L’Europa delle stazioni di ricarica
Gli ultimi dati dell’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea) illustrano un’Europa a due velocità per quel che riguarda la mobilità elettrica e soprattutto la disponibilità per i cittadini e i viaggiatori di una diffusa rete di punti di ricarica.
Ad oggi ci sono 307 mila punti ricarica attivi in tutta l’Unione europea ed è un dato in crescita, del +180% rispetto al 2017.
Solo che quasi il 50% circa di tutte le stazioni per auto elettriche si trovano praticamente in due soli Paesi: 90 mila circa in Olanda (29,4%) e altri 60 mila in Germania (19,4%).
Uno squilibrio da colmare il prima possibile
Una situazione di massimo squilibrio, su cui l’Unione dovrebbe intervenire in qualche modo, perché non è possibile che 150 mila punti ricarica si trovino in due nazioni che coprono al massimo il 10% del territorio europeo, mentre la Romania, che è sei volte l’Olanda, non supera i 1.500 punti ricarica.
L’Italia con i suoi 23.543 punti censiti si posiziona al quinto posto, ma certamente è improbabile il confronto con le prime della classe. Meglio di noi anche la Francia (37.128) e la Svezia (25.197).
Arrivare a 7 milioni di punti ricarica entro il 2030
Bruxelles sa bene che per raggiungere gli obiettivi climatici e ambientali che si è posta da qui al 2030 c’è bisogno di una rete di almeno 7 milioni di punti ricarica. Solo così sarà possibile tagliare del 55% le emissioni di Co2 nel settore auto, il che significa che tale infrastruttura dovrà crescere di 20 volte in meno di 10 anni.
Il regolamento sulle infrastrutture dei combustibili alternativi (AFIR), che è stato proposto dalla Commissione europea lo scorso anno, avrebbe lo scopo di aiutare ad affrontare la situazione, promuovendo l’elettrificazione della mobilità privata e favorendo la diffusione di stazioni di ricarica, ma a quanto pare senza risultati apprezzabili.
“Mentre alcuni paesi stanno andando avanti nell’implementazione delle infrastrutture di ricarica, la maggior parte è in ritardo“, ha affermato il direttore generale dell’ACEA, Eric-Mark Huitema, che poi ha aggiunto: “Le forti disparità indicano la necessità di rafforzare obiettivi e azione dell’AFIR, proprio per armonizzare maggiormente l’infrastruttura di ricarica in tutta l’Unione, da Ovest a Est, da Nord a Sud”.