O almeno, di nuovo il rossetto… Un brutto segno? Forse no, non ancora. Bisogna sapere che, per radicata tradizione, ci sono prodotti che si vendono molto bene quando l’economia invece va molto male. Uno di questi è proprio il rossetto. Ci si è accorti del fenomeno durante la Grande Depressione, quando i rossetti sono stati tra i pochi prodotti ‘non essenziali’ le cui vendite sono cresciute per tutto il periodo.
Il tema è tornato in auge durante la recessione del 2001 quando il CEO della Estée Lauder, Leonard Lauder, lo ha ricordato per spiegare l’andamento in controtendenza della sua azienda in un altro periodo buio per l’economia. Così è nato il curioso – e influente – ‘Lipstick index’, uno strumento di previsione che secondo molti operatori di borsa segnalerebbe le recessioni in arrivo.
L’idea degli analisti è che possa assistere nel prevedere le ‘burrasche economiche’ in quanto l’acquisto del rossetto raramente è programmato, rappresenta la scelta consolatoria di una consumatrice che sente di dover rinunciare a un altro acquisto più impegnativo. Quando milioni di consumatori si muovono tutti nella stessa direzione, vorrà pure dire qualcosa. Bene: secondo i dati del settore, i rossetti sono andati ‘a bomba’ nel primo trimestre 2022, più 48%, un’immensità.
Nelle particolari circostanze del parziale post-COVID, non è detto che ciò significhi poi tanto. Per lunghi periodi ci si è mascherati e non serviva truccarsi le labbra. Così i mercati ora attendono un’ulteriore conferma da un’altro indice: quello delle mutande maschili, di segno opposto. Il ragionamento è leggermente diverso, cioè che gli uomini che intravedono probabili tempeste economiche all’orizzonte smettono prima di tutto di comprarsi le mutande nuove. Non si vedono sotto i vestiti e chissenefrega se sono un po’ lise…