“L’oggetto sociale continua a essere nebuloso”. Così FP CGIL INPS e FP CGIL INAIL hanno definito il progetto di 3-I Spa, la “prima software house pubblica a servizio del welfare”, prevista dall’articolo 28 del decreto-legge PNRR.
Il commento del sindacato è emerso dopo l’incontro, del 16 giugno scorso, fra i vertici di INPS, INAIL e ISTAT, le tre istituzioni pubbliche coinvolte dalla costituzione della nuova società 3-I Spa e le relative rappresentanze sindacali.
3-I Spa, cosa dovrebbe fare?
Ai sindacati, i vertici dei 3 Istituti hanno spiegato che si tratterà di “software house, una società capace di produrre e sviluppare software per i tre Enti che lo compongono e – fino a un massimo del 20% di attività – anche per altre Istituzioni pubbliche”.
Si è parlato anche “di centrale unica di appalti, così da produrre economie di scala e quindi risparmi di spesa”. Solo per i tre soggetti che la compongono o anche per altri? Chiedono i sindacati.
Inoltre, si è parlato di “soggetto che dovrà occuparsi anche di cybersicurezza”.
Insomma, scrivono FP CGIL INPS e FP CGIL INAIL, “la società 3-I dovrebbe svolgere diverse attività ma rispetto a questo aspetto abbiamo evidenziato il rischio di creare una competizione/sovrapposizione con altri soggetti pubblici che già se ne occupano, con una forma societaria (quella della società per azioni) che forse non era realmente necessaria”.
Qui il riferimento è a Sogei, la software house delle Pubbliche amministrazioni, al 100% controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sogei conferisce nelle casse del MEF tutti gli utili: nel 2021 gli ha staccato un assegno di 27 milioni di euro.
Ma perché il Governo ha previsto una società per azioni per 3-I?
Diversamente da Sogei, il Governo per 3-I ha previsto una Società per azioni, una forma societaria che prevale oggettivamente sulla natura pubblica dell’intera operazione dal momento che la disciplina applicabile che ne deriva è appunto quella privatistica.
3-I punta all’assunzione di circa un migliaio di persone
Uno dei temi che sta più a cuore ai sindacati è la tutela dei posti di lavoro di chi lavora dei settori dell’informatica di Inps, Inail e Istat.
“Ci è stato comunicato che s’intende procedere all’assunzione di circa un migliaio di persone ma che, nel frattempo, la 3-I ‘si appoggerà’ sulle tre strutture esistenti, attraverso forme di mobilità volontaria”, hanno detto ai sindacati i vertici dei 3 istituti fondatori della futura software house.
Allora i sindacati chiedono:
- “Ma quale sarà il CCNL che questa società intende applicare ai lavoratori?
- Cosa succede se non si dovessero raggiungere i numeri desiderati per la mobilità volontaria?
Per il futuro non è stato chiarito come saranno reclutati i futuri lavoratori della “3-I”, né che salario accessorio sarà loro corrisposto, limitandosi genericamente a petizioni di principio sulla necessità di rendere attrattiva questa società rispetto alle società private.
In INPS appena entrati in servizio centinaia di funzionari informatici
Con specifico riferimento all’INPS, i sindacati hanno ricordato al vertice dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che “proprio in queste settimane, invertendo un pericoloso trend pluriennale, sono entrati in servizio centinaia di funzionari informatici.
Sarebbe davvero paradossale immaginare che questi lavoratori – che spesso provengono proprio dal privato – vadano ora a finire in una società diversa dall’INPS”.
Sarà aperto un tavolo permanente vertice Istituti-sindacati su 3-I Spa
Dall’incontro, i sindacati hanno ottenuto un primo risultato: “Abbiamo registrato un’apertura da parte dei vertici delle tre Amministrazioni, con la disponibilità ad aprire dei tavoli congiunti su queste questioni”.
Infatti, è necessario aprire un confronto sul personale e sullo Statuto, per capire bene cosa dovrà fare questa società e come dovrà farlo.