Scarica l’Eurobarometro d’autunno 2022
Eurobarometro d’autunno 2022, la policrisi attanaglia l’Europa
L’Unione europea sta attraversando forse il momento più drammatico della sua storia recfente. La pandemia da Covid-19 prima, il rincaro delle bollette energetiche poi, i costi crescenti delle materie prime, la difficoltà di approvvigionamento per molti prodotti e componenti chiave per l’industria, la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche annesse, inflazione e recessione, sono tutte paure che si diffondono sempre di più tra i cittadini ogni giorno che passa.
Gli europei iniziano ad avere paura del futuro e secondo l’Eurobarometro d’autunno 2022 del Parlamento europeo sono diversi i punti di crisi individuati in tutti e 27 gli Stati membri.
Qui di seguito la classifica delle paure più diffuse tra la popolazione dell’Unione:
- aumento del costo della vita (93%);
- povertà ed esclusione sociale (82%);
- i rischi del cambiamento climatico (81%);
- la guerra in Ucraine e possibile coinvolgimento di altri Paesi (81%);
- i rischi di incidenti nucleari (74%).
Ecco come la policrisi di questo momento storico, così complesso e caratterizzato da numerose sfide particolarmente impegnative, sta impattando sulla società europea:
- il 46% degli intervistati ritengono di aver già registrato una riduzione del proprio tenore di vita;
- il 39% si aspetta una riduzione del proprio tenore di vita entro il 2023;
- il 39% denuncia difficoltà crescenti nel pagare le bollette energetiche.
Si mantiene alta la fiducia nelle istituzioni Ue, ma si chiedono interventi rapidi
Paura, ma anche fiducia nelle istituzioni dell’Unione, nonostante lo scandalo del Qatargate al Parlamento europeo. I cittadini, infatti, ritengono che Bruxelles debba con urgenza pianificare una serie di misure straordinarie, tra cui:
- azioni di lotta alla povertà e all’esclusione sociale (37%);
- investire di più sulla salute pubblica (34%);
- intensificare il contrasto ai cambiamenti climatici (31%);
- sostenere l’economia e l’occupazione (31%).
Le tante crisi aperte e in particolare la guerra della Russia contro l’Ucraina, stanno rafforzando il sostegno dei cittadini all’Unione europea:
- il 62% vede l’adesione all’UE come una “buona cosa”, che rappresenta uno dei risultati più alti mai registrati dal 2007;
- il 66% considera importante l’appartenenza del proprio paese all’UE;
- il 72% ritiene che il proprio paese abbia tratto vantaggio dall’essere membro dell’UE;
- il 36% degli europei afferma che il contributo dell’Ue al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza sono i principali benefici del farvi parte (+6% su base annua);
- il 35% ritiene che l’UE faciliti una migliore cooperazione tra gli Stati membri;
- il 30% che l’Ue contribuisca concretamente alla crescita economica.
In questo scenario in rapida evoluzione, all’Unione europea si chiede inoltre di fare qualcosa di fondamentale per la tenuta sociale e la stabilizzazione della situazione economica:
- difendere la democrazia e le sue istituzioni (36%);
- continuare a proteggere e favorire di diritti umani, in Europa e nel resto del mondo (29%);
- assicurare la libertà di pensiero (28%).
Gli italiani e la policrisi
L’indagine dell’Europarlamento ha coinvolto più di 26 mila persone in tutta Europa, di cui circa 1026 in Italia. Queste le preoccupazioni maggiori evidenziate dai nostri connazionali rispetto alla media europea:
- il 45% chiede interventi per il sostegno all’economia e all’occupazione (contro una media UE del 31%);
- il 42% chiede maggiori investimenti nella sanità pubblica (contro una media UE del 34%);
- il 32% è vuole interventi più decisi per contrastare costo della vita e impoverimento delle famiglie (contro una media UE del 37%);
- il 31% indica come priorità il contrato ai cambiamenti climatici (contro una media UE simile del 31%).
Gli italiani hanno espresso ulteriori preoccupazioni, tra cui: il futuro dell’Europa (25%; media UE 27%), i piani di trasformazione dell’industria e dell’agricoltura (23%; media UE 17%), diritti dei consumatori (20%; media UE 14%), la tutela dei valori democratici (19%; media UE 27%), la protezione delle frontiere esterne e la creazione di un sistema di Difesa comune (18%; media UE 24%).