Vodafone e Wind siglano accordo di co-siting. Più efficienza e rispetto per l’ambiente, ma anche notevoli risparmi sui costi di gestione

di Alessandra Talarico |

Italia


Antenne

La condivisione dei siti della rete di accesso radiomobile è una strada sempre più battuta dagli operatori telefonici, che cercano così di contenere i costi di gestione, migliorando, nel contempo, la copertura e la qualità dei servizi offerti ai clienti.

In questo senso va l’accordo siglato da Vodafone Italia e Wind, che condivideranno siti esistenti e futuri, e infrastrutture “passive” di rete, come le opere civili, pali e tralicci, impianti elettrici e di condizionamento.

L’accordo – della durata di sei anni rinnovabile – permetterà ai due operatori di mantenere la proprietà delle rispettive infrastrutture e degli apparati elettronici che erogano il servizio e di continuare a programmare e a realizzare autonomamente lo sviluppo delle reti: su di esse, entrambi si offriranno reciproca “ospitalità” in modo anche da ridurre il numero complessivo di stazioni dislocate sul territorio nazionale e, quindi, da limitare l’impatto ambientale degli impianti.

 

“L’intesa – ha spiegato Alberto Ripepi, Direttore delle Tecnologie di Vodafone Italia – porterà benefici ai Clienti che usufruiranno di servizi migliori, all’azienda, in termini di riduzione dei costi infrastrutturali di gestione, e all’ambiente e al territorio, in quanto si conseguirà un significativo risparmio energetico e una riduzione del numero complessivo di installazioni”.

 

La condivisione delle reti tra gli operatori mobili sta diventando un argomento molto discusso, alla luce della maturità dei mercati europei, del declino dei profitti legati alla voce e, ora, anche del rallentamento economico.

 

La diminuzione del numero di siti richiesti per la copertura del territorio ha infatti un notevole impatto sul business: si riducono le spese d’impianto e d’esercizio – e quindi in teoria i prezzi praticati agli utenti finali – e si possono effettuare più investimenti in prodotti e servizi innovativi.

La condivisione delle reti – che può concretizzarsi attraverso un accordo di roaming all’ingrosso, la condivisione delle infrastrutture passive o con l’unione di reti di accesso radio separate – ha infatti il potenziale di cambiare il modello economico degli operatori e di trasformare la banda larga mobile in realtà in maniera migliore, più veloce e più economica.

 

Secondo il parere di alcuni analisti, a questo punto sarebbe addirittura necessario un quadro regolatorio e commerciale armonizzato a livello europeo, in modo che questa scelta diventi la regola e non l’eccezione.

 

La legislazione europea permette e incoraggia infatti soltanto la condivisione delle infrastrutture passive, mentre per quanto riguarda la condivisione della rete di accesso radio (RAN) la situazione, è meno chiara.

 

Vodafone è l’operatore che più di tutti ha puntato sugli accordi di condivisione: con Telefonica spartisce la rete mobile in Germania, Spagna, Irlanda e nel Regno Unito. Sul mercato britannico, Vodafone era già legata da un simile accordo con Orange, mentre su quello spagnolo e indiano intese sono state strette con Yoigo e Bharti Airtel. Sempre in Gran Bretagna, 3Uk condivide i propri siti con T-Mobile.

 

In base a un accordo di co-siting del 2007, inoltre, la società condivide quasi 10mila siti con Telecom Italia.

Quest’ultima, a sua volta ha siglato poche settimane fa un accordo di co-siting con 3 Italia su 2.000 siti: l’intesa riguarda le infrastrutture “passive” (pali, cavi, sistemi di alimentazione elettrica e di condizionamento e altre infrastrutture civili) e consentirà un risparmio del 30% sui costi di ciascun operatore.

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