Unione Europea
Non ha convinto neanche gli ex monopolisti delle tlc europee la bozza di raccomandazione per la regolamentazione dell’accesso alle reti ultraveloci di nuova generazione che la Commissione europea ha posto a consultazione venerdì scorso.
Dopo il giudizio negativo espresso dagli operatori alternativi (riuniti nell’associazione ECTA), anche gli operatori di Etno hanno bocciato la proposta di raccomandazione, che si limiterebbe a estendere gli attuali obblighi regolamentari alle nuove reti, senza pensare di sfruttare il potenziale di nuovi meccanismi per promuovere gli investimenti.
Così com’è stata concepita, insomma, la bozza di raccomandazione Ue finirebbe per “disincentivare gli investimenti” nelle nuove reti in fibra ottica, pure considerate un “key driver” della ripresa economica dell’Europa.
Troppo “onerosi” secondo il direttore Etno Michael Bartholomew, gli obblighi di accesso e controllo dei prezzi, quando invece ci sarebbe bisogno di un approccio regolamentare “innovativo e mirato”, in grado di incoraggiare tutti i player a “investire e condividere i rischi”, mantenendo gli attuali livelli di competizione.
Mentre gli operatori alternativi lamentavano l’introduzione di ‘vacanze regolamentari’, di nuove barriere all’entrata e di nuovi privilegi per gli incumbent, questi ultimi ritengono che la raccomandazione porterebbe a una “regolamentazione spropositata”, prevedendo che “tutte le forme di accesso debbano essere rese disponibili in parallelo e fornite a prezzi basati sui costi”.
L’applicazione della raccomandazione, secondo Bartholomew, “renderebbe impossibile agli operatori negoziare condizioni di accesso su termini ragionevoli” e minerebbe la valenza commerciale dell’accesso alle nuove reti.
La proposta della Commissione, inoltre, “ignora il principio di neutralità tecnologica” e “mira ad imporre costose architetture di rete”, introducendo allo stesso tempo “un pregiudizio contro soluzioni già utilizzate nelle più moderne economie”, aumentando significativamente i costi per gli investitori e i clienti finali.
E ancora, aggiunge Bartholomew, limitando la sua analisi all’accesso alla rete fissa, la bozza di raccomandazione “sottovaluta lo sviluppo competitivo” attualmente raggiunto dai mercati, portando a un’eccessiva regolamentazione di una piattaforma tecnologica.
“La raccomandazione non incoraggia i regolatori a tenere conto delle divergenti condizioni competitive in un dato mercato nazionale” e, sebbene includa la possibilità di nuovi modelli tariffari in grado di permettere “una condivisione più equa dei rischi”, essa restringe severamente la possibilità di applicarli nella pratica, vanificando di fatto “il potenziale di ridurre i rischi e incrementare gli incentivi agli investimenti”.
“La raccomandazione dovrebbe inviare un segnale forte per incoraggiare gli investimenti e consentire l’emergere, ove possibile, di una concorrenza basata sulle infrastrutture per il pieno vantaggio dei consumatori, senza prescrivere l’andamento del mercato, né selezionare la tecnologia o i modelli di business vincenti”, conclude Bartholomew.
La bozza di raccomandazione sulla regolamentazione dell’accesso era già stata posta a consultazione alla fine del 2008 ed è stata rivista alla luce delle osservazioni rese dagli operatori interessati per includere meccanismi di ripartizione del rischio tra gli operatori e gli investitori interessati all’accesso alle nuove reti di comunicazione ultraveloci.
L’obiettivo della Commissione è quello di realizzare un quadro normativo comune al fine di promuovere gli investimenti nelle reti, garantendo al contempo il mantenimento della struttura concorrenziale del mercato.
Il progetto di raccomandazione posto a consultazione fa parte della strategia europea per la banda larga. La consultazione pubblica sarà aperta fino al 24 luglio 2009. La Commissione prevede di adottare la raccomandazione, tenendo conto delle osservazioni pervenute, entro la fine dell’anno.