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Reti Wi-Fi pubbliche, si va verso l’obsolescenza?

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Secondo un recente studio di OpenSignal, infatti, negli Stati Uniti oggi gli utenti possono contare su un’esperienza di navigazione molto più veloce utilizzando anche le forme più rudimentali di 5G rispetto alle Wi-Fi pubbliche.

Intendiamoci, un tempo erano indispensabili, e però forse quel tempo è finito – o si avvia ad esserlo. Parliamo delle Wi-Fi pubbliche, per anni ricercate con ansia quando ci si trovava all’estero (e una connessione al volo per controllare la posta rischiava di costare parecchi euro) o anche in Italia, quando si finivano i gigabyte (o addirittura i megabyte) inclusi nella nostra offerta di telefonia mobile. Ci troviamo però in un contesto del tutto diverso. Gli operatori propongono soluzioni a meno di dieci euro per decine di gigabyte, quasi sempre più di quanto un utente comunque riesca a utilizzare perfino con la connessione illimitata di casa (basta guardare il comparatore di SOSTariffe.it per trovare le migliori proposte per quantità di traffico Internet e prezzo).

Il roaming almeno nell’Unione europea non è più un attentato al proprio credito telefonico, ma una modalità così trasparente che non ci accorgiamo nemmeno che qualcosa effettivamente cambia nel passare da una nazione all’altra. E, soprattutto, c’è la velocità: secondo un recente studio di OpenSignal, infatti, negli Stati Uniti oggi gli utenti possono contare su un’esperienza di navigazione molto più veloce utilizzando anche le forme più rudimentali di 5G rispetto alle Wi-Fi pubbliche. Il tutto con una stabilità che fino a solo pochi anni fa era impensabile.

Reti 5G venticinque volte più veloci delle reti Wi-Fi pubbliche

Secondo la ricerca di OpenSignal, ormai la velocità di download media negli USA per il 5G relativa alle frequenze sotto i 6 GHz è di 112,9 Mbps, quasi cinque volte più veloce della Wi-Fi pubblica media, che di norma si aggira intorno ai 23,3 Mbps. Ma è solo la punta dell’iceberg: il 5G nelle onde millimetriche (mmWave) sempre oltreoceano raggiunge una velocità media di ben 571,6 Mbps, quasi venticinque volte le Wi-Fi pubbliche.

Ma se la velocità di Internet mobile aumenta così tanto, perché non succede la stessa cosa con le Wi-Fi basate su connessione fissa? È un problema soprattutto strutturale, che non può essere facilmente risolto come può accadere, ad esempio, per la rete di casa o di un’azienda: la prima questione riguarda soprattutto la congestione, tenendo conto che i dispositivi che si collegano a uno stesso access point sono in continuo aumento, perché sempre più apparecchi in nostro possesso “dialogano” con Internet. Poi c’è l’obsolescenza delle infrastrutture, alle quali si potrebbe effettivamente ovviare con degli investimenti che però non hanno una grande attrattiva (il Wi-Fi è un servizio quasi indispensabile, dal bar all’aeroporto, ma non sta scritto da nessuna parte che dev’essere tanto d’eccellenza da permettere ai ragazzini di giocare a Fortnite senza latenza). Se quindi lo standard Wi-Fi sta continuando a migliorare, con l’introduzione di Wifi 6 e 6e, la maggior parte delle location pubbliche continua a offrire tecnologie ormai superate per gli access point, e lo stesso vale per l’infrastruttura di rete.

Gaming e upload, che cosa dicono i dati

Parliamo del gaming. I dati della ricerca OpenSignal confermano che chi cerca un’esperienza d’uso soddisfacente per il multiplayer in tempo reale si troverà molto meglio con la sua normale connessione, a patto che sia almeno una 5G, rispetto a una Wi-Fi pubblica, che ha ancora un po’ di margine di vantaggio rispetto all’ormai superata 4G. Non solo: il 5G più performante, come si è visto quello a onde millimetriche, è addirittura migliore, secondo i dati, di una connessione wireless casalinga, ed è il motivo per cui anche nel mondo del “senza filo” il giocatore che vuole le migliori prestazioni per quanto riguarda la velocità e la latenza non si stacca dal suo cavo.

Ma perfino in un settore in cui le Wi-Fi pubbliche non avevano tradizionalmente rivali nel mobile, cioè quello della velocità di upload (utile, oggi, soprattutto per le videochiamate o per chi lavora da remoto), il 5G a onde millimetriche rappresenta un miglioramento sostanziale, anche se il Wi-Fi continua a fare (molto) meglio del 4G e (un po’ meno) del 5G standard.

E il Wi-Fi pubblico è anche più pericoloso

Insomma: tutti gli indizi portano a credere che la frenetica ricerca di una rete Wi-Fi senza lucchetto a fianco nella lista di quelle captate dal nostro smartphone rimarrà un’attività del passato. Anche perché fin qui non si è parlato di un altro grosso limite delle Wi-Fi pubbliche rispetto al collegamento tramite la connessione disponibile sul proprio dispositivo: la privacy. Non si è mai troppo prudenti quando ci si collega a una rete a cui accedono nello stesso momento decine, se non centinaia, di altre persone, e che magari non hanno nemmeno implementata la crittografia dei dati; ed è per questo che è assolutamente sconsigliato utilizzare una rete pubblica per operazioni delicate come l’accesso al proprio conto corrente o ai dati bancari.

Tutti problemi che con un dispositivo personale – e, grazie all’accesso biometrico ormai installato anche sui telefonini di bassa gamma, molto difficile da violare – non si presentano, o comunque a un livello infinitamente minore. Gli attacchi “man in the middle”, infatti, che permettono di intercettare una connessione esistente tra un utente e l’infrastruttura di rete, sono un pericolo tutt’altro che improbabile nei contesti più affollati, come ad esempio aeroporti o caffetterie alla moda; in questo modo un hacker può avere accesso ai dati dell’utente, infettargli i suoi dispositivi con malware o addirittura approfittare di trucchi elementari ma in cui è difficile cadere, come quello di chiamare la connessione hotspot di un proprio dispositivo come se fosse una Wi-Fi pubblica e aprirla, inducendo quindi a collegarsi direttamente al telefono “camuffato” e permettere così di carpire informazioni preziose.

La situazione in Italia

Naturalmente, ci vorrà del tempo, e almeno in Italia è probabile che le Wi-Fi pubbliche – con tutti gli accorgimenti del caso per chi intende continuare a usarle – rimarranno ancora per un po’ di tempo. Ma i risultati cominciano ad arrivare anche da noi: l’ultimo Italy 5G Experience Report nello studio di OpenSignal – che ha premiato TIM come miglior operatore mobile per quanto riguarda il 5G – ha registrato dati interessanti, come i 271,7 Mbps in download di TIM, seguiti dai 146,7 Mbps di Vodafone, i 102,6 Mbps di Iliad e, molto indietro, i 57,1 Mbps di WindTre. Ma è proprio WindTre a vincere la competizione per la capillarità del suo 5G e la disponibilità della rete, e 57,1 Mbps sono già il doppio di una Wi-Fi pubblica: già un buon punto di partenza per pensionare le connessioni gratuite.

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