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“C’e’ un diritto degli utenti di vedere tutti i canali in chiaro e tutti i canali criptati con un solo decoder”. Lo afferma una nota del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo dell’Agcom, ricordando che “l’articolo 3 della delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 216, del 7 aprile 2000, prevede tale diritto – continua la nota – Il Cnu auspica una rapida e positiva conclusione dell’istruttoria in corso presso l’Agcom, al fine di evitare agli utenti la spesa per l’acquisto di più decoder, in questo momento di particolare difficoltà dovuta alla crisi economica”.
Adiconsum parla intanto di XDome, un decoder unico, multipiattaforma, di un’azienda Italiana, la CAMEX, che è sia satellitare che terrestre, con
Un dispositivo, ha spiegato l’Associazione dei consumatori, che permette di vedere le trasmissioni sia dalla piattaforma satellitare che digitale terrestre, senza dover acquistare due o tre tipi di decoder diversi (uno per il satellitare, uno per il digitale terrestre, uno per Tivù Sat).
“La prova che abbiamo effettuato – si legge nella nota – ci ha dimostrato un’altra importante novità: i canali di Tivù Sat si vedono con la SmarCam, quella in vendita con i televisori per vedere le tv a pagamento sul digitale terrestre. Ovviamente occorre anche avere la tessera di Tivù Sat. Non tutto, però, è risolto. Rimangono, infatti, sempre i 5 milioni di abbonati a SKY che non vedono Tivù, ma questo è un problema che deve risolvere con urgenza l’Agcom”.
Alcune indiscrezioni parlano anche di un altro dispositivo con le caratteristiche del decoder unico, “Cielo Aperto“, in inglese “Open Sky“, che dovrà avere l’OK dell’Agcom.
Così riferiscono fonti accreditate che informano anche delle prossime trattative con la Pay TV del magnate Rupert Murdoch per poter accogliere anche il sistema di accesso Nds per la Tv satellitare.
Naturalmente il fatto che Sky Italia utilizzi la sola codifica Nds potrebbe portare il gruppo di Murdoch a non voler aderire a questa nuova offerta di decoder unico. A quel punto sarà l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a dover a dirimere la controversia.
Nei giorni scorsi, anche a seguito delle segnalazioni di alcune associazioni dei consumatori e della situazione d’incertezza venutasi a creare tra gli utenti, l’Agcom ha aperto un’istruttoria al fine di accertare le tipologie dei decoder attualmente sul mercato, la loro conformità degli accordi di cessione delle licenze alla normativa di settore nonché tutte le iniziative utili all’adozione di un decoder unico.