Cina
Uscita ‘anticipata’ per Windows
In Cina l’80% dei software venduti è piratato: una percentuale doppia rispetto alla media mondiale e quadrupla rispetto a paesi come gli Usa e il Giappone.
Dalla moda (Gucci, Dior, D&G i marchi più copiati) fino all’elettronica (celebre il caso dei ‘cloni’ dell’iPhone venduti a 60 euro) nessun marchio sfugge, nonostante gli sforzi delle autorità per reprimere la contraffazione.
Un problema che molti analisti collegano all’alto prezzo dei software: molti consumatori, soprattutto i più giovani che sono i maggiori fruitori di hi-tech, semplicemente, non possono permettersi di spendere 200 euro e per un programma e così ripiegano su quelli piratati.
Cosciente della crescente difficoltà a tutelare il proprio marchio dalla contraffazione, lo scorso anno Microsoft ha deciso di abbassare il costo del pacchetto Office
La pirateria informatica cinese ha cagionato lo scorso anno all’industria del software perdite per 4,4 miliardi di euro, ma gli esperti intravedono i segnali di un’inversione del trend: la situazione, anche se non nel breve periodo, migliorerà, grazie all’azione intrapresa dal governo per sensibilizzare i cittadini al rispetto del diritto d’autore, al graduale abbassamento dei prezzi e al miglioramento del livello di qualità della vita.
Come conseguenza di questo mix di fattori, secondo Gartner, la percentuale di software pirata in Cina dovrebbe scendere al 50% entro il 2012, allineandosi ai mercati più sviluppati.
Nel frattempo, la pirateria sarà anche arginata dal crescente successo dei software liberi – come quello sviluppato dal produttore cinese Kingsoft – gratuiti perché finanziati dalla pubblicità e accessibili via internet.