Non tutti gli operatori europei sono d’accordo a far pagare i Gafam per la realizzazione delle nuove reti nella Ue. Il rischio che i grandi editori di contenuti in streaming riprendano con la mano sinistra quello che hanno dato con la destra è più che possibile. Basterebbe che le grandi piattaforme come Netflix domandassero a loro volta una remunerazione agli operatori per i loro contenuti. Quale operatore potrebbe accettare di separarsi da Netflix o da Disney+?
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Telco nella morsa fra media e piattaforme
Ma per il momento, scrive Le Figaro, le piattaforme sono ancora in fase di conquista e la principale preoccupazione è che i consumatori le possano ritrovare su tutti i tipi di schermo, televisore compreso. Per scongiurare il pericolo di scomparire e continuare a portare un valore aggiunto ai clienti che usano i loro decoder, gli operatori si affidano alla loro interfaccia cliente.
In altre parole, una volta visualizzata la schermata di benvenuto dell’operatore sul televisore, fai di tutto per garantire che l’utente rimanga in questo universo e navighi attraverso i contenuti offerti.
Ma anche qui la concorrenza si fa sempre più dura per le telco. Le piattaforme americane negoziano direttamente con i produttori di televisori come Samsung, LG, Philips, Sony, Hisense, Panasonic con cui chiudono degli accordi globali.
Il rischio per le telecomunicazioni è di vedere sfilacciati i rapporti con i propri clienti, di perdere un po’ di più i contatti. Fino alla scomparsa dei decoder TV, che segnerebbe la fine definitiva della convergenza tra telecomunicazioni e media.
Sobrietà energetica
Ansiosi di preservare la disponibilità dei contenuti e delle loro reti, un’altra pista è citata dagli operatori e da Bruxelles: chiedere alle piattaforme di adattare il formato dei contenuti alle dimensioni dello schermo su cui vengono visualizzati. Il 4K dovrebbe essere riservato agli schermi TV (possibilmente grandi monitor per PC) e optare per risoluzioni inferiori per gli schermi degli smartphone.
Questa forma di sobrietà volontaria non altera in alcun modo l’esperienza del cliente e consente di ridurre il volume di dati che transitano attraverso le reti. Ha il vantaggio di sfuggire ai vincoli delle negoziazioni finanziarie e di avere un impatto ambientale positivo. Meno dati significa anche meno consumo di energia. Ma è anche molto meno affascinante da presentare agli investitori desiderosi di entrate aggiuntive e molto meno di rinunciare alla bella storia della convergenza tra telecomunicazioni e media.