Rai: incontro di vertice tra Masi e Mockridge per decidere sul dossier Sky Italia

di Raffaella Natale |

Italia


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Accantonato l’Odg con il completamento delle nomine – le prossime ci saranno dopo le elezioni per l’Europarlamento – il Cda della Rai tornerà a riunirsi giovedì 28 per discutere il dossier Sky Italia.

Domani, invece, si incontreranno il direttore generale Mauro Masi e l’amministratore delegato della Pay TV, Tom Mockridge.

Col contratto tra Rai e Sky in scadenza a fine luglio, è urgente l’avvio di una trattativa per stabilire se sia più conveniente per la Rai rinnovare l’intesa o puntare tutto su Tivusat, la nuova piattaforma costituita con Mediaset e Telecom Italia Media e operativa entro l’estate.

 

Masi, su mandato unanime del Cda e sulla base dei risultati del rapporto costi/benefici stilato dal suo staff, si appresta a “…fare una prima analisi del progetto che non è finalizzata – dicono al settimo piano – solo alla questione economica”, ma riguarda “la prospettiva del mercato per le due aziende“.

 

Quel che è certo è che Sky chiede un contratto per sette anni, la Rai si vuole fermare a tre.

L’offerta è di 350 milioni – cioè 50 milioni l’anno per sette anni – per i canali di Rai Sat (Extra, Premium, Cinema, Smash Girls, Yo Yo, mentre il precedente contratto prevedeva anche Gambero Rosso); più circa 75 milioni per le produzioni di Rai Cinema. In più, si stimano in 7-8 milioni l’anno i proventi pubblicitari raccolti dalla Sipra attraverso il satellite. Ma Viale Mazzini vuole 200 milioni per gli oltre 20 canali in digitale terrestre. 

Tale proposta, si è spiegato ancora da Sky, viene ritenuta “frutto di un ragionamento molto ponderato“, quindi “congrua” e “in linea con gli standard del mercato. In ogni caso – si è precisato – come accade in tutte le trattative, siamo pronti a discutere”.

E si fa però presente “con fermezza” il problema dei tempi: “Il contratto scade il 31 luglio, ma per rispetto degli abbonati, qualora l’accordo per i canali di Rai Sat non fosse rinnovato, bisognerebbe predisporre un’offerta alternativa“.

 

Il viceministro delle comunicazioni, Paolo Romani, interpellato sulla trattativa tra la Tv pubblica e Sky, ha sottolineato che la Rai ha un obbligo di presenza su “ogni” piattaforma, ma non su “tutte“: per quel che riguarda il satellite, “spetta all’azienda scegliere quale sia la piattaforma più indicata”.

Insomma, nessun obbligo per la Rai di rimanere sulla piattaforma del tycoon dei media Rupert Murdoch. Tuttavia, ha spiegato il viceministro, “sono problemi interni dell’azienda e sarebbe improprio che io parlassi ora“. Così come “improprio” sarebbe commentare l’ipotesi che la Rai pretendesse da Mediaset garanzie per un’uscita contemporanea da Sky.

 

Intanto Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky Italia, ha dichiarato in un’interista: “…Non so quali piattaforme useremo nel 2015. Certo il 31 dicembre 2011 scade il vincolo che ci impedisce di trasmettere via digitale terrestre, quindi dal 2012 potremo usare anche quel canale. Il dubbio riguarda la sua capacità trasmissiva piuttosto limitata, soprattutto per trasmettere alta definizione. E noi sull’alta definizione puntiamo molto, tanto che in un anno prevediamo di raddoppiare i canali in HD”.

Scrosati non ha escluso uno sviluppo anche sull’Iptv, “…Sky Italia ha fatto una scelta diversa da quella della cugina BSkyB in Inghilterra: è stata quella di offrire il proprio bouquet sulle tre Iptv nazionali, Telecom Italia, Fastweb e Wind. Lo sviluppo di questa piattaforma dipenderà da due fattori: il primo è il gradimento del pubblico, il secondo è l’effettiva ampiezza di banda che gli operatori metteranno in campo e la conseguente qualità di trasmissione“.

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