Unione Europea
Il Parlamento europeo ha approvato il pagamento di circa 5,6 milioni di euro al governo della regione tedesca Nord Reno-Westfalia, dove 1.337 lavoratori hanno perso il posto a luglio dello scorso anno in seguito alla chiusura di uno stabilimento della Nokia, che ha deciso di spostare la produzione in Asia e America Latina.
Le autorità tedesche nel febbraio 2009 hanno quindi chiesto aiuto alla Commissione che ha fatto ricorso al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), che ha la funzione di sostenere coloro che hanno perso il lavoro a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale.
Al FEG, in sostanza, si può ricorrere quando una grande impresa chiude, uno stabilimento viene delocalizzato in un paese extra UE, oppure un intero settore registra un forte calo dell’occupazione in una regione e può aiutare i lavoratori in esubero a trovare velocemente un nuovo impiego.
Ed è proprio questo il caso di Nokia a Bochum: la decisione del gruppo finlandese di delocalizzare i propri impianti di produzione in Cina, Corea del Sud, India, Messico e Brasile ha provocato molte proteste da parte del governo del Nord Reno-Westfalia, che aveva intimato a Nokia la restituzione di finanziamenti pubblici e interessi per un totale di 60 milioni di euro.
La chiusura dello stabilimento, aveva sottolineato il vicepresidente esecutivo Veli Sundbäck all’annuncio della dismissione “…è necessaria per assicurare la competitività di Nokia nel lungo periodo”.
Secondo Nokia, infatti, neanche un rinnovamento del sito e nuovi investimenti avrebbero reso lo stabilimento competitivo.
“Siamo rimasti gli unici produttori di telefonini ad usare la Germania come base di produzione”, aveva quindi spiegato il vicepresidente Nokia.
Il finanziamento approvato dal Parlamento andrà a favore delle città di Bochum, Gelsenkirchen, Recklinghausen e Dortmund. Tutte e 4 registrano un più livello di disoccupazione – dal 10.2% al 12.3% – rispetto al resto della regione e del paese.
Il finanziamento – approvato con 598 voti a favore, 49 contrari e 30 astensioni – coprirà formazione, consulenza e misure di sostegno e assistenza nella richiesta di posti di lavoro all’estero. Nel complesso, le misure dovrebbero costare 11,1 milioni di euro, di cui il FEG fornirà 5,55 milioni.
Dall’inizio dell’anno, il sostegno del FEG è stato concesso in tre casi: 2,7 milioni di euro sono all’industria automobilistica spagnola, 3,3 milioni all’industria tessile spagnola e 0,8 milioni a quella portoghese.