Il diritto all’oblio entra, finalmente, in modo concreto, anche nel processo penale italiano. La persona nei cui confronti sono stati pronunciati una sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere ovvero un provvedimento di archiviazione può richiedere:
- che sia preclusa l’indicizzazione/pubblicazione sul web, su siti e motore di ricerca generalisti, del medesimo provvedimento quando si effettuano ricerche sulla rete internet a partire dal nominativo dell’istante.
- o che sia disposta la deindicizzazione, da parte dei motori di ricerca generalisti, di contenuti relativi al procedimento penale, quando si effettuano ricerche sulla rete internet a partire dal nominativo dell’istante.
Lo prevede la riforma ‘Cartabia’
È previsto dall’articolo 64-ter della cosiddetta ‘legge Cartabia’ nella parte relativa alle modifiche alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale in vigore da 3 giorni e nasce dalla proposta di Enrico Costa di Azione.
DaL 1 gennaio 2023 sarà vigente la mia proposta sull’oblio per gli assolti: i motori di ricerca dovranno dissociare i nomi degli assolti dalle notizie circolanti in rete sulle inchieste da cui sono risultati innocenti. Basta innocenti marchiati a vita da indagini finite nel nulla
— Enrico Costa (@Enrico__Costa) December 31, 2022
Come chiedere la deindicizzazione sui motori di ricerca
Quindi, un cittadino assolto, in modo definitivo, in un processo penale, che legge sul web, in articoli di giornali, accostato al suo nome ancora “indagato” o “condannato in primo grado”, ha diritto di richiedere ai motori di ricerca la deindicizzazione di quelle notizie.
Potrà avanzare la richiesta di delisting a Google, Bing e agli altri motori di ricerca presentando il provvedimento di assoluzione su cui la cancelleria del giudice appone la nuova formula: “Il presente provvedimento costituisce titolo per ottenere, ai sensi e nei limiti dell’articolo 17 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, un provvedimento di sottrazione dell’indicizzazione, da parte dei motori di ricerca generalisti, di contenuti relativi al procedimento penale, rispetto a ricerche condotte a partire dal nominativo dell’istante”.
E recentemente, la Corte di Cassazione ha sancito che “Diritto all’oblio deve essere garantito con deindicizzazione globale e non solo su motori di ricerca in Ue”.
Diritto all’oblio e articoli web, il Garante dice no alla cancellazione. “Ok solo alla deindicizzazione”
Attenzione, la riforma ‘Cartabia’ non prevede la cancellazione degli articoli in cui, chi invoca il diritto all’oblio, figura ancora come indagato o imputato, anche se, successivamente, è stato assolto. Su questo dibattito ha fatto chiarezza il Garante della Privacy ad aprile 2021: “Diritto all’oblio e articoli web, no alla cancellazione. Ok solo alla deindicizzazione” sui motori di ricerca generalisti e sul motore di ricerca dello stesso sito web dei giornali. Ovviamente, è buona prassi per i siti web aggiornare la relativa notizia con l’assoluzione definitiva.