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Gas, parte oggi il piano di riduzione dei consumi del 15% nell’Ue. La situazione italiana

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Si tratta di ‘risparmiare’ circa 45 miliardi di metri cubi di gas in totale da adesso fino al 31 marzo 2023. L’Italia potrà ridurre i consumi al 7%, ma deve correre di più sulla decarbonizzazione della sua economia.

Il regolamento Ue sulla riduzione della domanda di gas per il prossimo inverno

Dopo l’adozione del Consiglio Ue, prende ufficialmente il via oggi in Europa il piano volontario di riduzione dei consumi di gas del 15% entro il 31 marzo 2023.

Obiettivo del nuovo regolamento è aumentare la capacità di stoccaggio degli Stati dell’Unione europea (Ue) in vista di un superamento della dipendenza dalla fornitura di gas dalla Russia in favore di una maggiore autonomia energetica del blocco europeo.

Si tratta di ‘risparmiare’ circa 45 miliardi di metri cubi di gas in totale, solo la Germania 10 miliardi di metri cubi, visto che provenivano da Mosca il 40% delle sue importazioni.

L’allerta energetica generale, quando scatta?

Si tratta ancora di un suggerimento molto appassionato di Bruxelles a tutti gli Stati membri dell’Unione, che però potrebbe diventare vincolante, quindi obbligatorio, nel caso in cui sia lanciata l’allerta energetica generale da parte della Commissione europea.

Oggi non siamo a questo punto, ci tengono a precisare dalla Commissione, secondo quanto riportato da euronews.com, ma “bisogna essere pronti al peggio”, che significa: l’allerta scatterà in caso di taglio definitivo delle forniture di gas da parte della Russia, o di domanda di gas eccezionalmente elevata, oppure su richiesta di cinque o più Stati membri che abbiano dichiarato lo stato di allarme a livello nazionale.

Niente razionamenti energetici per l’Italia (almeno per ora)

Come ha spiegato in sede di illustrazione del decreto aiuti bis il nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, gli stoccaggi nazionali di gas sono arrivati al 74%, in linea con l’obiettivo primario di raggiungere il 90% entro novembre.

Con i numeri che abbiamo, con gli stoccaggi, con il nostro piano di risparmio e con le diversificazioni, non dovrebbe esserci ragione di fare un razionamento, come probabilmente ci sarà in altri Paesi”, ha rassicurato Cingolani.

Un dato che, secondo il ministro, consentirebbe al nostro Paese di procedere ad un risparmio dei consumi gas del 7%, invece che del 15%, “che è la percentuale che avevamo già previsto nel nostro piano”, ha precisato Cingolani.

L’indipendenza italiane dalle forniture russe entro il 2024 passa per la decarbonizzazione

Se confermati questi numeri l’Italia avrà tempo e modo di perfezionare la sua strategia per il risparmio energetico e per accelerare la decarbonizzazione dell’economia, che deve sfruttare maggiormente il potenziale delle nostre fonti energetiche rinnovabili, soprattutto solare ed eolico (la siccità ha colpito duramente il segmento idroelettrico).

Come aveva già spiegato a giugno sempre il ministro della Transizione ecologica, seguendo questa strada è possibile che il nostro Paese raggiunga la piena indipendenza energetica dalle forniture russe entro il 2024, ma solamente “a patto che si mantenga la rotta di decarbonizzazione al 55%”.

Un punto chiaro di questo discorso, impossibile da evitare, che deve procedere di pari passo con l’eliminazione dei combustibili fossili e parallelamente un aumento del ricorso alle fonti rinnovabili, che al momento coprono solamente il 18% del mix energetico nazionale.

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