Francia
“Un capitano non abbandona la nave nella tempesta”: con queste parole, il presidente di France Telecom, Didier Lombard, ha motivato la decisione di restare alla guida del colosso telefonico d’oltralpe, colpito da una drammatica emergenza dopo il suicidio di 25 dipendenti in poco meno di due anni.
L’ultimo a togliersi la vita è stato un ingegnere di 48 anni che lavorava in un centro di ricerca e sviluppo a Lannion, il giorno prima un altro dipendente è stato salvato in extremis dai vigili del fuoco.
Bene, il capitano di questa impresa sempre più in difficoltà di fronte al malessere dei dipendenti, ha sottolineato che è compito suo “condurre la nave in porto” e riportare la società a “una dimensione umana e prospera”.
Chissà con quali metodi, viene da chiedersi a questo punto, visto che Lombard aveva definito ‘una moda’ quella dei suicidi, attirando le feroci critiche dei sindacati e le ire dei familiari dei dipendenti che si sono tolti la vita, i quali più volte hanno ribadito come questo gesto estremo di disperazione fosse legato alle eccessive pressioni e alla ‘disumanizzazione’ dei rapporti col management dell’azienda in piena ristrutturazione.
Pressioni denunciate dai sindacati e confermate da un video nel quale Lombard con tono sprezzante spiega ai dipendenti – in particolare a quelli delle divisioni periferiche – che “è finita l’epoca della pesca delle cozze”, e che “chi pensa di poter riposarsi sugli allori, e starsene tranquillo, si sbaglia”.
“Non si può cambiare tutto in una settimana – ha detto ancora il presidente a Le Figaro – ma da qui a due mesi la situazione dovrebbe essere più serena”.
Finora, Lombard ha ricevuto il sostegno incondizionato del governo, che resta il maggiore azionista del gruppo, ma all’indomani del 25° suicidio il Segretario di Stato per l’occupazione Laurent Wauquiez ha ammesso che, effettivamente, il presidente Lombard “non è stato abbastanza vicino ai lavoratori”.
Anche il presidente Sarkozy ha aggiustato il tiro rispetto alle scorse settimane, affermando che “alcune aziende hanno dimenticato l’importanza della qualità delle relazioni sociali al loro interno”.
I lavoratori, intanto, hanno ricevuto oggi un questionario sullo ‘stress lavorativo’: 160 domande relative al carico di lavoro, all’autonomia, al sostegno da parte dei colleghi e dei dirigenti, al riconoscimento del proprio lavoro e alla mobilità all’interno della società.
I 102 mila dipendenti France Telecom avranno 4 settimane di tempo per rispondere a queste domande. L’esito dello studio non si conoscerà prima della fine di novembre e, secondo i suoi curatori, “se le risposte di almeno uno su due dipendenti presenteranno sufficienti motivazioni questo sarà un valido punto di partenza perché le cose cambino”.
Sull’incremento dello stress lavorativo, la direzione del gruppo ha avviato dei colloqui con i sindacati dei lavoratori e ha annunciato varie misure quali l’attivazione di un telefono amico con personale medico esterno a cui i dipendenti avrebbero potuto rivolgersi anche anonimamente per denunciare situazioni stressanti sul lavoro e l’assunzione di un’equipe di psicologi pronta a percepire ulteriori segnali di disagio.
Il gruppo ha inoltre ‘congelato’ il piano ‘Time to Move’ che prevede lo spostamento dei manager ogni tre anni.
I sindacati, ritenendo queste misure insufficienti, hanno indetto un’altra giornata di protesta per il 20 ottobre e Lombard, per tentare di ricucire un minimo di rapporto coi dipendenti, ha accettato un’audizione all’Assemblea Nazionale sul tema salute e lavoro.
“Più che mai bisogna accelerare l’insieme delle misure per fermare la spirale infernale”, ha affermato infine Lombard sottolineando che solo “se i lavoratori sono felici, l’impresa è vincente”.