dare priorità alla semplificazione dei dispositivi, rendendoli più accessibili, attraverso miglioramenti del software, nuovi modelli di comunicazione che favoriscano l’utilizzo di queste tecnologie da parte degli utenti, per migliorare i risultati sanitari“.

Ritrovarsi in casa, circondati da diversi dispositivi informatici connessi in rete, potrebbe disorientare l’individuo malato e i suoi famigliari. Ovviamente serve il monitoraggio costante del personale infermieristico e regolari analisi dei medici specializzati. L’intelligenza artificiale può contribuire a colmare i buchi temporali fisiologici tra un controllo e l’altro.

L’assistente virtuale che segue il paziente domiciliato ha infatti il compito di supervisionare il flusso dei dati sanitari in tempo reale, pronto ad individuare qualsiasi variazione anche impercettibile degli stessi dai valori attesi, così da prevenire anche eventuali criticità, segnalandole al personale specializzato che opera dall’altra parte dello schermo.

Ovviamente, dal punto di vista del paziente, da una parte l’ambiente domestico è più confortevole rispetto a quello ospedaliero, oltretutto meno pericoloso in termini di potenziali infezioni dovute a batteri e virus (di cui purtroppo le struttura sanitarie a volte sono focolai), dall’altra è necessario garantire un contatto visivo regolare con il personale medico e gli stessi medici specializzati. La comunicazione e la comprensione tra le due parti è fondamentale, quanto le cure e il monitoraggio dei valori. L’esercizio della cura di un essere umano non si può delegare alle macchine.

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