Telecom Italia: per stampa spagnola ‘imminente’ la cessione di Hansenet a Telefonica per circa 1 mld di euro

di Alessandra Talarico |

Contrari i piccoli azionisti, ‘Asset importante per sviluppo internazionale’.

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Hansenet

È solo questione di giorni: secondo il quotidiano spagnolo El Economista, manca poco all’ufficializzazione dell’acquisizione di Hansenet – la divisione internet tedesca di Telecom Italia – da parte di Telefonica, per un montante tra i 900 milioni e 1 miliardo di euro.

 

Secondo fonti vicine al dossier citate dal quotidiano spagnolo, la chiusura dell’operazione è imminente, avendo le due parti finalmente trovato un accordo sul prezzo. Come ha confermato venerdì in un incontro con la stampa a Siviglia dal consigliere delegato di Telefonica, Julio Linares, le trattative tra i due gruppi si erano arenate proprio sul fattore economico “che è sempre, in qualunque situazione, l’aspetto più difficile da risolvere”. I nodi sarebbero comunque stati sciolti nel corso degli ultimi ‘fruttuosi’ incontri con Telecom Italia.

 

I rapporti tra i due gruppi, riporta sempre El Economista, sono “eccellenti”, come confermato anche dal rinnovo del Patto tra i soci di Telco, la holding che controlla il 24,5% di Telecom Italia e di cui Telefonica controlla il 42,3%.

La società guidata da Cesar Alierta si è impegnata in Telco per altri tre anni, confermando – insieme a tutti gli altri soci esclusa la Famiglia Benetton che con Sintonia controllava l’8,4% di Telco – la volontà di rafforzare le sinergie e i benefici comuni col gruppo telefonico italiano.

 

Risolta l’incertezza sul futuro della permanenza in Italia, i due gruppi sono tornati al tavolo delle trattative e hanno trovato anche un accordo sul prezzo.

 

L’acquisizione di Hansenet permetterà alla società spagnola di completare la propria offerta di servizi di comunicazione in Germania – dove la divisione 02 a fine giugno contava circa 16 milioni di clienti (mobile, broadband e wholesale) – con i servizi di telefonia fissa e accesso Web tramite ADSL e fibra, diventando così il maggiore competitor di Deutsche Telekom in uno dei mercati tlc più attivi d’Europa.

 

Nel primo semestre di quest’anno 02 ha realizzato ricavi per 1,7 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo 2008.

 

Hansenet era stata acquisita da Telecom Italia nel 2006 da Aol per 675 milioni di euro: la cessione della società, che opera col marchio ‘Alice’ e conta 2,3 milioni di utenti per un fatturato 2008 di 1,2 miliardi di euro, si inserisce nel programma di dismissione delle attività non core, che dovrebbe portare nelle casse del gruppo circa 3 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

Tra le attività giudicate non indispensabili, oltre a Hansenet, anche Telecom Italia Sparkle, le attività a Cuba – dove il gruppo controlla, tramite TI International, il 27% di Etecsa – e la divisione internet olandese BbNed.

 

Telefonica ha avuto modo, ha concluso El Economista, di analizzare nel dettaglio i conti della società, che a sua volta ha ricevuto offerte di acquisto anche da Vodafone (presente sul mercato tedesco con Arcor) e dal provider United Internet.

 

L’associazione Asati che riunisce i piccoli azionisti di Telecom Italia – ha fatto comunque sapere di non essere d’accordo con la cessione di Hansenet: innanzitutto, spiega il presidente Franco Lombardi, non si tratta di un asset non core, ma di una divisione “utile per lo sviluppo internazionale” della società. Il valore di Hansenet sarebbe inoltre superiore a 1 miliardo di euro e si aggirerebbe intorno al miliardo e mezzo.

La vendita a Telefonica potrebbe infine, secondo Asati, creare un potenziale conflitto di interessi con gli altri soci di minoranza, “che rappresentano circa il 76% dell’azionariato, i quali anche loro se conoscessero le regole del gioco potrebbero avere interesse all’acquisto della stessa”.

 

Telecom Italia, intanto, presenterà i conti trimestrali il prossimo 5 novembre: gli analisti attendono un calo del fatturato dovuto alla diminuzione del traffico mobile causata dalla crisi economico-finanziaria. Il ribasso dell’utile dovrebbe essere contenuto e il debito restare su livelli stabili.

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