Software antipornografia: la Cina insiste nonostante le forti critiche

di Raffaella Natale |

Cina


Utenti internet in Cina

La Cina è decisa a dotare tutti i pc personali di un software antipornografia, nonostante le lamentele arrivate da tutto il Paese e anche dall’estero.

Stamani il China Daily ha riportato la dichiarazione di un funzionario del Ministero dell’Industria e delle Tecnologie dell’informazione, che ha voluto mantenere l’anonimato, secondo il quale il governo non ritirerà il progetto di dotare tutti i computer, a partire dal 1° luglio, di questo programma contro la pornografia.

 

La scorsa settimana, alcuni diplomatici americani hanno espresso al governo i loro timori verso queste disposizioni, come ha confermato il portavoce dell’Ambasciata statunitense in Cina.

“Abbiamo avuto un incontro preliminare con il Ministero dell’Industria – ha detto il portavoce Richard Buangan – per far presente le nostre preoccupazioni”.

 

Per i difensori dei diritti dell’uomo, questo programma potrebbe consentire al regime di controllare ancora di più la rete, in nome della lotta alla pornografia.

 

Le sanzioni previste dal governo mancano di chiarezza riguardo all’istallazione del software. Inizialmente si prevedeva che il programma fosse integrato su tutti i computer venduti in Cina, ma l’esecutivo ha affermato in seguito che si poteva anche acquistare separatamente senza obbligo di installazione.

 

Da più di dieci giorni, Li Fangping, un avvocato di Pechino, ha chiesto inutilmente l’apertura delle audizioni pubbliche.

 

La Cina dispone della più grande popolazione internet del mondo, con quasi 300 milioni di utenti, ma si caratterizza anche per l’eccessivo controllo della rete. La stampa ufficiale cinese ha difeso il software, considerandolo necessario per proteggere i più giovani dai rischi del web.

 

La scorsa settimana, una piccola società informatica americana ha accusato il regime cinese d’aver piratato uno dei propri prodotti per portare avanti questo controverso progetto.

Il gigante americano dei software Microsoft, il cui sistema operativo Windows è montato sul 90% dei computer nel mondo, ha invocato la libertà d’espressione di fronte al progetto cinese.

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