Idrogeno per i trasporti pesanti, il decreto in GU
Via libera alla sperimentazione dell’idrogeno nel settore dei trasporti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Saranno 230 milioni di euro le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per questa misura (Pnrr).
Come recita il testo, l’investimento prevede, entro il 31 marzo 2023 l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per lo sviluppo di stazioni di rifornimento a base di idrogeno e, entro il 30 giugno 2026, l’attivazione di almeno 40 stazioni di rifornimento.
Dove saranno installate le stazioni di servizio
Per la localizzazione delle stazioni di rifornimento si considerano come prioritarie le aree strategiche per i trasporti stradali pesanti, come le zone vicine a terminal interni, le rotte più interessate al passaggio di mezzi per il trasporto delle merci a lungo raggio e i collegamenti ai sistemi di trasporto pubblico locale con mezzi alimentati a idrogeno, si legge in una nota del ministero.
In particolare, le stazioni di rifornimento dovranno soprattutto rispondere alle esigenze dell’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste, dei corridoi delle reti europee Ten-T.
Riguardo i progetti delle stazioni di servizio sulla rete stradale, le proposte progettuali dovranno presentare un’analisi quantitativa integrata delle filiere industriale e operativa.
Interoperabilità e decarbonizzazione
In linea con la direttiva 2014/94/UE sull’infrastruttura per i combustibili alternativi, le stazioni dovranno assicurare agli utenti un accesso senza alcuna discriminazione relativa alle tariffe, ai metodi di applicazione e di pagamento e ad altri termini e condizioni d’uso.
Secondo stime contenute nel Pnrr stesso, l’idrogeno potrebbe raggiungere una penetrazione del 7% nel settore trasporti entro il 2030. Sperimentare questo vettore energetico nel comparto trasporti, quindi per i camion e gli autocarri ad esempio, è particolarmente significativo soprattutto in ragione del fatto che le emissioni di questo settore rappresentano quasi il 10% del totale.
Il nostro Paese, inoltre, partecipa al primo importante progetto di comune interesse europeo (Ipcei) sulle tecnologie per la creazione di una catena del valore europea dell’Idrogeno, denominato “IPCEI Hy2Tech” (anche IPCEI H2 Technology o IPCEI Idrogeno 1), con una dotazione complessiva di 700 milioni di euro.