Twitter rinnova l’homepage: una barra di ricerca per reperire i ‘tweets’. Il sito punta a essere mezzo di informazione real time

di Raffaella Natale |

Mondo


La nuova homepage di Twitter

La rete di microblogging, Twitter, ha sviluppato una nuova homepage destinata ad attirare utenti. Il sito presenta adesso diverse funzioni per la ricerca all’interno delle proprie pagine. Viene, infatti, proposta una barra di ricerca che consentirà agli iscritti, ma anche a chi non lo è, di consultare gli ultimi “tweets“, i brevi messaggi da 140 caratteri che postano gli utenti, su argomenti a loro scelta.

Naturalmente in cima ai risultati delle ricerche ci saranno gli argomenti più “caldi”, quelli a cui gli appassionati di Twitter hanno dedicato un maggior numero di post.

 

Il cofondatore, Biz Stone, in un messaggio pubblicato martedì sul blog ufficiale della società, ha dichiarato che la nuova homepage punta a dimostrare “la potenza di Twitter come mezzo di comunicazione in tempo reale di ciò che avviene nel mondo”.

 

L’obiettivo, ha detto Biz Stone, è quello di spingere un numero crescente di persone a iscriversi a Twitter e utilizzarlo come piattaforma di informazione.

 

A riguardo, proprio nei giorni scorsi, il Garante Privacy è intervenuto in Italia per mettere in guardia dall’uso di informazioni personali reperite sui social network. E’ vero che ormai su queste piattaforme si reperiscono tante notizie, ma bisogna fare attenzione e valutare la fondatezza ciò che si legge sul web.

 

Dal momento che la rete costituisce una fonte di dati sempre più utilizzata dai giornalisti, il Garante ha deciso di inviare una lettera al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e alla Fieg (Federazione italiana degli editori giornali) per sensibilizzare sul “corretto utilizzo delle informazioni presenti sulla rete” e per richiamare direttori e giornalisti al più scrupoloso rispetto dei principi “che costituiscono l’essenza di una corretta e professionale attività giornalistica”.

 

Il Garante ha pertanto ribadito che la facile accessibilità delle informazioni – notizie, fotografie e dati personali – reperibili sui social network non esime i giornalisti che ne vogliono usufruire dal verificare con la massima scrupolosità la loro “esattezza e completezza”, nonché la loro “pertinenza coi fatti narrati”.

 

L’accuratezza del lavoro di verifica dei dati, ha aggiunto il Garante, è resa ancor più doverosa dal fatto che molte delle persone che creano il proprio profilo su un social network ignorano che le informazioni immesse sono facilmente raggiungibili attraverso i motori di ricerca: chiunque, dunque, può accedervi ed è bene che anche gli utenti prestino maggiore attenzione ai dettagli magari abbastanza ‘privati’ che inseriscono.

 

A questo proposito, il Garante ha ricordato che nelle scorse settimane il gruppo di lavoro Articolo 29, l’organo consultivo indipendente della Ue per la protezione dei dati personali, ha emanato una direttiva che suggerisce di sottoporre i gestori di siti come Facebook, ma anche i loro utenti, agli obblighi previsti dalla Direttiva sulla Protezione della privacy per i ‘responsabili del trattamento dei dati’.

 

I timori sono fondati visto il numero crescente di persone che usano queste piattaforme “sociali”. E adesso sono anche le istituzioni che ricorrono ai social network.

 

In Gran Bretagna il governo ha sdoganato l’ultima mania, Twitter, con una vera e propria guida di istruzioni per i suoi dipendenti.

 

Twitter ha preso piede tra i politici d’oltremanica, da qui l’esigenza di predisporre una serie di guidelines per spiegare l’uso del servizio a ministri e dipendenti pubblici: i messaggi devono essere “umani e credibili”, scritti nell’inglese “informale del parlato”, in linea con lo stile impiegato dagli altri utenti di Twitter e lontano il più possibile dal linguaggio dei comunicati stampa.

Linee guida però un po’ troppo prolisse – 20 pagine, oltre 5mila caratteri – per spiegare un sistema di messaggi che ne usa poche decine.

Il governo consiglia ai ministeri di produrre dai 2 ai 10 “tweets” al giorno, con un intervallo di almeno 30 minuti fra loro per “evitare di investire gli utenti con veri e propri flussi di Twitter”.

Il documento sostiene che l’utilizzo di Twitter farebbe ‘perdere’ ai funzionari ministeriali soltanto un’ora al giorno, incluso il tempo impiegato a discutere, nei vari meeting giornalieri, quali messaggi Twitter inviare durante la giornata.

 

Diventato celebre come strumento dei fan per seguire i pensieri e la vita privata di celebrità del calibro di Oprah Winfrey (2 milioni di contatti) e Ashton Kutcher (3 milioni), Twitter si è recentemente rivelato un potente veicolo di comunicazione, mobilitazione e protesta nelle principali crisi internazionali, in Iran e in Moldova.

Nel mondo diversi governi – in prima fila il presidente americano Barack Obama (oltre 1,8 milioni di seguaci) e la Casa Bianca – ne fanno già uso. Fra i ministri italiani più attivi nel microblogging, c’è il Ministro degli Esteri Franco Frattini che proprio martedì pubblicava su Twitter – e sulla sua pagina di Facebook – un bilancio in cifre dei suoi primi 15 mesi di lavoro alla Farnesina.

 

E grande successo su Twitter anche per il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: in due settimane ha raggiunto quota 1050 utenti.

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