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Avaya si è aggiudicata la divisone Enterprise Solutions di Nortel, con un’offerta da 900 milioni di dollari in contanti, più altri 15 milioni di dollari riservati a un programma di mantenimento dei dipendenti.
L’acquisizione degli asset aiuterà Avaya a consolidare la sua dimensione globale, espandendo la rete dei partner di canale e rafforzando il portfolio di prodotti e servizi.
Si tratta di “…un’opportunità strategica per acquisire talenti e asset complementari che agevoleranno la crescita e il successo della società combinata”, ha sottolineato il Ceo Kevin Kennedy, confermando l’impegno a proteggere “gli investimenti nelle comunicazioni dei partner di Avaya e Nortel” e a perseguire “l’efficace integrazione dei due business”.
L’operazione dovrà ottenere l’approvazione delle autorità di Stati Uniti, Francia, Canada e Israele, ma il presidente di Nortel Enterprise Solutions Joel Hackney si è detto fiducioso in un esito positivo.
“Si tratta – ha dichiarato il Presidente Nortel, Joel Hackney – di una notizia fantastica per i nostri clienti, poiché ci permetterà di continuare a fornire soluzioni innovative e servizi focalizzati sulle comunicazioni unificate, in grado di massimizzare il potenziale delle aziende”.
L’asta per l’assegnazione della divisione si è svolta venerdì. Avaya aveva in precedenza presentato un’offerta da 475 milioni di dollari. In corsa per l’acquisizione c’era anche Siemens Enterprise Communications.
Nortel, fondata nel 1895 col nome di Bell Telephone Company of Canada, lo scorso 15 gennaio ha chiesto la protezione dai creditori e ha annunciato un vasto piano di ristrutturazione delle finanze, in seguito al crollo della domanda di infrastrutture per le telecomunicazioni.
La ristrutturazione ha colpito anche l’Italia, dove sono previsti 40 licenziamenti.
Contro questa manovra, i lavoratori hanno iniziato uno sciopero ad oltranza per bloccare l’attività dell’azienda, che continua a lavorare per clienti come il Ministero degli Esteri, il Ministero degli Interni e quello delle Finanze. Cinque di loro hanno anche iniziato lo sciopero della fame.
Il 16 settembre ci sarà l’ultimo incontro previsto dalla procedura al Ministero del Lavoro, alla presenza dei manager inglesi di Ernst e Young che – hanno denunciato i lavoratori – si sono dimostrati “totalmente chiusi a qualsiasi dialogo”.