Facile ironizzare – in tempi difficili come questi – che un’Italia senza soldi è ahinoi una prospettiva sempre più concreta per milioni di persone. Ma quando si parla di Italia cashless si allude al sempre più vicino addio (definitivo?) al denaro contante, in favore di strumenti di pagamento digitali comodi e flessibili. Diversi report usciti negli ultimi mesi confermano che – grazie anche a strumenti come il cashback di Stato e ai cambiamenti di abitudini dovuti alla pandemia – i pagamenti digitali in Italia sono in forte aumento. Il primo è l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, che ha parlato di una crescita del +22% nel 2021 per un totale di 327 miliardi di euro. In particolare a brillare sono i pagamenti tramite smartphone e tramite dispositivi wearable (primi fra tutti gli smartwatch) presso i negozi: anche se il dato assoluto è ancora piuttosto ridotto rispetto al totale, circa 7 miliardi, si fa notare il tasso d’incremento, addirittura del +106%: questo tipo di transazioni, in altre parole, è raddoppiato in un anno.
Più cospicuo il volume delle transazioni contactless, quelle eseguite cioè senza dover inserire la propria carta di debito o di credito nel POS: nel 2021 in Italia la cifra raggiunta è pari a 126,5 miliardi di euro, anche grazie all’innalzamento della soglia massima per i pagamenti senza PIN, che è passata da 25 euro a 50 euro. È chiaro, l’anno scorso è stato eccezionale anche grazie al cashback che ha spinto milioni di italiani a utilizzare i pagamenti digitali per i loro acquisti; ma anche nel secondo semestre, quando ormai l’iniziativa governativa era terminata, il comparto ha tenuto. Eppure c’è un paradosso: il divario tra i cittadini italiani e quelli degli altri Paesi europei, invece di diminuire, è addirittura aumentato.
Senza contante sì, ma l’Europa va più veloce
Secondo Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, infatti, l’Italia, «superata già nel 2019 dalla Grecia e nel 2020 dalla Germania, è scesa al 25° posto (su 27) nella classifica continentale e precede solamente la Romania e la Bulgaria, che hanno però crescite nell’anno superiori a quella italiana». Dati confermati anche dai report della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, relativi però al 2020 (prima quindi del cashback, che però c’è stato solo, come detto, per il primo semestre 2021), che mostrano come l’Italia sia terzultima in Europa per numero di transazioni pro-capite: 61,5 a testa contro una media europea di 142. Il nostro Paese è tra quelli Ue con minor numero di transazioni con carta pro-capite, dato che lo colloca nelle trenta peggiori economie al mondo per cash intensity.
Il problema non riguarda certo la volontà degli italiani: secondo il sondaggio condotto nel gennaio 2022 dalla Community Cashless Society tra 1.000 italiani, oltre 7 su 10 vorrebbero usare di più il cashless, 13,1 punti percentuali in più rispetto alla precedente rilevazione, mentre 6 italiani su 10 dichiarano di voler fare meno ricorso al contante in futuro. Il 57% degli intervistati ha aumentato nell’ultimo anno l’utilizzo dei pagamenti cashless, e il 34,1 utilizza i mezzi di pagamento elettronici ogni giorno o più volte a settimana.
Cashless: il paradosso italiano. Sì al digitale, ma non levateci il contante
In controtendenza, almeno parziale, con questi dati è il giudizio – sempre più negativo – dei cittadini nei confronti del Governo per quanto riguarda gli incentivi ai pagamenti elettronici e, soprattutto, il disincentivo all’uso del contante per la lotta all’evasione; a pensar male, è come dire che gli italiani a parole vorrebbero utilizzare carte di credito e di debito quando vogliono, ma con la possibilità di ricorrere al contante anche per somme ingenti (com’è noto, in diversi casi, riconducibili ai pagamenti in nero); e infatti proprio quest’anno si è deciso di aumentare, con il decreto Milleproroghe, il limite del trasferimento di denaro contante a 2.000 euro, rendendo quindi possibile fino al 31 dicembre 2022 pagare qualsiasi spesa con le banconote fino a 1.999 euro, rispetto ai 999 dell’anno scorso, una soglia che diverse parti politiche consideravano troppo restrittiva.
Di tutt’altro genere, come prevedibile, i giudizi sul Cashback di Stato, che ha spinto il 77,6% degli italiani a incrementare il proprio ricorso ai pagamenti elettronici e, per il 36,8%, anche i consumi; il 43% si è dichiarato contrario alla scelta del Governo di interromperla. La cosiddetta “Lotteria degli scontrini” è stata giudicata complicata (tanto che solo un italiano su tre ha preso parte all’iniziativa, contro il 48,2% del cashback), ma ha comunque contribuito a incrementare l’utilizzo dei pagamenti elettronici.
Bar, ristoranti, delivery. E ora anche le autostrade
Anche l’analisi dell’Osservatorio Small Business di SumUp ha ribadito queste tendenze, su un campione di 100.000 transazioni anonime effettuate dai commercianti in Italia. Il 60% dei pagamenti contactless riguarda settori ben definiti, cioè quelli relativi ai bar, ai ristoranti e al delivery. Inoltre diminuiscono i prelievi ATM rispetto a un anno fa (-36,3%), segno che sempre più persone preferiscono ricorrere alle carte che fermarsi al Bancomat per prelevare contanti e usare quelli per le loro transazioni. Secondo Umberto Zola, Growth Marketing Lead Merchant Bank di SumUp, «la pandemia ha messo in difficoltà le aziende di tutte le dimensioni, per cui è senz’altro incoraggiante cominciare a vedere come i giovani si stanno stabilizzando e avviando attività in proprio. Più in generale, i dati mostrano chiaramente il peso che stanno assumendo la spesa online e i pagamenti cashless, dovuto alla spinta alla digitalizzazione portata dalla pandemia».
Di certo anche il crescente successo del settore fintech applicato alla telefonia mobile, facilitato dai canoni sempre più bassi per connessioni superveloci (su SOSTariffe.it si possono mettere a confronto per scegliere le più convenienti), fa la sua parte. Lo stesso concetto di mobile wallet, il portafoglio “virtuale” sul proprio smartphone, segue questa direzione, e se qualche tempo fa poteva essere complicato estrarre il telefono, selezionare l’importo, avviare la transazione e pagare, oggi è davvero questione di pochi secondi. E intanto anche i grandi protagonisti dell’economia nazionale si adeguano: dal 1° maggio è attivo, grazie ad Autostrade per l’Italia, il cashback con targa per il rimborso automatico del pedaggio in caso di allungamento dei tempi di percorrenza dovuti a cantieri e manutenzione, prima relativo solo alla Liguria e poi esteso a tutto il Paese.