Vodafone verso l’acquisizione di T-Mobile? Gli analisti scettici, ‘Troppi problemi strategici e regolamentari’

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Vittorio Colao

Deutsche Telekom è “aperta a tutte le opzioni” riguardo la vendita di T-Mobile, che tuttavia non è ancora stata messa in agenda. Lo ha riferito una fonte vicina alla compagnia, dopo le indiscrezioni del Financial Times circa una prossima acquisizione della divisione mobile britannica del colosso tedesco da parte di Vodafone.

 

Il mercato mobile d’oltremanica è uno tra i più maturi al mondo: O2, divisione della spagnola Telefonica, ne controlla la quota più importante (27%), seguita da Vodafone ( 25%), Orange (22%) e 3 (8%).

L’acquisizione di T-Mobile, dunque, permetterebbe al gruppo di Vittorio Colao di conquistare la prima piazza, con una quota del 40%.

Il valore di T-Mobile si aggira tra i 3 e i 4 miliardi di euro.

 

A febbraio, Vodafone ha annunciato un accordo con 3 UK per la fusione delle rispettive attività in Australia. Da allora si erano inseguite speculazioni circa un merger tra le due società anche sul mercato britannico, dove però la divisione del conglomerato asiatico Hutchison Whampoa è legata da un accordo di condivisione delle infrastrutture proprio con T-Mobile.

 

Il Ceo di Vodafone, che si è discostato dall’aggressiva politica di espansione portata avanti dal predecessore Arun Sarin, deve tuttavia affrontare in qualche modo il costante declino dei profitti, legato sia alla pressione regolamentare che a quella dei concorrenti, soprattutto sul mercato britannico, che è l’unico in Europa a contare 5 operatori mobili attivi.

 

Colao ha spiegato ai giornalisti che “ci sono pochi mercati dove il consolidamento avrebbe senso e noi, come operatore leader del mercato, abbiamo il dovere di valutarle tutte”.

“Se un accordo in tal senso è in grado di migliorare le condizioni del mercato, faremo del nostro meglio”, ha aggiunto Colao.

 

Gli analisti, tuttavia, si sono dimostrati scettici sia riguardo l’opportunità di effettuare una simile compravendita in un momento così difficile per l’economia mondiale, sia riguardo il successo di un’eventuale fusione tra due società così importanti in un mercato così competitivo.

Il pericolo, per Vodafone, sarebbe quello di pagare un prezzo eccessivo per T-Mobile per poi vedere svanire la base utenti: in Gran Bretagna sono infatti molti gli utenti che decidono di cambiare operatore mobile per approfittare di offerte più vantaggiose e dopo un’eventuale fusione molti utenti potrebbe optare di non restare con Vodafone e di cambiare gestore.

 

Potrebbero inoltre presentarsi ostacoli sul fronte della concorrenza: la nuova società che nascerebbe dall’unione tra Vodafone e T-Mobile finirebbe infatti per essere dominante sul mercato britannico e sarebbe sottoposta a diversi vincoli da parte dell’antitrust, che dovrà valutare se un nuovo operatore, più grande ed efficiente, sarebbe in grado di offrire i servizi a un prezzo più conveniente o se, al contrario, la rimozione di un player dal mercato farebbe salire i prezzi al dettaglio.

Problemi sorgerebbero inoltre riguardo la proprietà dello spettro radio, alla luce del processo di redistribuzione delle risorse in corso in Gran Bretagna, e riguardo il montante economico dell’operazione: Deutsche Telekom non è costretto a vendere e difficilmente accetterà offerte che non le portino un sostanziale premium, nonostante le difficoltà della divisione britannica, la cui svalutazione per 1,8 miliardi di euro ha causato al primo trimestre di quest’anno una perdita netta di 1,12 miliardi di euro contro l’utile di 924 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno scorso.

T-Mobile UK ha inoltre perso oltre 110 mila clienti e ne conta ora circa 16 milioni, inclusi quelli apportati dall’operatore virtuale Virgin Mobile. Vodafone ne conta invece 19,2 milioni.

 

Avrebbe molto più senso dal punto di vista della concorrenza, quindi, un accordo tra T-Mobile e 3, che andrebbe a creare un quarto operatore con una dimensione giusta per competere ma non tale da creare problemi di contrazione della concorrenza.

 

Deutsche Telekom, intanto, ha confermato i target per il 2009, sottolineando che le condizioni del business non miglioreranno fino alla fine di quest’anno.

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