Italia
Nasce in Veneto la rete di Telemedicina per l’intervento di emergenza in caso di ictus. Il progetto coinvolgerà, nella fase sperimentale, la ULSS 9 di Treviso, la ULSS 7 di Pieve di Soligo, la ULSS 20 di Verona, la ULSS 22 di Bussolengo e la ULSS 6 di Vicenza, utilizzando
“Per comprendere il valore di questa sperimentazione è necessario premettere – spiega Maria Grazia Carraro direttore dell’Ospedale di Conegliano, ULSS 7 Pieve di Soligo (TV) – quanto sia importante effettuare l’intervento di trombolisi, ovvero entro tre ore dall’insorgenza dei sintomi, di fronte ad un caso di ictus. Il progetto di Telemedicina permette di fornire il servizio ai pazienti residenti laddove non è presente un centro abilitato alla terapia trombolitica”.
Effettuare in tempo utile la terapia trombolitica, la più efficace per bloccare la possibile emorragia e ridurre la soglia di rischio per il paziente – prosegue Carraro – è, per il neurologo, fondamentale, perché permette di ridurre per il paziente il rischio di disabilità conseguente all’evento ischemico.
La specificità del progetto sta proprio nella possibilità di decidere di somministrare la terapia trombolitica, attraverso la piattaforma di Teleconsulto che, attraverso il confronto, in tempo reale, degli specialisti, permette il controllo, il monitoraggio e la trasmissione di dati e immagini a distanza, tra il centro periferico e l’ospedale di riferimento h24.
Il trattamento trombolitico – spiega ancora Carraro – ha, infatti, protocolli molto rigorosi e il neurologo, oltre a dover avere a disposizione tutte le informazioni diagnostiche necessarie, deve essere messo in condizioni di fornire al personale medico sanitario in loco, appositamente formato, le indicazioni necessarie ad effettuare la terapia trombolitica o gli altri interventi richiesti attraverso documenti firmati digitalmente.
La sperimentazione – aggiunge Carraro – vuole, dunque, verificare se sia possibile ridurre, con l’ausilio dell’eHealth, la criticità della variabile tempo e prendere decisioni di governance del decorso clinico anche nei centri di presidio territoriale di prima accoglienza. Il modello, se validato, potrà poi essere esteso anche ad altri interventi in emergenza, ad esempio in ambito pediatrico, in cui il fattore tempo è decisivo.
“L’ictus – sottolinea Luciano Bastoni, direttore del Consorzio Arsenàl.IT – è la terza causa di morte e la prima di disabilità in Italia. Per ogni 100 mila abitanti, ogni anno, sono 220 i casi stimati. Una situazione che ha un fortissimo impatto sull’impegno organizzativo e di risorse sia dei centri ospedalieri che delle unità di emergenza-urgenza, cui si aggiungono i lunghi decorsi riabilitativi e gli alti costi sociali ed economici per l’assistenza della disabilità provocata dall’ictus. Motivi questi – conclude Bastoni – che hanno spinto