Italia
Quella calabrese è una delle più giovani Film Commission create in Italia. La sua nascita ha coinciso con la programmazione in Calabria di alcune fiction televisive e progetti cinematografici che si sposavano felicemente con il paesaggio calabrese.
Devo dire subito che il nostro incontro con la realtà produttiva cinematografica nazionale (quella regionale è quasi inesistente e, comunque, marginale) in generale non è stato molto felice; nel senso che ci siamo trovati di fronte molte richieste di produttori a caccia di finanziamenti.
Molto proficuo, invece, è stato il rapporto con i produttori di alcune fiction e film per la TV ai quali abbiamo garantito localmente un supporto significativo per la ricerca delle location, dei cast, delle maestranze e dell’accoglienza (hotel, ristoranti, catering, ecc.) con economie rilevanti rispetto ai prezzi di mercato nazionali.
Faccio un esempio: “Gente di mare” è stata girata nel periodo gennaio-maggio senza alcun problema per cause atmosferiche avverse (ha piovuto soltanto una o due settimane senza alcuna interruzione produttiva perché le riprese sono proseguite in interni) e, nonostante la stagione invernale, con una luce che trova pochi riscontri.
E ciò nonostante, senza alcuna motivazione plausibile, sta per essere trasferita in una regione del Nord senza tenere conto il danno che si arreca ad un regione sia sotto il profilo occupazionale e sia sul ritorno di immagine ( la serie è stata acquistata in tutto il mondo e,quindi, costituisce un veicolo promozione significativo) con la scusa che la regione prescelta avrebbe garantito un contributo di due milioni.
Su questi comportamenti io ritengo che la RAI dovrebbe adottare per i suoi dirigenti un codice di comportamento mentre le Regioni italiane dovrebbe pervenire ad un gentleman agreement per evitare concorrenza sleale.
Tornando alle Film Commission ritengo che dovrebbero circoscrivere la loro attività alle finalità istituzionali originarie di queste realtà senza la presunzione di trasformarsi in enti finanziatori o, addirittura, in produttori sia di servizi che di film per evitare di indebolire sempre più il sistema italiano e soprattutto la prestigiosa realtà di Cinecittà – che possiede notevoli risorse in strutture e professionalità – che ha reso il cinema italiano famoso in tutto il mondo.
Sul piano generale, sono d’accordo con l’avv. Sovena che propone la soppressione del FUS e la creazione dell’Agenzia, con la restituzione al cinema di tutto l’indotto incassato dallo Stato dal settore. Mentre, per quanto riguarda i vari punti produttivi creati in Italia da Regioni e Film Commission, ritengo che la loro attività non debba fare concorrenza al sistema “cinema italiano” ma debba concentrarsi su iniziative culturali, didattiche e promozionali miranti ad una maggiore conoscenza e valorizzazione delle risorse regionali.
Ma, soprattutto, ritengo che le Film Commission dovrebbero avere un coordinamento nazionale pubblico di grande prestigio con adeguati e non simbolici finanziamenti.
Finisco con un breve consuntivo della nostra attività: In circa tre anni abbiamo garantito assistenza a tre fiction televisive ( Gente di mare 1 e 2, Artemisia Sanchez, In fuga con Marlene) e a numerosi film per il cinema.
Abbiamo promosso la realizzazione di un festival internazionale sulle problematiche dell’ambiente e del paesaggio, giunto alla sua terza edizione ed abbiamo in svolgimento un corso di formazione professionale per artista effetti visivi la cui gestione è stata affidata a Cinecittà Luce.
L’ultimo film girato in Calabria, prodotto dalla Thecnos Film di Bologna con la coproduzione di Regione Calabria e Film Commission, è stato “Il volo” per la regia di Wim Wenders sul tema dell’accoglienza, uno dei primi film fiction in 3 D stereoscopia girati in Italia.
Infine, sulle prospettive io ritengo che in Italia si stia molto sottovalutando la progressiva chiusura delle sale cinematografiche storiche che, in molte realtà, soprattutto meridionale, rappresentavano l’unico centro di riferimento culturale e di aggregazione dei giovani e degli appassionati di cinema.
Questo, io ritengo, è un problema vitale per la sopravvivenza e lo sviluppo della cinematografia italiane del quale dovrebbe farsi carico il Ministero dello Sviluppo Economico che costituisce un solido punto di riferimento grazie alla valida equipe del dott. Versace, la quale ha acquisito nel settore una notevole esperienza ed è in grado di suggerire le opportune iniziative.