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Sono sempre più le persone che cercano sul web l’anima gemella: oltre il 40% dei single europei frequenta siti di incontri online, senza però essere a conoscenza delle incognite che si celano dietro questi luoghi virtuali per l’incolumità propria e del loro Pc.
I siti che offrono questo tipo di servizio aumentano in maniera costante e, a giudicare dal loro successo, funzionano anche molto bene: i dettagli del profilo aiutano a trovare una persona con interessi comuni, le fotografie permettono un primo sguardo al viso del potenziale partner e lo scambio di email (o una chiacchierata in chat) permettono di capire chi abbiamo davvero di fronte. Per chi gestisce queste piattaforme di incontri, il lavoro è duro ma remunerativo. Mentre alle donne viene solitamente concesso un accesso gratuito, gli uomini devono quasi sempre sottoscrivere abbonamenti a pagamento in cambio della loro “felicità affettiva”. Non sorprende quindi che, ogni giorno, spuntino come funghi nuovi servizi di incontri online.
Ogni rosa, però, ha le sue spine. Quando c’è una nuova relazione all’orizzonte, le persone tendono ad essere meno caute e a cercare immediatamente il primo incontro. Secondo gli esperti, piuttosto che lunghe sessioni di chat o scambi infiniti di email, i single di oggi preferiscono incontrarsi molto prima rispetto al passato. Ci sono quindi alcune precauzioni che andrebbero prese per evitare brutte sorprese. Sebbene non sia piacevole prepararsi al primo appuntamento con sospetto, sarebbe buona regola organizzare l’incontro in un luogo pubblico. Casa nostra, o quella del nostro potenziale futuro amore, dovrebbero essere assolutamente luoghi taboo per il primo incontro. In questo modo non si evitano solo brutte sorprese, ma è possibile anche “sganciarsi” più facilmente in caso la persona incontrata non sia proprio come ce l’aspettavamo. L’idea sarebbe anche far sapere ad una persona amica il luogo del nostro appuntamento e il nome della persona che incontreremo.
Le precauzioni non sono mai troppe. Le informazioni ricevute via Internet potrebbero non essere del tutto corrette. Le persone infatti tendono a mentire sul web molto più di quanto non facciano nella vita reale, come emerge dallo studio “Internet Addiction – New Addiction Types and Risks”, condotto su 1.200 utenti di chat e servizi di incontri online. La ricerca mostra che circa l’80% delle informazioni fornite dagli uomini, e il 35% di quelle fornite dalle donne, si rivelano false; dalle finte foto ai profili completamente inventati, ci sono molti modi per fingere di essere qualcun’altro. Fin quando il flirt resta online, fingere di essere un’altra persona può anche essere divertente. Quando però c’è di mezzo un appuntamento reale, le finzione diventa più preoccupante.
Fortunatamente però, i rischi più comuni dei siti di incontri online non hanno nulla a che fare con violenze o furti. Il danno è di solito meno tangibile. E’ difficile stabilire se l’email che abbiamo ricevuto da una biondina sorridente è davvero stata inviata da lei, o se sia invece il tentativo di un mail robot che di installare un malware nel nostro computer. Anche se gli operatori dei servizi di incontri lavorano duramente per evitare questo genere di situazioni, per molti utenti malintenzionati una persona in cerca dell’anima gemella è solo un indirizzo email in più da sfruttare.
Gli indirizzi email raccolti possono diventare, per gli spammer, denaro contante. Le email d’amore con allegati infetti possono essere anche più pericolose. D’altro canto, chiunque aspetti di vedere la prima foto della persona conosciuta online, è più facilmente portato ad aprire un allegato. Un buon antivirus, costantemente aggiornato, può comunque evitare eventuali infezioni.
Il rischio aumenta man mano che l’oggetto della mail diventa più piccante. Mentre i siti di incontri online più seri ci tengono alla loro reputazione e fanno tutto quanto in loro potere per combattere virus, spam e Trojan, le cose cambiano quando ci si addentra nei cosiddetti “siti per adulti”. Questi siti, creati per utenti in cerca di contenuti erotici senza legami affettivi, sono notoriamente delle incredibili fonti di malware. Uno studio condotto da Web of Trust a maggio del
Ad ogni modo, gli utenti possono utilizzare alcuni strumenti per difendersi da tali attacchi. Dato che i cybercriminali possono solo sfruttare punti deboli o aree non protette del computer, un antivirus di ultima generazione come Kaspersky Internet Security può bloccare questo tipo di attacchi. Può inoltre filtrare messaggi spam indesiderati e proteggere l’utente durante le chat con ICQ o con altri tipi di Messenger. Un buon programma di sicurezza dovrebbe anche informare l’utente nel caso in cui visiti dei siti di phishing.
Per ogni evento sospetto, dovrebbe essere mostrato all’utente un allarme che informi della minaccia rilevata. I metodi per farlo variano a seconda dell’azienda che produce l’antivirus. Kaspersky Lab, ad esempio, controlla ogni sito Internet visitato e lo confronta con un database in cui sono elencati tutti i siti phishing rilevati negli anni. L’URL Advisor utilizza diversi colori per notificare all’utente se il sito che sta visitando è sicuro o se invece è potenzialmente pericoloso. Una volta attivato, l’Advisor informa l’utente nel caso in cui il sito visitato appartenga alle categorie “Phishing” o “Crimeware”, fornendo informazioni dettagliate sul tipo di minaccia rilevata. Se l’utente vuole comunque visitare un sito sospetto, Kaspersky Lab mette a disposizione un tool chiamato “Modalità Protetta”, che mostra il sito sospetto in una finestra separata. In questo modo, l’eventuale crimeware presente nel sito non può accedere a dati e programmi presenti sul computer.
Sarebbe bene proteggersi anche dai banner pubblicitari, che spesso contengono crimeware anche se posti all’interno di un sito legittimo. Un altro tipo di crimeware dal quale bisogna proteggersi è il keylogger, grazie ad un vecchio, ma ancora valido, metodo. Dato che tale malware registra le combinazioni di tasti premuti sulla tastiera, molti programmi di sicurezza offrono una tastiera virtuale per digitare password o numeri di carte di credito.
Ci sono altri trucchi per proteggere le informazioni personali archiviate sul PC dai tanti programmi “sniffer”. Alcuni antivirus cercano automaticamente i dati sensibili e ne bloccano l’accesso ai programmi non autorizzati. Molti servizi infatti, come ad esempio l’Internet banking, archiviano temporaneamente i dati di accesso sull’hard disk; l’utente, purtroppo, non viene informato di queste operazioni. Un buon software di sicurezza può riconoscere questo tipo di dati e, oltre ad impedire al crimeware di accedervi, è in grado di eliminare ogni condivisione di tali dati con altri programmi. Gli utenti possono inoltre impostare manualmente cartelle o file specifici da proteggere, per impedire ad esempio che le foto archiviate sul PC diventino di pubblico dominio.
Un altro elemento indispensabile per la sicurezza del PC è un firewall intelligente, in grado di identificare le connessioni in ingresso e in uscita verificandone le credenziali. Ma se bloccare ogni connessione in entrata è facile e non crea problemi, come la mettiamo con i dati provenienti dall’interno del computer? Può ad esempio il file jusched.exe comunicare con l’esterno o sarebbe meglio bloccarlo? Le soluzioni di sicurezza più evolute, come Kaspersky Internet Security, hanno al loro interno un firewall che, riprendendo l’esempio precedente, riconosce il modulo di aggiornamento di Java (jusched.exe) come innocuo, permettendone la comunicazione con l’esterno.
E’ molto importante aggiornare costantemente il proprio software di sicurezza. Ogni giorno vengono pubblicate nuove vulnerabilità presenti nei sistemi operativi o nei browser. Queste vulnerabilità possono essere sfruttate dai cybercriminali per inserire un malware nel computer. Queste vulnerabilità vengono di solito eliminate tramite aggiornamenti gratuiti; se il computer è impostato correttamente, scarica in automatico gli aggiornamenti necessari. Nonostante ciò, molti utenti – e spesso anche alcune aziende – installano le patch con grande ritardo.
I siti di incontri si evolvono con il passare del tempo. L’ultimo trend riguarda le applicazioni per iPhone ed altri telefoni cellulari, tramite i quali è possibile accedere ai servizi di incontri online in cerca di un nuovo partner. Secondo uno studio pubblicato da Accenture a giugno del 2008, l’8% dei 2000 soggetti intervistati ha dichiarato di accedere a tali servizi tramite il cellulare. Se si somma anche il 9% dei soggetti che accedono ai social network tramite uno smartphone, quasi un quinto delle persone che utilizzano un telefono cellulare, lo utilizza anche per accedere a siti di incontri. Anche su questi dispositivi, sarebbe buona regola utilizzare una protezione di base. Dopotutto, che senso ha avere un PC a prova di bomba, se basta una sincronizzazione con il cellulare per aprire la strada ai malware?