Nasce l’Ipcei “Hy2Use”
Approvato dalla Commissione europea un nuovo progetto di comune interesse europeo o Ipcei per accelerare la ricerca e l’innovazione, il lancio delle prime applicazioni e realizzare un’efficiente catena del valore nel settore dell’idrogeno.
“L’idrogeno può essere un fattore di svolta per l’Europa. È fondamentale per diversificare le nostre fonti energetiche e contribuire a ridurre la nostra dipendenza dal gas russo. Dobbiamo fare di questo mercato attualmente di nicchia un mercato su vasta scala. Per questo motivo stiamo creando una banca per l’idrogeno e incrementeremo la nostra parteipazione finanziaria a importanti progetti di comune interesse europeo”, ha dichiarato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha commentato: “Lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio e, in particolare, per l’idrogeno verde, e la costruzione delle infrastrutture necessarie per la sua utilizzazione, ci avvicineranno al nostro obiettivo di fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050”.
Infrastrutture e nuove tecnologie per integrare l’idrogeno nei processi industriali
In totale sono 35 i progetti selezionati nell’ambito di questo secondo Ipcei per l’idrogeno, portati avanti da 29 imprese (anche Pmi e startup) di più Stati europei, per complessivi 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che a loro volta dovrebbero sbloccare altri 7 miliardi di euro di investimenti privati.
“Hy2Use”, questo il nome della nuova impresa europea per la decarbonizzazione del continente, coprirà una parte cospicua della catena del valore dell’idrogeno sovvenzionando:
la costruzione di infrastrutture connesse all’idrogeno, in particolare elettrolizzatori e infrastrutture di trasporto su larga scala, per la produzione, lo stoccaggio e il trasporto di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio;
lo sviluppo di tecnologie innovative e più sostenibili per l’integrazione dell’idrogeno nei processi industriali di molteplici settori, in particolare quelli che sono più difficili da decarbonizzare, come il settore dell’acciaio, del cemento e del vetro.
I progetti italiani coinvolti
I progetti selezionasti provengono dalle imprese di 13 Stati dell’Unione europea: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia e Italia.
Per il nostro Paese sono quattro le imprese che vedranno finanziati i propri progetti dall’Ipcei Hy2Use: c’è la NextChem (controllata da Maire Tecnimont), a cui andranno 194 milioni di euro; SardHy Green Hydrogen (la newco costituita da Saras ed Enel Green Power per il progetto relativo alla raffineria di Sarroch); South Italy Green Hydrogen (società di Enel Green Power); e RINA – CSM (Centro Sviluppo Materiali).
Complessivamente, le quattro imprese italiane riceveranno dall’Ue finanziamenti per 500 milioni di euro.
“Puntare sull’idrogeno è una parte fondamentale della strategia di rilancio industriale che i Paesi europei hanno il compito di portare avanti per favorire l’ammodernamento e la trasformazione dei processi produttivi di filiere industriali attraverso lo sviluppo di fonti energetiche alternative necessarie per realizzare la decarbonizzazione”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che ha aggiunto: “Un ruolo decisivo in questa sfida lo svolgono le imprese italiane che possiedono le competenze e le tecnologie necessarie a raggiungere questi obiettivi”.
Idrogeno strategico per gli obiettivi climatici UE
La visione strategica della Commissione per un’Unione climaticamente neutra, pubblicata a novembre 2018, stima la crescita della quota dell’idrogeno nel mix energetico europeo fino al 13-14 % entro il 2050 (oggi è inferiore al 2%).
Secondo Bruxelles, l’applicazione su larga scala dell’idrogeno pulito è decisiva affinché l’UE possa raggiungere obiettivi climatici più ambiziosi con efficienza di costo, riducendo le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 50-55 % entro il 2030.
“Hy2Use” segue ed integra il primo progetto IPCEI sulla catena del valore dell’idrogeno, l’IPCEI “Hy2Tech“. La differenza tra i due è che mentre il primo riguarda le infrastrutture connesse all’idrogeno, il secondo si concentra più sugli utenti finali e il settore della mobilità.