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Risultati trimestrali superiori alle attese per Apple, trainata dalle vendite di iPhone e iPod, andate meglio del previsto.
Il fatturato del trimestre chiuso a marzo, il secondo per Apple, si è attestato a 8,16 miliardi di dollari – superiore al consensus di 7,96 miliardi – in crescita dell’8,7%. L’utile netto è stato di 1,21 miliardi di euro o 1,33 dollari ad azione, contro 1,05 miliardi dell’anno precedente e attese di 1,09 dollari ad azione.
Sempre prudente nelle sue previsioni, Apple ha anticipato di attendere per il trimestre in corso un utile per azione da
Le vendite di iPod nel trimestre sono cresciute del 3% rispetto allo stesso periodo
“Penso che in un contesto economico migliore, le nostre vendite sarebbe state certamente superiori, ma abbiamo comunque realizzato il miglior trimestre della nostra storia, escludendo i periodi festivi, nonostante la situazione economica nella quale ci troviamo”, ha commentato il direttore finanziario Peter Oppenheimer.
Apple controlla attualmente circa il 12% del mercato degli smartphone e, secondo Gartner, potrebbe arrivare al 20% nel giro di cinque anni.
A far gongolare Apple, tra l’altro, anche l’avvicinarsi di un altro record: quello del primo miliardo di applicazioni scaricate dall’App Store, il negozio virtuale per acquistare programmi per la personalizzazione dei dispositivi Apple lanciato poco più di nove mesi fa e con a disposizione oltre 25mila software (gratuiti e a pagamento).
Un risultato senza precedenti, anche per Apple stessa, visto che ci sono voluti circa due anni perché iTunes – il negozio di musica di Apple – raggiungesse il primo miliardo di brani scaricati a pagamento.
Apple non ha mancato di sottolineare questo record, apponendo sul proprio sito un contatore che segnala il numero di download mancati per arrivare a quota un miliardo.
L’utente che scaricherà la miliardesima applicazione riceverà un buono da 10 mila dollari da spendere su iTunes o per prodotti Apple.
Oltre alla semplicità d’utilizzo, il successo dell’App Store è legato anche al modello economico di distribuzione dei contenuti scelto da Apple, che cede agli sviluppatori il 70% dei guadagni legati alla vendita delle applicazioni e si accolla i costi di tutte le carte di credito, di web hosting e delle infrastrutture associate.
Una manna comunque per la società e un mezzo per fidelizzare i consumatori, che non ha mancato di scatenare l’inseguimento da parte dei concorrenti: l’ultimo in ordine di tempo a inseguirne la scia è stato RIM, con il lancio di App World ma nel settore hanno fatto il loro ingresso anche Nokia col suo portale Ovi, Microsoft col Windows Marketplace for Mobile e Google con Android Market.
Apple ha quindi annunciato di attendere il rientro di Steve Jobs per fine giugno, dopo un congedo per malattia durato sei mesi.
Jobs, che era già stato operato di cancro al pancreas nel 2004, era stato visto negli ultimi tempi molto dimagrito e aveva annunciato che i suoi problemi di salute erano ‘più complessi’ di quanto immaginato in un primo momento.
Jobs ha quindi ceduto la gestione del gruppo al numero due Tim Cook, pur restando pronto a intervenire nelle decisioni strategiche.