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Netflix, in arrivo l’abbonamento a 7 o 9 dollari con la pubblicità

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La multinazionale ha intenzione di lanciare il nuovo piano durante gli ultimi tre mesi dell'anno in almeno una mezza dozzina di mercati. L'abbonamento potrebbe generare 8,5 miliardi di dollari all'anno a livello globale per Netflix entro il 2027. L'indiscrezione di Bloomberg.

Arrivano le prime indiscrezioni sul tanto chiacchierato nuovo piano di abbonamento a Netflix caratterizzato dalla presenza di avvisi pubblicitari.

Secondo quanto riporta Bloomberg, il prezzo della sottoscrizione che negli Stati Uniti potrebbe oscillare tra i 7 e i 9 dollari, rispetto a quelli già esistenti da 9,99, 15,49 e 19,99 dollari al mese.

Per la testata statunitense l’abbonamento sarà introdotto nel quarto trimestre 2022 in una mezza dozzina di mercati. L’attivazione su più ampia scala è prevista per l’inizio del 2023 con la pubblicità sarà mostrata all’inizio e durante il contenuto, ma non alla fine.

L’azienda guidata da Reed Hastings sta valutando di inserire quattro minuti di pubblicità ogni ora di trasmissione – meno della pubblicità inserita dai suoi principali concorrenti, sottolinea la fonte. Inoltre Netflix sta concludendo accordi con gli inserzionisti limitati a piccoli gruppi di spot per evitare di bombardare gli utenti con una massiccia dose di pubblicità.

Solo 4 minuti di pubblicità ogni ora

Le perdite di abbonati nella prima metà di quest’anno hanno costretto il management ad abbracciare la pubblicità. I manager ritengono che il livello più economico attirerà nuovi clienti attenti al prezzo e offrirà un’alternativa meno costosa. Il nuovo abbonamento potrebbe generare 8,5 miliardi di dollari all’anno a livello globale per Netflix entro il 2027, inclusi i canoni di abbonamento e la vendita di annunci.

Molte reti via cavo offrono tra i 10 e i 20 minuti di pubblicità all’ora. La maggior parte dei servizi di streaming offre meno del cavo. Alcuni, come Hulu, frustrano gli spettatori mostrando lo stesso spot più e più volte. Netflix spera di evitare queste lamentele sulla frequenza partendo lentamente. Non utilizzerà troppo targeting per personalizzare gli annunci per lo spettatore. La maggior parte delle persone vedrà gli stessi annunci. E Netflix vuole assicurarsi che gli stessi spot non si ripetano più e più volte.

Gran parte di quel lavoro sarà gestito da Microsoft che si è aggiudicata il diritto di essere la tecnologia pubblicitaria esclusiva. Il gigante della tecnologia ha poca esperienza nello streaming TV, ma negli ultimi anni ha costruito un business pubblicitario da 10 miliardi di dollari.

Disney+ supera Netflix

Intanto prosegue senza sosta l’ascesa di Disney+, la grande scommessa (vinta) della Walt Disney Company per ribaltare il predominio di Netflix nel settore Subscription Video On Demand (SVOD).

Nel terzo trimestre dell’anno la piattaforma ha battuto ogni previsione chiudendo con 152 milioni di abbonati, il 31% in più dello stesso periodo dell’anno scorso.

La piattaforma streaming è in netto vantaggio su Netflix che ha invece subito un calo. Gli abbonamenti al servizio in streaming della Disney sono saliti a 221,1 milioni superando così la rivale, inchiodata a 220,67 milioni. Il balzo insieme ai risultati record dei parchi divertimento consentono a Walt Disney di chiudere il terzo trimestre dell’esercizio fiscale sopra le attese degli analisti. I ricavi sono infatti saliti del 26% a 21,5 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti. L’utile è aumentato a 1,41 miliardi.

L’amministratore delegato Bob Chapek si dice soddisfatto della trimestrale nonostante la revisione al ribasso del target di abbonati per Disney+ nel 2024. Confermando che il servizio in streaming sarà in utile entro quella data, l’azienda taglia a 215-245 milioni il target di abbonati al settembre 2024 a causa della perdita dei diritti delle partite di cricket in India.

Disney+ e i rincari

Allo stesso tempo la società ha annuncia un aumento dei prezzi del suo servizio a 11 dollari al mese a partire da dicembre, quando esordirà anche uno streaming più economico ma con la pubblicità.    

Il rincaro, secondo Chapeck, non comporterà una fuga di clienti. “Riteniamo di aver ampio spazio” in termini di valore, spiega nel corso della conference call con gli analisti ricordando come quando Disney+ è stato lanciato il costo dell’abbonamento era fra i più competitivi sul mercato e da allora Disney ha aggiunto al suo servizio contenuti di maggiore qualità. “Va bene dire che abbiamo il miglior valore nello streaming”, aggiunge Chapeck.

Nell’ultimo anno i vertici di Disney hanno segnalato la loro intenzione di concentrarsi sui mercati internazionali per la crescita dello streaming. La società sta investendo in modo significativo nella produzione di programmi televisivi in lingua locale in paesi come l’India e punta a conquistare l’Europa dell’Est, il Medio Oriente e il nord Africa.    

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