Regolamento

5G, Bruxelles verso nuove regole per tagliare burocrazia e costi delle reti

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La Commissione Ue vuole tagliare la burocrazia che blocca il pieno sviluppo delle nuove reti 5G. Il Gigabit Infrastructure Act in dirittura d'arrivo dovrebbe essere presentato il prossimo 10 febbraio.

La Commissione Ue vuole tagliare la burocrazia che blocca il pieno sviluppo delle nuove reti 5G. L’obiettivo è tagliare il costo per le nuove reti aiutando fra gli altri i grandi operatori come Deutsche Telekom, Orange e Tim ad accelerare la costruzione dei network. Lo scrive la Reuters, citando la bozza di un documento, denominato Gigabit Infrastructure Act, che dovrebbe essere presentato il prossimo 10 febbraio.

La nuova normativa potrebbe portare risparmi di circa 40 milioni di euro in costi amministrativi annui, secondo il documento.

“Molte delle modifiche proposte mirano a rendere le regole e le procedure più chiare, snelle e semplici, consentire alle parti di comprendere facilmente i propri diritti e doveri e cercare di promuovere sinergie”, afferma il documento.

“La proposta prevede inoltre orientamenti a livello di Unione (accesso all’infrastruttura fisica, comprese le infrastrutture interne, e alcuni criteri per l’accesso e regole di coordinamento delle opere civili) che dovrebbero facilitare l’attuazione coerente delle disposizioni pertinenti nonché la risoluzione di potenziali controversie.”

Accesso libero a reti pubbliche come le fognature

La misura afferma inoltre che i fornitori di telecomunicazioni possono accedere alle infrastrutture fisiche di proprietà o controllate da enti del settore pubblico, indipendentemente dalla loro ubicazione, a condizioni eque e ragionevoli.

Secondo Euractiv, il nuovo regolamento si concentra anche sull’accesso agli edifici pubblici, sul coordinamento delle opere civili, sulla semplificazione delle procedure di rilascio delle autorizzazioni e sugli sportelli unici.

Si tratta di fatto della revisione della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga (Broadband Cost Reduction Directive), adottata nel 2014 ma di fatto largamente ignorata o male interpretata da parte degli stati membri, che per questo hanno optato per una legislazione che non deve essere recepita a livello nazionale.

Cuore della nuova legge è la condivisione delle infrastrutture e la semplificazione delle procedure.

Tower company diventano operatori di rete

La definizione di operatore di rete è stata estesa per includere i fornitori di infrastrutture fisiche wireless come le società di gestione delle infrastrutture di telecomunicazione (“tower company”). Questo tipo di società, sempre più presente sul mercato, svolge un ruolo centrale nella diffusione del 5G.

Inoltre, il progetto di regolamento estende il diritto di accesso al tutte le infrastrutture possedute o controllate da organismi del settore pubblico che abbiano un ruolo nello sviluppo delle nuove reti.

In altre parole, gli operatori avranno il diritto di distribuire la fibra attraverso la rete fognaria, ma non attraverso ospedali o monumenti. L’implementazione può anche essere rifiutata per motivi di integrità della rete e fattibilità tecnica.

Tutte le richieste di accesso ragionevoli dovrebbero essere gestite secondo termini e condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (FRAND), compreso il prezzo. Gli Stati membri potrebbero istituire un organismo responsabile della gestione di tali richieste di accesso e della fornitura di consulenza legale sulle condizioni di accesso.

Per facilitare l’accesso, tutti gli operatori di rete avrebbero il diritto di accedere, attraverso uno sportello informativo unico, a determinate informazioni essenziali sull’infrastruttura fisica esistente, tra cui la sua ubicazione, il tipo e l’uso.

Gli operatori di rete e gli enti pubblici dovrebbero fornire queste informazioni essenziali entro un anno dall’entrata in vigore del regolamento. Tale obbligo di trasparenza non riguarda le infrastrutture ritenute critiche per la sicurezza del Paese o nei casi in cui tale obbligo sarebbe troppo sproporzionato.

Lavori di ingegneria civile

Il testo prevede che qualsiasi operatore di rete che realizzi opere civili finanziate con fondi pubblici, in tutto o in parte, dovrà approvare qualsiasi ragionevole richiesta scritta relativa al coordinamento con altri operatori che realizzano reti ad alta capacità.

Tali richieste dovrebbero essere approvate a condizione che non comportino costi aggiuntivi e ritardi e che siano presentate due mesi prima della presentazione del progetto definitivo alle autorità competenti al fine di ottenere un permesso.

Per garantire tale coordinamento, la proposta prevede che gli operatori di rete mettano a disposizione tempestivamente e in modo proattivo, attraverso lo sportello unico informazioni, alcune informazioni essenziali relative alle opere civili previste.

Licenza

La proposta stabilisce un nuovo principio secondo cui le norme che definiscono le condizioni e le procedure per il rilascio delle autorizzazioni devono essere coerenti a livello nazionale. Inoltre, prevede che gli onorari di tali procedure non possano superare i costi amministrativi.

Tutti gli invii devono passare attraverso un’unica finestra informativa. Ulteriori misure sono state poste in essere per garantire la tempestiva approvazione dei permessi, anche sotto forma di tacita approvazione o diritto al risarcimento dei danni causati dal mancato rispetto dei termini di legge.

Infrastrutture interne e sportelli unici

Secondo la bozza di regolamento, i nuovi edifici o gli edifici in fase di ristrutturazione importante devono rispettare gli obblighi in materia di infrastrutture all’interno degli edifici, come i punti di accesso alla rete e il cablaggio in fibra ottica, comprese le ristrutturazioni effettuate per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio.

Di conseguenza, per il rilascio delle licenze edilizie sarà necessario un certificato obbligatorio che indichi che un edificio è “pronto per l’installazione della fibra ottica”, tranne in alcuni luoghi in cui tale requisito sarebbe sproporzionato. Gli Stati membri dovrebbero adottare norme nazionali o specifiche tecniche per ottenere questo certificato.

Inoltre, per favorire la digitalizzazione della procedura nazionale e la condivisione delle informazioni, le autorità degli Stati membri dovrebbero creare sportelli unici, che potrebbero essere finanziati dall’UE.

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